Riva del Garda 23 settembre > 11 ottobre 2017

Gianfranco De Palos 
«Interni Achrome 2014 -2017»

 

Mostre 2017


Nuovo appuntamento della stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda.  

Gianfranco De Palos - Interni Achrome 2014 -2017 

Sabato 23 settembre alle ore 18.00 apre i battenti la mostra personale dell'artista Gianfranco De Palos.

C’è un momento in cui si vuole giungere a una contemplazione originaria di un principio senza limiti. Lo fa Gianfranco De Palos con “Interni Achrome”, mostra personale in programma alla Craffonara di Riva del Garda (Trento) in programma dal 23 settembre fino al prossimo 11 ottobre.
Una ricerca senza sosta dell’apeiron, l’indefinito di Anassimandro. Venti opere monocromatiche in cui il bianco designa il principio (ἀρχή) di tutti gli esseri, ingenerato e imperituro, da cui ogni definita realtà particolare deriva e in cui si dissolve alla fine di ogni ciclo cosmico.

Gianfranco De Palos - Monocromo 2014Perché sembra che queste opere provengano da millenni, da un passato remoto che potremmo associare all’era glaciale da cui tutto ebbe inizio. “Queste pittosculture bianche sono espressione di una meta-pittura, elaborazioni radicali dell’artista che ha attraversato diverse sperimentazioni in un processo iniziato dagli ossidi, forti e materici, che rimandavano alla terra, ai suoi residui pesanti, per poi arrivare ai monocromi bianchi che sposano il cielo tra il nulla e l’assoluto”, scrive Flaminia Cruciani, archeologa e poetessa.
Ed è il bianco, quindi, che predomina. Perché spesso, al fascino del bianco gli artisti non resistono. “
Il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto”, ci spiega allora Kandinsky.  Ecco, il bianco come assenza di suono. Come luogo della purezza, luogo del niente o luogo dell’invisibile. E dell’infinito. Perché il bianco può narrare storie di silenzi. E di sottrazioni progressive fino a giungere alla soglia del nulla. E poi ancora, può riportare all'inifinito delle origini in un esercizio di estrema attrazione.

“E i monocromi bianchi di De Palos hanno lasciato andare il superfluo – continua Flaminia Cruciani -, sono manifestazioni di essenzialità ancestrale”. Ecco allora materiali quali legno, colori acrilici, cocco gommato e tessuti di lino che si intersecano in una superficie bianca e splendente. Stimoli inediti si ergono da quadrati e rettangoli bianchi su fondi bianchi. Giochi intellettuali in cui il bianco, appunto, infiamma la fantasia così come fece con Winckelmann.
Perché, a decretare la vittoria incontrastata della monocromia del candido bianco, arrivò la scoperta di Laocoonte. L’opera d’arte, venuta alla luce il 14 gennaio del 1506, aveva ovviamente perso, durante la sua millenaria permanenza sotto terra, la sua colorazione originaria. E allo scavo assistette di persona, tra gli altri, lo scultore Michelangelo. Questo straordinario effetto di bianco abbagliò letteralmente lui e gli artisti dell’epoca, e stimolò un così forte impatto sul gusto estetico di quel tempo e futuro da far imporre come genere artistico la scultura non dipinta, possibilmente di nudo marmo.

E le opere di De Palos creano un effetto che va a enfatizzare sempre l’impresentabile e l’indicibile. Opere sinfoniche in cui si possono ritrovare, qui e lì, poesie di Lidia Sella. Perché “l’arte non è solo vedere, udire, toccare, gustare, odorare, ma soprattutto sentire col cuore”. (Arianna Sonia Scollo).

Alessandra Pirri, da Giornale Metropolitano (giornalemetropolitano.it)


Gianfranco de Palos è nato a Roma nel 1942, si è dedicato a studi classici e musicali, ha frequentato l’Accademia di Brera   sotto la guida dello scultore Ettore Calvelli.
Ha effettuato viaggi culturali in Europa e negli Stati Uniti.
E' stato in giuria a diversi concorsi di arte visiva, di letteratura e gastronomia.
E' stato cofondatore del gruppo "Arte della luce" collaborando all'attività artistica con il fondatore Salvadore Presta.
Nel 2010 ha fondato con Andrea Bulferetti e Vincenzo Guarracino, per la poesia edita. il concorso nazionale "Pontedilegnopoesia".
Nell'anno 2011 ha fondato, con Vincenzo Guarracino e Sandro Boccardi, il collettivo "I Pentagrammatici" a Sesto San Giovanni, Milano.
Hanno aderito a sue iniziative culturali alcuni tra i maggiori poeti italiani: Raboni, Sanguinetti, Bertolucci, Sanesi, Merini, Spaziani.
Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all'estero.
Collabora attualmente con la "Fondazione Artestruktura".
Vive a Sesto San Giovanni, Milano.

 

 Gianfranco De Palos  
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
Riva del Garda (TN)
23 settembre > 11 ottobre 2017
Tutti i giorni 10.00 > 22.00

Ingresso libero



Inaugurazione sabato 23 settembre ore 18.00
presso la Sala Civica «G. Craffonara»
   
 

 

Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione

  


Gianfranco De Palos
L'assenza del colore come poesia assoluta

A osservare tutta l’opera di Gianfranco De Palos si re­sta sorpresi da una cosa: la rigorosa fedeltà a un principio costruttivista, secondo cui è la geometria il codice espressivo entro cui muoversi e inventare, entro morfologie scritturali di raffinate variazioni (eppure armonicamente coerenti), fino alle conseguenze più estreme. Lo aveva già precisato Pedro Fiori nel lontano 1982, quando, in un articolo comparso sulla rivista D’Ars, aveva parlato di un operare che corrisponde ad un "rituale visivo" nel modo di apparire e articolarsi delle sue i­magini, quasi corrispondendo a una sorta di "equazione in divenire", rilevando come "da un lato ci sono i sintagmi razionali che danno un ordine alle strutture (i significanti); dall'altro, esistono le ignote dimensioni della memoria (i significati) che lasciano aperta la sua ricerca agli stati mentali ed emotivi del fruitore, ai differenti moduli di lettura".
Nel tempo, ciò si è fatto sempre più chiaro, fino alle produzioni più recenti: fino ai Monocromi che caratterizzano l'esito attuale delle sue ricerche proteso ad una pulizia estrema e a un rigore espressivo che “inventa” il bianco, l’assenza del colore come poesia assoluta, come linguaggio del mistero stesso dell’arte. Opere in cui "il colore senza fine", "il colore clandestino", per usare alcuni titoli di opere della fine del primo decennio del Nostro Millennio, finalmente realizzano l’auspicio dell’artista di liberarsi dalla "prigione del colore", lasciando depositare sul supporto del quadro soltanto l’eco, la traccia pura di un sogno di perfezione, l’ascetica felicità di un’armonia senza contrasti.

Vincenzo Guarracino
Opere in permanenza nei seguenti musei

Galleria d’Arte moderna Card. G. Lercaro – Bologna
Museo d’Arte dantesca– Ravenna
Museo di sculture all’aperto Sissi Pagani – Castellanza (Varese)
Biblioteca pubblica Palazzo Sormani – Milano
Medagliere della Città del Vaticano – Vaticano
Cathedral Museum Mdina – Malta
Museo della Villa San Carlo Borromeo – Senago (Milano)
Monriaanhuis museum Amersfoort (Olanda)
Ass. Culturale Artestruktura – Desenzano del Garda (Brescia)
Museo Barghellini – Pieve di Cento (Bologna)
MUSPAC – Museo Sperimentale di Arte Contemporanea – L’Aquila