Riva del Garda 16 luglio > 4 agosto 2016

Giovanni Cerri 
«Suburbia. Storie di periferia»

 

Mostre 2016


Proseguono con una mostra di Giovanni Cerri le esposizioni a cura del Centro culturale "La Firma" di Riva del Garda

 

Giovanni Cerri

Mostra a cura del Centro culturale "La Firma" di Riva del Garda, con il patrocinio del Comune di Riva del Garda.
16 luglio - 4 agosto 2016. Inaugurazione sabato 16 luglio ore 18

La mostra dell’artista milanese Giovanni Cerri, allestita dal 16 luglio al 4 agosto nella sala civica «Craffonara» ai giardini di Porta Orientale, presenta una selezione di opere degli ultimi dieci anni incentrata sul tema della periferia, tratte dai cicli Città fantasma, Impero e Suburbia. A cura del centro culturale La Firma.

Si tratta di un tema che il pittore ha trasformato, nei lavori più recenti, passando da uno sguardo del paesaggio urbano alla raffigurazione di scenari periferici più simbolici e quasi metafisici.
La presenza dei volti classici in territori “archeologici” desolati e in lande sperdute propone ora una riflessione esistenziale sui nostri tempi di precarietà, incuria, abbandono della nostra stessa memoria storica.

Giovanni CerriGiovanni Cerri è nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora. Ha iniziato a esporre nel 1987 e da allora ha tenuto mostre in Italia e all'estero. Parallelamente all'attività artistica, ha svolto il ruolo di promotore, organizzatore e curatore di mostre in spazi pubblici e gallerie private, collaborando tuttora con riviste, siti web e blog che si occupano di arte moderna e contemporanea.

Da sempre attratto dal territorio urbano di periferia, la sua ricerca si è sviluppata nell'indagine tematica dell’archeologia industriale, con raffigurazioni di fabbriche dismesse, aree abbandonate e relitti di edifici al confine tra città e hinterland.
Dal 2001 al 2009, con il ciclo delle «città fantasma», ha lavorato dipingendo sulla carta di quotidiano. Un supporto che – attraverso alcuni frammenti di scritte – raccontava la nostra contemporaneità, come una sorta di cronaca affiorante dalla materia pittorica.
Nel 2006, con questa tecnica, ha rivisitato in sedici quadri alcuni celebri volti della Cappella Sistina e del Giudizio Universale di Michelangelo per una mostra alla Galleria Blanchaert di Milano e successivamente è stato invitato dal curatore Philippe Daverio al Premio Michetti a Francavilla al Mare.
Nel 2008 espone con il padre Giancarlo al Museo della Permanente a Milano nella mostra «I Cerri, Giancarlo e Giovanni. La pittura di generazione in generazione».
Nel 2009 realizza il grande trittico dal titolo «Gomorra, l’altro Eden», ispirato al best-seller di Roberto Saviano.


In questi anni, diversi suoi cataloghi sono stati accompagnati dai testi dell’amico scrittore Raul Montanari.
Nel 2010 è tornato alla pittura su tela, presentando nell'ambito del Premio «Riprogettare l’archeologia», un altro grande trittico dal titolo «Habitat» alla Triennale Design Museum di Milano. Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla 54° Biennale di Venezia, e successivamente alla mostra «Artisti per Noto. L’ombra del divino nell'arte contemporanea» a Palazzo Grimani a Venezia.
Una sua opera è presente nella collezione del Museo della Permanente a Milano.

Del suo lavoro hanno scritto, tra gli altri: Vera Agosti, Simona Bartolena, Rolando Bellini, Luisa Bergomi, Felice Bonalumi, Cinzia Bossi, Chiara Canali, Gemma Clerici, Mauro Corradini, Stefano Cortina, Stefano Crespi, Antonio D’Amico, Andrea B. Del Guercio, Mimmo Di Marzio, Gianfelice Facchetti, Alberto Figliolia, Lorenza Fragomeni, Flaminio Gualdoni, Cristina Guerra, Franco Migliaccio, Bruno Milone, Raul Montanari, Elisabetta Muritti, Luca Pietro Nicoletti, Carlo Perini, Dimitri Plescan, Veronica Riva, Claudio Rizzi, Steve Rockwell, Gabi Scardi, Giorgio Seveso, Gian Marco Walch. 

[da: http://www.giocerri.com]

 

Giovanni Cerri   Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
tutti i giorni 10.00 > 13.30 e 17.00 > 20.30
Ingresso libero
   
   
   
          Inaugurazione sabato 16 luglio ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara»

 


Alcune immagini della mostra

 

 

 

 

 

Riva del Garda 25 giugno > 14 luglio 2016

Pino De Luca
Giardino Geometrico

 

Mostre 2016

A cura del Centro culturale "La Firma", Riva del Garda, in collaborazione con Anna Canali di Arte Struktura, Desenzano.

 Pino De Luca - Giardino Geometrico


Mostra personale a cura del Centro culturale "La Firma", Riva del Garda, in collaborazione con Anna Canali di Arte Struktura, Desenzano.
25 giugno - 14 luglio 2016. Inaugurazione sabato 25 giugno ore 18

Pino De Luca nasce a Lecce nel 1939. Vive e lavora a Genova. Studia alla Accademia di Belle Arti di Roma con Franco Gentilini e Mino Maccari. Si dedica allo studio delle varie tecniche artistiche e alla musica. Conosce Leonardo Sinisgalli, Bruno Munari ed altri. Si interessa al clima dell’arte Cinetica e Programmata, è notevolmente coinvolto nelle vicende del costruttivismo e del concretismo internazionali. Il suo percorso pittorico si svolge all'insegna di un aniconismo geometrizzante scandito dapprima per quadrati e losanghe interferenti, poi per trame lineari, con effetti di intensa vibrazione. A partire dagli anni Ottanta, il suo lavoro evolve verso articolazioni morfologiche e cromatiche in sequenze segniche fluide, dove il gioco dei tasselli cromatici si giova di equilibri instabili, strutturalmente e dinamicamente composti. Carlo Belloli lo definisce “tessitore di luci interferite nel colore inventato".

Dal 1973 fa parte del Gruppo Sincron di Brescia, a cui collabora Bruno Munari, presso la omonima galleria diretta da Armando Nizzi. Nel 1974 fonda insieme a Borella, Pizzo Greco, Stirane e altri, il Centro Ricerche Estetiche “La Meridiana” di Genova. Nel 1985 è tra i firmatari del Manifesto della Nuova Visualità 1985, ideato da Carlo Belloli a Milano, promosso e divulgato da Anna Canali con esposizioni ad Arte Struktura in Milano e in altre sedi. Nel 1991 presso il Museo del Palazzo della Permanente in Milano, Riccardo Barletta presenta il lavoro di Pino De Luca con il tema "Incontro con il colore". Nel 1996 è tra i vincitori al 1° Premio Trevi Flash Art Museum. Dal 1970 allestisce esposizioni personali e partecipa a importanti rassegne collettive in Italia e all'estero. 

Sequenze di segni caoticiGiardino geometrico / Pino De Luca
"La luce equivale alla vita e la vita è ritmo, movimento, colore, gioco, spazio, segno, gioia, trasformazione continua, ma anche inquietudine, tensioni, contrasti e mille altre cose.

Il senso delle mie configurazioni e dei miei segni è profondamente legato a questi significati, con l’interesse per le esperienze sensibili e le relazioni che si percepiscono dalla realtà quotidiana, complessa e spesso confusa. Si aggiunga, poi, la mia predilezione da sempre, per una visione geometrica della forma, per la combinatoria, per le serie, il tempo, i flussi, le proporzioni numeriche, per i colori dello spettro solare e per i loro effetti mutevoli e cangianti.

Lavoro che si sviluppa in una continua ricerca espressiva sperimentale, con un approccio a processi di carattere logico, concetti ed esperienze concrete, con le tecniche e il linguaggio della pittura. Sono immagini mentali, astrazioni geometriche, insiemi di segni decostruiti e strutturati numericamente, progettati e articolati in percorsi a scansione multipla. Segni fluttuanti che interagiscono nel gioco dell’espressione dei ritmi, degli spazi, nella continua mutazione dei colori, in una sequenza dialettica in divenire, con molte valenze espressive differenti e complesse.

E' un viaggio mentale, che sempre ricomincia, con molta curiosità e ragion d’essere, attraverso un semplice gioco di forma e colore, per una sorta di necessità interiore, con l’intento di condividere con gli altri un senso di piacere e di gioia dall'esistenza delle mie opere."

 

 

Pino De LucaSala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
tutti i giorni 10.00 > 13.30 e 17.00 > 20.30
Ingresso libero





Inaugurazione sabato 25 giugno ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara»

 

 

 

 

Riva del Garda 02 > 20 aprile 2016

Escursioni nell'opera e nel paesaggio
di Mario Rigoni Stern

Fotografie di Loïc Seron

 

Mostre 2016

In collaborazione tra il Centro culturale La firma, il MAG Museo Alto Garda e il Premio Mario Rigoni Stern

 Loïc Seron - Altipiano


La mostra, in collaborazione tra il Centro culturale La firma, il MAG Museo Alto Garda e il Premio Mario Rigoni Stern, ci fa conoscere Loïc Séron, con un lavoro che si propone di evocare temi universali in cui tutti possono identificarsi e che è sia studio fotografico dell'Altipiano di Asiago sia escursione poetica in un paesaggio segnato dall'uomo.

Guidato dalle opere del grande scrittore Mario Rigoni Stern, Seron ha voluto, nelle quattro stagioni, “dare a vedere”, tutti i segni di una possibile armonia tra uomo e natura. Questa armonia è davvero esistita nel corso dei secoli sull'Altipiano e rimane ancora in molti modi. Lo scrittore ne aveva fatto il cuore della sua opera, direttamente o indirettamente: era per lui l'unica via per la felicità individuale e collettiva degli uomini.

Le foto mostrano l'eterna bellezza della natura, la sua forza e la sua dolcezza, con sempre, tra le righe del paesaggio, un'evocazione, una meditazione sull'uomo, a scala locale o globale. 

La mostra viene presentata in anteprima a Riva del Garda, in occasione del Premio Letterario Mario Rigoni Stern. Poi sarà esposta nel Museo Le Carceri della Città di Asiago, al Palazzo della Regione a Venezia e successivamente sarà presentata in Francia.
 

 

Loïc Seron - Altipiano
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale

lunedì > venerdì 15.00 > 18.00
sabato e domenica 10.00 > 12.30 | 14.30 > 18.00
Ingresso libero


Museo di Riva del Garda 

martedì > domenica 10.00 > 18.00



Inaugurazione sabato 2 aprile ore 16.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara»

 


Alcune immagini della mostra

 

  

ALTIPIANO - Escursioni nell'opera e nel paesaggio di Mario Rigoni Stern

È un grande onore, e un immenso piacere, presentare queste fotografie a Riva del Garda in occasione del Premio Letterario Mario Rigoni Stern e come anteprima della mostra che si terrà a Asiago il prossimo ottobre.
Un onore che prolunga quello che mi fu accordato, per qualche ora, nel giugno del 2007, quando ebbi la possibilità di incontrare e fotografare a casa sua questo scrittore tanto caro al mio cuore. Chi lo ha conosciuto capirà senz’altro il ricordo che conservo di quell’incontro: fu un momento calmo e sereno, quasi banale, con poche parole pronunciate, durante il quale la forza vitale del vecchio uomo instillò in me un'emozione formidabile, che conti­nua a irraggiarsi ancora oggi, benefica, stimolante.

Sì, fu davvero una trasmissione, misteriosa e pudica, impercettibile sul momento, che si dispiegò gradualmente in seguito: la trasmissione di un potente messaggio umanista e naturalista. Insieme alla lettura incessante della sua opera, quel messaggio mi ha condotto, alcuni anni dopo, a immaginare questo progetto fotografico sull'Altopiano, e poi a realizzarlo tra la primavera del 2014 e l'autunno del 2015.

AltipianoHo voluto percorrere a lungo, a piedi e in ogni stagione, questo territorio dalla fisionomia così particolare, questa straordinaria isola sulla terraferma sospesa al di sopra della pianura di Vene­zia. Per scoprire, per capire, per mettere delle immagini sulle mie emozioni. Quelle camminate in primavera, in estate, in au­tunno, in inverno, e poi di nuovo in primavera e in autunno, furono assolutamente deliziose. Con una cartina, le mie macchine fotografiche, un taccuino per prendere appunti e la testa piena delle mille e una pagina che il Sergente ha dedicato al suo ama­to altopiano, ho vissuto giorni meravigliosi sui sentieri, negli avvallamenti dalle delicate ondulazioni, tra le foreste e gli in­cantevoli alpeggi, sull'orlo dei precipizi, sulle creste e sulle cime - felice di constatare insieme a lui che, quando si raggiunge la vetta di una montagna, "i sensi si beano"... (Mario Rigoni Stern, L'ultima partita a carte Einaudi, 2002, p.26)

Sono convinto che con uno sguardo nuovo, curioso, si possa trovare bellezza ovunque, ma l'Altopiano è un luogo particolar­mente bello, e di forti contrasti. Per di più, la sua storia umana è straordinariamente ricca: questo fa la sua particolarità. È un luogo con una personalità unica. Lo si percorre come se si fa­cesse una camminata con un amico appassionante, entusiasta, eloquente, mai avaro di un aneddoto o di un insegnamento es­senziale.

È raro che un paesaggio di montagna, così naturale e selvag­gio in apparenza, sia tanto profondamente segnato dagli uomini che ha accolto, nella buona e nella cattiva sorte, lungo i secoli. Lassù ogni singolo metro quadrato racconta una storia, spesso e volentieri più storie. Storie di pace, di organizzazione umana e sociale, di solidarietà, di intelligenza collettiva, di lavoro e di tenacia di fronte alle avversità della vita; storie di guerra, di vite sacrificate o risparmiate, di amicizia, di paura, di inutili massacri, di distruzioni e poi di ricostruzioni...

E la Storia continua, naturalmente, e anche l'uomo contempo­raneo lascia la sua impronta.

Si presentano così all'obiettivo, come eco di destini vicini o lon­tani, le tracce, tenui o evidenti, armoniose o dolorose, di quelle innumerevoli storie. Il genio creatore della natura, dal canto suo, offre in ogni circostanza spettacoli prodigiosi, sempre nuo­vi. L'alternanza, e talora la simultaneità, di queste tracce e di questi spettacoli è la caratteristica propria dell'Altopiano.

La coesistenza intima di paesaggi naturali e paesaggi segnati dall’uomo evoca un sentimento di universalità che è al cuore dell’opera di Mario Rigoni Stern. Si cammina per i sentieri, e si pensa alla vita, alla morte... si pensa a ciò che cambia, e a ciò che non cambierà mai... sì pensa al passato, al presente, al tem­po che passa, a tutto ciò che resta da vivere... Si pensa a tutto; non si può non pensare a niente. E se i ricordi sono dolorosi, sono addolciti dalla bellezza maestosa di una natura benevola che riaffermerà sempre i propri diritti.

Altipiano .  Escursioni nell'opera e nel paesaggio di Mario Rigoni SternNon è esagerato dire che l’Altopiano ha salvato Mario Rigoni Stern: durante le mille prove della guerra, oltre alle inestima­bili competenze che la sua giovinezza in montagna gli aveva dato, trasse molta forza dall’evocazione mentale del suo adora­to paese; di ritorno a Asiago nel 1945, vivo ma straziato dall’or­rore della guerra, si curò al contatto con la foresta e con gli elementi naturali. Passò poi una buona parte della sua vita a esaltare la relazione davvero armoniosa che può esistere tra l’uomo e la natura, una relazione in cui ciascuno arricchisce l’altro e viceversa.

Il cammino che ci mostra, e di cui ha dato tante illustrazioni nelle sue opere e nella sua vita, lo possiamo ritrovare nel suo paesaggio; è anche questo elemento, in sé inafferrabile, che ho cercato di fotografare mentre percorrevo in lungo e in largo l’Al­topiano, un territorio incantatore che invita al rispetto e alla giustezza.

In questi tempi diffìcili, in cui i punti di riferimento vengono meno e l'andatura del mondo si fa incespicante, ma in cui anche, per fortuna, molte persone di buona volontà cercano nuovi modi di pensare la vita, fa bene leggere Rigoni Stern, e leggere nei paesaggi, nelle cose della natura e della vita, i segni di un possi­bile accordo universale.

Perché se l'uomo riesce a vivere sulla terra in armonia con il suo ambiente, come un semplice elemento naturale tra gli altri, è anche con gli altri esseri umani che gli sarà più facile coesis­tere.

Spero che queste fotografie vi diranno tutto ciò meglio delle mie parole... e altro, naturalmente! Perché è soprattutto al vostro immaginario che affido questi scatti realizzati con tanta gioia sull’Altopiano di Asiago...

Loïc Seron (trad. Sara Arena)
Alla memoria di Mario Rigoni Stern