La donna che visse due volte

Nel 1958 il pubblico americano accoglie male «La donna che visse due volte» ma negli anni la sua fama è cresciuta ed ha acquisito uno status quasi mitico tanto da essere decretato nel 2012, dalla rivista inglese Sight & Sound, miglior film di tutti i tempi.

La donna che visse due volteDiventando un oggetto di culto - scrive il critico Serge Daney - questo film non ha soltanto conquistato il titolo in versione originale (sarebbe solo snob) ma qualcosa come un «nome di battesimo» segreto e affettuoso: vertigo parola latina che significa «vertigine» - di quelli che si danno agli esseri cari quando sono scomparsi (dico proprio «esseri», benché non ignori che si tratta solo di un mucchio di celluloide impressionata - only a film - ma i film non si limitano ad invecchiare, ci guardano anche invecchiare).

Nessuna grondaia, nessuna vestaglia rossa, nessuna sequoia, nessuno tailleur grigio, nessuna via di San Francisco sono veramente esistiti sullo schermo dopo «Vertigo». Nessun film in realtà gli somiglia. Sto forse scrivendo un ditirambo? Sì.

Ma sarà necessariamente strano come il film. Perché «Vertigo», a differenza della «Finestra sul cortile», non è affatto un film perfetto. E neppure divertente, contrariamente a «Intrigo internazionale». Né terrificante come lo è «Psyco». Né agghiacciante, come «Gli uccelli». Non si tratta nemmeno, per riprendere la bella espressione di Truffaut, di un «grande film malato» come «Marnie». No, «Vertigo» - conclude Daney - è soprattutto un film emozionante.

«La donna che visse due volte» è un film matrice, un film che ha prodotto (e continua a produrre) una serie di imitazioni, citazioni, distorsioni; perché in definitiva nel film si assiste ad una grande messa in scena in una perdita di punti di riferimento che creano, appunto, vertigine.

 

REGIA       Alfred Hitchcock
INTERPRETI   Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes
TITOLO ORIGINALE   Vertigo
GENERE   Giallo
DURATA   128', colore
PRODUZIONE   USA
ANNO   1958