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- Categoria: Esposizioni
- Pubblicato Mercoledì, 21 Giugno 2017 19:37
Riva del Garda 01 > 19 luglio 2017 Giancarlo Gusella |
Secondo appuntamento della stagione espositiva per il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda. Sabato 1 luglio prossimo alle ore 18.00 apre i battenti la mostra personale dell'artista rodigino Giancarlo Gusella.
La mostra rimarrà aperta dal 1° al 19 luglio presso la Sala Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda.
Inaugurazione sabato 1° luglio ore 18.00
In esposizione si troveranno le opere degli anni '80. Gusella ha trovato un modo tutto suo di esprimersi fatto di speciale sapienza tecnica e libero gioco dell’invenzione figurale per rivivere i magici momenti emozionali, contemplativi vissuti nell'infanzia e nell'adolescenza: il mutare della luce e dei colori sulle cose, i cambiamenti delle materie plasmate dal vento, dall'acqua, dal sole e dalle ombre.
Lacche tedesche, resine, su lastre di plexiglas o più spesso di PVC, si espandono su un fondo preparato con altre sostanze coloranti provocando dilatazioni ed espansioni e sorgono mondi, crateri, immagini di metamorfosi cosmiche. Questi effetti pittorici non sono fortuiti o casuali ma nascono da un progetto dove Gusella è impegnato nella scelta dei pigmenti dei diluenti del controllo del movimento per ottenere fascinosi spazialismi pieni di energia. Gli effetti percepiti hanno certamente riferimenti a livelli di inconscio, di memoria lontana e profonda sono i fantasmi del suo immaginario.
Nelle opere di Gusella dall'elemento centrale si sviluppano per energia naturale situazioni “in progress” in metamorfosi che vengono controllate e fermate in tempi prefissati, senza tuttavia forzare la vitalità della materia.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) Tutti i giorni 10.00 > 22.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 1° luglio ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Alcune immagini della mostra e dell'inaugurazione
espansioni cromoplastiche
Quello di Giancarlo Gusella con la pittura è un rapporto davvero singolare. Dopo anni di ricerca, di esperimenti e di appartate verifiche, ha trovato un modo tutto suo di esprimersi attraverso il colore, uno 'stile' fatto di speciale sapienza tecnica, di misura, di coltivato gusto per le qualità intrinseche e per le virtualità decorative ed espressive degli speciali pigmenti che utilizza.
Cominciò a interessarsi di pittura molti anni fa, alle scuole magistrali, e poi esercitandosi in oli e ritratti di maniera. Ma da sempre il suo desiderio e la sua ambizione artistica erano quelli di trovare, col colore, modi espressivi più 'naturali', processi operativi che non ammettessero ripensamenti, pentimenti o rifacimenti, e tali da imporre un rapporto alla pari, di rispetto e di confidenza, con la materia cromatica: una materia viva e mobile che gli consentisse di riprovare, a volontà e in infinite variazioni, i magici momenti emozionali, contemplativi e di sbrigliata immaginazione creativa, vissuti nell’infanzia e nell’adolescenza di fronte agli spettacoli dell’accavallarsi e prender forme diverse delle nuvole, ai giochi metamorfici della natura nel mutare della luce e dei colori sulle cose, dei cambiamenti delle materie plasmate dal vento, dall’acqua, dal sole e dalle ombre. Lo affascinavano e lo riempivano di meraviglia la spontanea rispondenza creativa tra movimento metamorfico naturale e percezioni e suggestioni a livello immaginifico, il libero gioco dell’invenzione figurale sulle diverse apparenze del mobile conformarsi delle cose.
Già da una decina d’anni ha trovato la materia più adatta in lacche tedesche utilizzate su lastre di plexiglas o, più spesso, su fogli di PVC (polivenilecloruro), sui quali il liquido si espande e scorre, accompagnato dal pennello o da opportuni bilanciamenti del supporto, su un fondo preparato con altre sostanze coloranti e del diluente.
Sulla materia cromatica non ancora consolidata, Gusella interviene con una pistola ad aria che provoca dilatazioni, crateri, aloni e, insieme, l’arresto del moto di espansione accelerando l’essicamento delle lacche. Con la sapiente diluizione del colore, mescolandolo a resine di diversa consistenza e densità, calcolando i tempi di stesura, di intervento con le spatole e con la forzata ventilazione, guidando e bloccando gli effetti di espansione e delle preziosissime velature, Gusella è riuscito a fare di queste lacche e resine una materia davvero 'plasmabile' man mano che viene lavorata, seguendo suggestioni figurali, pittoriche, spaziali, che nascono dal comportamento stesso delle resine e delle vernici polimeriche. Ma, al di là della superficiale seduzione delle forme e degli accostamenti cromatici, che ora ci offrono immagini di metamorfosi cosmiche, ora di fenomeni di vitalità microscopica e di modellazione cellulare e biogenetica, nessuno degli effetti pittorici è ormai, in realtà, fortuito, casuale o anche solo inatteso. C’è sempre, infatti, un'immaginazione progettuale, un'accurata prefigurazione, che impegnano Gusella sia nella scelta dei pigmenti e dei diluenti, sia nel tipo di controllo del movimento delle zone cromatiche su! piano e, dunque, anche degli effetti visivi terminali, degli esiti materici finali, caratterizzati solitamente da un’appariscente de- coratività e, non di rado, da fascinosi spazialismi, ora di cosmica suggestione, ora di esplorazione sub-atomica, carichi di movimenti trasformazionali, di energia percepita come moto incessante dell’essere.
Non c’è dubbio che la scelta del procedimento e la costante ricerca di particolari effetti percettivi hanno riferimenti a livello di archetipi di cultura visiva e di inconscio, di memoria lontana e profonda, ma il lavoro di Gusella deve essere inteso anche nel senso di pura pittura di stati d’animo, di emozioni suscitate sì dall’universo fenomenico, dalle suggestioni del micro e del macro-cosmo, ma i cui dati sono ormai diventati fatti interni, fantasmi dell’immaginario. Di questi le opere di Gusella sono attente trascrizioni, nelle quali, dall'elemento centrale si sviluppano per energia naturale situazioni "in progress”, informazione, in metamorfosi che vengono controllate e fermate in modi e in tempi prefissati, senza tuttavia forzare la vitalità della materia, il suo naturale disporsi e coagularsi, il suo aprirsi su spazi e nuclei profondi, le sue irripetibili screziature. È il colore, qui inteso come 'Natura naturans' più che come natura naturata, a concretarè sui fogli di PVC immagini apparentemente 'informali' attraverso una sorta di modulazione 'organica' dei pigmenti, dove l’esercizio della tensione compositiva ed espressiva ha tempi esecutivi e riflessivi notevoli, consentendo una particolare attenzione e la piena ricezione di tutti quegli accidenti tecnici e formali e di quei movimenti di pigmento che l’atto del dipingere percepisce sulla superficie pittorica carichi di impulsi e di stimoli sensitivi, e sa continuare e ripetere.
Padova, agosto 1986
Giorgio Segato