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- Pubblicato Venerdì, 18 Gennaio 2019 15:12
Romanzi a colazione
Torna l'appuntamento in biblioteca con i ROMANZI A COLAZIONE!
Cinque sabati mattina con cinque libri e cinque autori, con caffè, brioches e biscotti.
Modera gli incontri Ludovic Maillet

Questi gli appuntamenti
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È un film da leggere, così si può iniziare a raccontare «Il respiro dei ricordi», l’ultimo libro di Gabriele Biancardi, voce di Radio Dolomiti. (...) Fresco di stampa (edizioni Minerva), arriva oggi nelle librerie dopo l’incredibile successo del suo primo romanzo «Il mio nome è Aida». Gabriele Biancardi. Nato nel 1965, desidera fin da piccolo fare radio e comincia a 14 anni per Radio Dolomiti.
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«Che cosa racconteremo agli angeli quando ci accoglieranno alle porte del cielo? Balbetteremo confusi. Ricercheremo una qualche formula che possa racchiuderci. Diremo che, per trovare noi stessi, abbiamo percorso strade contorte? Che abbiamo sentito più vita in un attimo di pausa dal lavoro che in tanti momenti solenni? Che ci siamo commossi nel fissare una macchia sull'asfalto e abbiamo snobbato le cerimonie piú importanti? Diremo così? Che la vita ci è pulsata dentro in modo strano? E questo ci salverà?» Lui non ha nome, e vive immaginando le vite degli altri per mettere insieme i pezzi della sua stessa vita. Il suo racconto ci commuoverà.Per lui, che lavora come addetto ai controlli di un aeroporto, il mondo è fatto delle vite che gli corrono sotto gli occhi. Vite immaginate. E immaginate con tale furia da diventare racconto. C’è un uomo, in particolare, che arriva ogni domenica e riparte ogni venerdì: «Magro, lo sguardo aperto. Sembra una di quelle persone nate per rendere gli altri contenti». Quell'uomo resterà al centro della narrazione fino alla fine. E la sua scomparsa – quando, una domenica come tutte le altre, non si farà più vedere – genererà un altro racconto ancora, in un continuo gioco di specchi. Perché tutte le vicende umane sembrano essere sotto gli occhi di angeli un po’ partecipi e un po’ lontani: «Sono così, gli angeli. Si danno il piglio degli esseri perfetti. Fanno un po’ di scena, ma darebbero chissà cosa per potersi mescolare, per entrare nelle nostre piccole cose grigie. Faticano a staccarsi da noi». Con un passo poetico e un’attenzione al dettaglio corporeo colto da pupille sgranate, la voce di questo romanzo dice tutta la forza delle nostre vite difettose. Perché coglie la vita proprio come si coglie un fiore selvatico, piano, guardandolo in ogni sua più piccola parte. È con questa voce unica, commossa, filosofica, che Franco Stelzer è diventato un autore di culto per molti lettori e scrittori italiani.
Franco Stelzer (Trento 1956) ha studiato filosofia a Bologna, è traduttore dal tedesco e insegna lettere a Trento. Ha pubblicato per Einaudi Ano di volpi argentate (2000) e Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei (2003). Matematici nel sole (2009) è edito da Il Maestrale. Sempre per Einaudi, ha pubblicato Cosa diremo agli angeli (2018). |
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Il suo obbiettivo ha immortalato il Movimento studentesco e operaio di Trento; ha documentato guerre note e guerre dimenticate; ha catturato paesaggi e volti di un mondo lontano. Nella carriera da reporter, il fotografo trentino Giorgio Salomon ha «rincorso le notizie» con la macchina fotografica; nel suo ultimo lavoro, il libro fotografico «Laghi. Paesaggi umani e coscienze naturali del Trentino» (Publistampa, 32 euro), vuole invece «creare» lui stesso, «una volta scattata la foto, la notizia». «Questa volta il cronista sono io». Dall’età di vent’anni Giorgio Salomon va dando conto, con macchina fotografica e telecamera, degli eventi del tempo e delle forme del mondo. Dai servizi sulla diga del Vajont (1963) a quelli sul movimento studentesco alla facoltà di sociologia di Trento (1966-1977), dalle spedizioni alpinistiche sulle Ande peruviane a quelle sull'Himalaya o in Alaska, Salomon ha messo a fuoco l’Italia e il mondo per raccontare paesi, montagne, culture e popoli. Ed anche guerre: nel 1983 il reportage sulla guerra russo-afghana e la resistenza armata dei Mujahiddin, nel 1990 dopo essere stato nominato inviato speciale alla Rai (TG1) di Roma, viene sequestrato in Uganda dal movimento rivoluzionario mentre documentava la situazione politica di quel paese, e poi negli anni novanta la prima guerra del Golfo e le guerre nella ex-Jugoslavia. Premiato più volte per le sue fotografie ed i filmati, nel 2003 è stato insignito dall'Archivio del Disarmo del premio giornalistico Colombe d’oro per la Pace. |
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Sahra si muove nel mondo con eleganza e fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, "come un investigatore innamorato", è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall'inferno del deserto e delle carceri libiche fino all'accoglienza in Calabria.
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Berlino, zona est, un autunno degli anni Novanta, prima dell’alba. Un uomo scende in strada, è uno scrittore semisconosciuto e un ex-bevitore. Ha quarant'anni e la sua vita è sospesa. È un fallimento quello che ha alle spalle? E i pochi anni di vita che ancora lo aspettano possono dirsi all'altezza delle sue aspirazioni? C’è poco di romantico nell'essere davvero uno scrittore maledetto. Vent'anni dopo, un autore italiano che a Berlino ci va spesso s’imbatte nei ricordi che quell'uomo ha lasciato in chi lo ha conosciuto. Si mette sulle sue tracce, ne scopre i testi, decide di ricostruirne la figura. Immagina, interroga, si rivolge a lui. Ne rievoca il passato famigliare, con i genitori ebrei prima fuggiti dal nazismo e poi approdati nella Germania comunista, con i fratelli anch'essi artisti, ugualmente ribelli contro lo status quo incarnato dal padre funzionario e tutti condannati a una fine precoce. Fa parlare su un palcoscenico immaginario le donne che lo hanno amato. Visita la sua tomba e ne commenta gli ultimi anni, il tentativo di riscattare un’esistenza di rabbie e sconfitte. Fino a salvarne, grazie alla poesia, la purezza ferita. |
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Tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso la Biblioteca Civica alle ore 10.00 Riva del Garda (TN) - Piazza Garibaldi 5 Entrata gratuita |
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Per informazioni Biblioteca civica di Riva del Garda 0464 573806 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Visita la pagina internet dedicata all'iniziativa |
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Alcuni momenti degli incontri con gli autori...
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- Pubblicato Giovedì, 17 Gennaio 2019 17:57

Eccoci nuovamente arrivati al nostro appuntamento con il cineforum autunnale...!
Sapete oramai da anni che secondo me non esistono “vecchi film” ma soltanto “film vecchi”: i film vecchi sono quelli che hanno perso la loro capacità di dire qualcosa su di noi e sulla nostra storia anche se magari sono stati fatti anche l'altro ieri. Finché un film, al contrario, mantiene intatta questa capacità di arrivare fino a noi attraverso le epoche e di dirci qualcosa di significativo, non invecchierà mai.
Qualche mese fa ho letto un libro di un bravissimo critico cinematografico (e attuale conduttore della trasmissione radiofonica “Hollywood Party”), Alberto Crespi, intitolato “Storia d'Italia in 15 film” che mi ha colpito molto: l'autore ripercorre la nostra storia nazionale attraverso 15 film emblematici che hanno segnato la nostra storia. La sorpresa è stata grande nel constatare che questi film non erano 15 film d'autore che la critica “ufficiale” avrebbe inserito in un eventuale lista dei migliori film italiani (“Roma città aperta”, “Senso”, “L'avventura”, “La dolce vita”, ecc.), ma erano film che potremo definire “popolari” e che avevano però segnato un periodo importante della storia d'Italia, lo avevano accompagnato e rappresentato. Per farvi un esempio: a rappresentare la Resistenza, periodo così emblematico e fecondo del nostro cinema, non c'era “Paisà” di Roberto Rossellini o qualche altro film neorealista, bensì “Se sei vivo spara” di Giulio Questi che trasfigurava la Resistenza nel western all'italiana.
Questo modo di procedere mi è piaciuto molto e ho pensato che sarebbe stato bello mostrarvi in ordine cronologico – o quasi – questi 15 film (arrivati poi a 18 per coprire tutte le date del nostro cineforum).
Come dice molto bene Crespi “I film raccontano sempre due epoche. Una è quella in cui sono ambientati, il contesto storico in cui si dipana la trama. L'altra è quella in cui vengono realizzati. A volte le epoche coincidono, nei film di ambientazione contemporanea.”
Tra i film scelti da Alberto Crespi c'è il meraviglioso kolossal muto “Cabiria” di Giovanni Pastrone: per mostrarvi questo film abbiamo in progetto un evento molto speciale con l'accompagnamento dal vivo che speriamo di riuscire a portare in porto per l'estate prossima.
Intanto godetevi questa nostra storia d'Italia attraverso alcuni dei film italiani più divertenti di sempre...
lunedìcinemacineforum
PROGRAMMA 2018 | 2019 ARCO | RIVA DEL GARDA
Aspettando il Cineforum... «Liberi da Dentro» |
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lunedì 8 ottobre | Mery per sempre (1989) di Marco Risi |
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lunedì 15 ottobre | Cesare deve morire (2012) di Paolo e Vittorio Taviani |
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lunedì 22 ottobre | Il più grande sogno (2016) di Michele Vannucci |
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LA STORIA D'ITALIA IN PELLICOLA |
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RIVA DEL GARDA | lunedì 29 ottobre | 1860 (1934) di Alessandro Blasetti |
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lunedì 5 novembre |
La grande guerra (1959) di Mario Monicelli |
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lunedì 12 novembre | Amarcord (1973) di Federico Fellini |
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ARCO | lunedì 19 novembre | Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini | ||
lunedì 26 novembre | Se sei vivo spara (1967) di Giulio Questi |
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lunedì 3 dicembre |
C'eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola |
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GENNAIO 2019 |
EVENTO SPECIALE con Alberto Crespi Autore del libro «Storia d'Italia in 15 film» |
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RIVA DEL GARDA | lunedì 7 gennaio | Don Camillo (1952) di Julien Duvivier | ||
lunedì 14 gennaio | Il sorpasso (1962) di Dino Risi | |||
lunedì 21 gennaio |
La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! (1977) di Sergio Sollima | |||
lunedì 28 gennaio | Il mafioso (1962) di Alberto Lattuada | |
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ARCO | lunedì 4 febbraio | Faccia a faccia (1967) di Sergio Sollima | ||
lunedì 11 febbraio |
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri | |
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lunedì 18 febbraio | Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini | |||
lunedì 25 febbraio | E voi che film aggiungereste? (film scelto dal pubblico) | |
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RIVA DEL GARDA | lunedì 4 marzo | Il Caimano (2006) di Nanni Moretti | ||
lunedì 11 marzo | Diaz (2012) di Daniele Vicari | |
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lunedì 18 marzo | Gomorra (2008) di Matteo Garrone | |||
lunedì 25 marzo | Nell'anno del Signore (1969) di Luigi Magni |
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PRIMAVERA / ESTATE 2019 | EVENTO SPECIALE CABIRIA di Giovanni Patrone e Gabriele D'Annunzio. Edizione con orchestra e coro dal vivo. |
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Comune di Riva del Garda |
Comune di Arco |
Inizio proiezioni ore 21.00 Riva del Garda - Auditorium del Conservatorio Arco - Palazzo dei Panni Il programma può subire variazioni |
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Ingresso con tessera FIC (tranne le prime tre proiezioni in Biblioteca) euro 12.00 valida per l'intera stagione euro 5.00 per gli studenti fino a 25 anni Il tesseramento è possibile anche la sera delle proiezioni prima dell'ingresso in sala |
Per informazioni: | ||
Comune di Riva del Garda Unità Operativa Attività Culturali, Sport e Turismo Telefono 0464 573918 www.comune.rivadelgarda.tn.it |
Comune di Arco Servizio Attività Culturali Telefono 0464 583619 www.comune.arco.tn.it |
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- Pubblicato Mercoledì, 16 Gennaio 2019 14:07
Giornata della memoria 2019
La biblioteca civica di Riva del Garda celebra la Giornata della Memoria con due iniziative: mercoledì 23 gennaio la proiezione del documentario «Watermarks» (ore 21, con proiezioni al mattino per le scuole) e mercoledì 30 gennaio la presentazione del libro «Presidenti» di Adam Smulevich (ore 17.30), presente l’autore.

La Giornata della Memoria è la ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stata designata dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il primo novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005, durante la quale l'Assemblea celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto. La data del 27 gennaio è stata scelta perché in quel giorno nel 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell’offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Le due iniziative sono organizzate dalla biblioteca civica di Riva del Garda in collaborazione con il centro culturale La Firma.
Il documentario «Watermarks» di Yaron Zilberman (Israele, Usa e Francia, 2004, durata 80 minuti) ricostruisce la storia del club sportivo ebraico Hakoah, e in particolare della sua sezione femminile di nuoto. L’Hakoah (in ebraico «forza») venne fondata a Vienna nel 1909 dal librettista Fritz Löhner e da altri intellettuali di spicco, in risposta al fatto che i club sportivi austrici non accettavano atleti ebrei. Dopo l’Anschluss, nel 1938, i nazisti faranno chiudere la società, nonostante i tanti premi ottenuti e il lustro dato al Paese dagli atleti ebrei. Le sette donne protagoniste di questo docufilm, che sono ormai anziane e hanno ricostruito le proprie vite lontano dall’Europa, ricordano prima la loro giovinezza, fatta di avventure spensierate e record nazionali, poi la precipitosa quanto dolorosa fuga dall’Austria nazista, per ritrovarsi infine, 65 anni dopo, a nuotare tutte insieme in quella piscina che prima delle persecuzioni razziali le aveva viste felici e piene di sogni. Il film, che non manca di offrire anche note ironiche e divertenti, coinvolge lo spettatore in una narrazione originale e sempre efficace. |
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Il libro di Adam Smulevich «Presidenti. Le storie scomode dei fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e Roma» (La Giuntina, 2017) ricostruisce le storie dimenticate di Raffaele Jaffe, l’uomo che regalò a Casale un incredibile scudetto alla vigilia della Grande Guerra; di Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una stagione contraddistinta da tante felici intuizioni; e di Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Tre protagonisti del nostro calcio, oggi quasi del tutto dimenticati. Fu il fascismo, e più precisamente furono le leggi razziali, a renderli degli indesiderati. Ascarelli era già morto da tempo quando le leggi entrarono in vigore, ma questo non gli evitò una feroce ritorsione postuma. Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti da tempo al cristianesimo, furono relegati ai margini della società. Il primo, in clandestinità, riuscì a scamparla. Jaffe invece, arrestato da militi in camicia nera, terminò la sua vita ad Auschwitz. Questo libro non solo ricostruisce le loro storie, ma getta uno sguardo d’insieme a una stagione di scelte e responsabilità, in ogni senso. Perché l’orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista riguarda un po’ tutti. Rileggerla attraverso lo sport, linguaggio universale per eccellenza, può aiutare a fare chiarezza, e al tempo stesso contribuire ad aprire nuove strade, a rafforzare la sfida di una memoria realmente consapevole. |
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- Pubblicato Sabato, 22 Settembre 2018 14:53
Riva del Garda 3 > 28 novembre 2018
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Dal 3 al 28 novembre è allestita nella sala civica «Giuseppe Craffonara» ai giardini di porta Orientale «L’isola dell’oblio», mostra-omaggio di Davide Pivetti a Kastellorizo, l’isola greca in cui Salvatores girò il film «Mediterraneo».
La mostra, a cura del centro culturale La Firma, ha il patrocinio del Consolato di Grecia.
Nel 1992 a Los Angeles una minuscola e dimenticata isola del Dodecaneso greco divenne improvvisamente celebre in tutto il mondo. È la forza della settima arte, il cinema. Gabriele Salvatores in quell’edizione degli Academy Awards vinse infatti il Premio Oscar come miglior film straniero con il suo "Mediterraneo", pellicola interamente ambientata sull'isola di Kastellorizo (o Megisti in greco, Meis in turco, Castelrosso in italiano), la più lontana e orientale dell'intero territorio greco, geograficamente già in Asia Minore. Merito di una grande squadra: dal regista a uno straordinario cast di attori, dalla sceneggiatura di Enzo Monteleone alle musiche di Giancarlo Bigazzi e alla fotografia di Italo Petriccione. Ma merito, certamente, anche della rara e singolare bellezza di questa isola remota, che è davvero l’avamposto greco ed europeo nel mare nostrum orientale. Quel film è diventato un manifesto culturale per almeno un paio di generazioni di italiani (e non solo, visto il successo internazionale). I suoi dialoghi, brillanti, sono diventati patrimonio collettivo. Inoltre gli italiani hanno scoperto la Grecia e il piacere della "fuga" sui suoi lidi più remoti. Ma pochi in realtà sono coloro che si sono spinti fin là, che hanno veramente messo piede a Kastellorizo.
Davide Pivetti, giornalista e fotografo trentino già autore di un libro dedicato alle isole del Mediterraneo (“Emersioni - Isole di giovani racconti”) e di una mostra omonima, pochi mesi fa ha realizzato un progetto cullato da molti anni: visitare la Megisti di Salvatores, ritrovare le location del film, incontrare la gente del posto che si prestò a fare da comparsa nei due mesi di riprese, concluse nell’estate del 1991. Scoprendo che, nonostante i quasi tre decenni trascorsi, molti degli aspetti caratterizzanti l’isola si sono conservati. Con qualche mano di colore in più o in meno rispetto a come fu magistralmente raccontata in quel celebre lungometraggio dedicato "a tutti quelli che stanno scappando".
Così è nata “L’Isola dell’oblio - Megisti. Importanza strategica zero”. In questa mostra - che ha ricevuto il patrocinio del Consolato di Grecia ed è arricchita da un’intervista in esclusiva con l’attore Giuseppe Cederna (l’attendente Antonio Farina del film) - c'è al tempo stesso un racconto di viaggio, la ricerca di un cinefilo, un reportage giornalistico e la realizzazione del piccolo ma vibrante sogno di un viandante isolano.
La mostra, quaranta immagini formato 50x40 con citazioni dal film “Mediterraneo”, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17 con ingresso libero. Inaugurazione sabato 3 novembre, ore 18.
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Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 3 > 28 novembre 2018 Tutti i giorni 10.00 > 12.30 - 14.30 > 17.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 3 novembre ore 18.00 |
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