Angelo Dozio - Spazio-colore: sfida alla ricerca dell'infinito

9-24 giugno 2012

Angelo Dozio

«Che senso ha oggi fare arte? In una società, come l’attuale, dove il pensiero critico e le facoltà creative sono troppo spesso messe a dura prova da uno spirito estremamente materialistico, ritengo – scrive l'artista – che la funzione artistica sia una testimonianza. Da quando l’uomo ha cominciato a scrivere e a “segnare” la sua storia, provenendo da culture, da comportamenti, da società e da esperienze sempre diverse, ha sempre e comunque lasciato una traccia di conoscenza del mondo. Ora è il nostro turno; non possiamo più restare indifferenti a quanto accade intorno a noi. In una società tecnologica a sviluppo avanzato sembra quasi che il computer abbia sostituito l’intervento umano. Può il computer, in effetti, sostituirsi alla creatività umana? È innegabile l’effettivo ausilio della macchina sulle scelte dei materiali più idonei e sofisticati per la realizzazione di un progetto, ma è altrettanto indubbi che non si possa eseguire un’opera creativa, degna di questo nome, se non attraverso la mano e la mente dell’uomo».
«Le nuove generazioni – aggiunge Dozio – stanno vivendo attorniate da strumenti di strano benessere, senza profumo e senza calore. Strumenti appariscenti e fantasmagorici, atti ad annullare le qualità critiche e creative dello spirito umano, con l’illusione di una ricreatività pseudoliberatoria. Quando io rappresento “l’orizzonte” non pretendo di stabilire limiti definitivi, ma intendo suggerire a me e agli altri una “dimensione” possibile, verso la quale tendo per un ulteriore arricchimento dell’anelito individuale e sociale verso la speranza di un mondo a misura d’uomo».
Angelo Dozio è nato il 14 luglio 1941 a Merate dove risiede. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1958 inizia ad esporre in rassegne di gruppo mentre la prima mostra personale è del 1961. Indirizza le sue ricerche ai rapporti tra esperienze dirette del quotidiano, visione e conoscenza. Le prime opere inoggettive sono del 1969. Gli «Orizzonti» degli anni ‘70 si inseriscono immediatamente nella problematica “Astrazione-contingente”. Il dato mentale, che si esplica in questo con la concretezza del pensiero e del prodotto pittorico, presuppone un inizio «ciò che è stato». Il 1974 è un momento fondamentale, in cui avviene una coincidenza tra la linea artificiale del «suo» quadro, il suo frammento di finito, con quello reale concreto dell’orizzonte: porzioni di spazio che ne suggeriscono un altro in continuità. Nel 1975 esegue un’opera di 2,5x5,5 m. che sarà esposta all’International Art Center di Londra.
Negli anni Ottanta «Labirinti». Dalla linea orizzontale si passa ai reticoli segmentati, all’incrocio di verticali e orizzontali la cui percezione è data dall’uso del colore in quanto forma-colore; opere che a partire dalla relatività propria del colore e della forma diventano vere e proprie strutture dinamiche. L’apparente semplicità è data dalla ricerca dell’essenziale e anche dall’aspirazione alla trascendenza. Non a caso nei confronti delle sue opere si è accennato in più occasioni ad «una sorta di filosofia neoplatonica». Prosegue con intensa attività pittorica di ricerca e si propone come scultore con la realizzazione di strutture dinamiche per arredamenti urbani. Espone le sue opere in numerose mostre in Italia e all’estero. Alla fine degli anni Novanta le sue opere sono esposte a New York, Parigi, Londra, Buenos Aires.

Dal 9 al 24 giugno nella galleria civica «Craffonara» del Comune di Riva del Garda è allestita una personale dell'artista lombardo Angelo Dozio che indaga il rapporto tra spazio e colore, in una sfida alla ricerca dell'infinito. La mostra, che s’intitola «Colore: sfida alla ricerca dell'infinito» ed è curata dal centro culturale «La Firma», è aperta dal lunedì al giovedì dalle 15.30 alle 19 e dal venerdì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 con ingresso libero.


Riva del Garda, 4 giugno 2012
Uff.st.


Rassegna stampa:


Astratti di Dozio alla Craffonara (Trentino 8 giugno 2012) 

Soltanto in sogno 
Consonanze tra l'opera di Antonia Pozzi e i dipinti di Giovanni Segantini

21 aprile - 13 maggio 2012
 

Antonia Pozzi - Fotografie dell'anima

Nell'anno del centenario della nascita della grande poetessa Antonia Pozzi, la galleria civica Craffonara ospita la mostra «Soltanto un sogno» che mette in evidenza, grazie a materiale in parte inedito, un aspetto ancora poco conosciuto di questa grande artista del Novecento italiano: la sua passione per la fotografia che richiama nelle inquadrature le opere del pittore Giovanni Segantini. Il 28 luglio 1937, in occasione del suo compleanno, regalava infatti all’amico e filosofo Dino Formaggio il libro di Raffaele Calzini «Segantini. Romanzo della montagna». La mostra, curata dal centro culturale La Firma e sostenuta dal Comune di Riva del Garda, s'inaugura sabato 21 aprile alle ore 18 e poi prosegue fino al 13 maggio con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Aperture straordinarie mercoledì 25 aprile, lunedì 30 aprile e martedì 1 maggio. L’ingresso è libero.

Segantini rivive nelle fotografie di Antonia Pozzi

Una delle fotografie in mostra: evidenti le consonanze con la pittura di Segantini

 

Nel 1930 Antonia Pozzi aveva visitato la tomba di Segantini al Maloja in Svizzera: il pittore di origine arcense appariva come l’unico artista capace di restituire alla montagna quel suo fascino di luogo del simbolo e di luogo della Rivelazione ed era sembrato ancor prima che un estetico, un eroe del popolo. Come Millet, (che anche la Pozzi conosceva: «l’Angelus» come titolo fu da lei utilizzato in qualche fotografia) che seppe tradurre in immagini la realtà contadina, dando inizio all’iconografia del lavoro dei campi e della pastorizia. Un artista che crederà a una pittura come espressione dell’anima, dei conflitti umani. 
«…Perché amiamo perdutamente soltanto ciò che non avremo mai: e per me è la miseria, vecchi con lunghi mantelli….»; parole di Antonia Pozzi che proveniva invece da famiglia molto agiata milanese, figlia di Lina Cavagna Sangiuliani e dell'avvocato Roberto Pozzi.          

La Pozzi, con un gesto intenzionale molto profondo, regalò a Dino Formaggio, suo amico e coetaneo, trecento sue fotografie, da lei scelte tra le tantissime altre, con queste motivazioni: «Caro Dino, l’altro giorno hai detto che nelle fotografie si vede la mia anima: e allora eccotele. Perché l’unico fratello della mia anima sei tu e tutte le cose che mi sono state più care le voglio lasciare in eredità a te, ora che la mia anima si avvia per una strada dove le occorre appannarsi, mascherarsi, amputarsi. Caro Dino, che tu almeno possa foggiare la tua vita come io sognavo che divenisse la mia: tutta nutrita dal di dentro e senza schiavitù. In ciascuna di queste immagini vedi ripetuto questo augurio, questa certezza». Erano entrambi, Antonia e Dino, allievi di Antonio Banfi il fondatore di un preciso filone interpretativo della filosofia estetica all’Università Statale di Milano e di cui Dino Formaggio fu il coerente successore e continuatore in quella cattedra.

Un'occasione unica quindi quella di Riva del Garda per rendere omaggio a questa grande artista, morta suicida a soli 26 anni, attraverso fotografie e documenti messi a disposizione dalla vedova di Dino Formaggio, Adriana Zeni, che sarà presente all’inaugurazione nel tardo pomeriggio del 21 aprile. A questo particolare aspetto della personalità dell'artista è stato dedicato recentemente un libro di Giuseppe Mandrini, «Soltanto in sogno», lettere e fotografie per Dino Formaggio, che verrà presentato dall'autore sempre in occasione dell'inaugurazione. Sarà presente anche Isabella Dilavello attrice e autrice teatrale che reciterà alcuni testi e poesie. In chiusura della mostra, sabato 12 maggio, Marina Spada presenterà  il suo film «Poesia che mi guardi»: protagonisti sono Maria, una cineasta, e un gruppo di giovani che pratica la poesia da muro. Riflettendo sulla Pozzi, affrontano i temi dell’essere donna e artista, nella società di allora e di oggi. Da segnalare anche giovedì 10 maggio alle ore 18 nella biblioteca civica la presentazione del libro «Antonia Pozzi. Otto studi» di Matteo Mario Vecchio.

 
Riva del Garda, 19 aprile 2012
Uff.stampa

Alcune immagini della mostra

 

Rassegna stampa:


Antonia Pozzi, non solo versi e rime (l'Adige 23 aprile 2012)

Da sabato in mostra le foto scattate da Antonia Pozzi (Trentino 19 aprile 2012)