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Riva del Garda 02 > 20 aprile 2016
Escursioni nell'opera e nel paesaggio di Mario Rigoni Stern
Fotografie di Loïc Seron
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In collaborazione tra il Centro culturale La firma, il MAG Museo Alto Garda e il Premio Mario Rigoni Stern
La mostra, in collaborazione tra il Centro culturale La firma, il MAG Museo Alto Garda e il Premio Mario Rigoni Stern, ci fa conoscere Loïc Séron, con un lavoro che si propone di evocare temi universali in cui tutti possono identificarsi e che è sia studio fotografico dell'Altipiano di Asiago sia escursione poetica in un paesaggio segnato dall'uomo.
Guidato dalle opere del grande scrittore Mario Rigoni Stern, Seron ha voluto, nelle quattro stagioni, “dare a vedere”, tutti i segni di una possibile armonia tra uomo e natura. Questa armonia è davvero esistita nel corso dei secoli sull'Altipiano e rimane ancora in molti modi. Lo scrittore ne aveva fatto il cuore della sua opera, direttamente o indirettamente: era per lui l'unica via per la felicità individuale e collettiva degli uomini.
Le foto mostrano l'eterna bellezza della natura, la sua forza e la sua dolcezza, con sempre, tra le righe del paesaggio, un'evocazione, una meditazione sull'uomo, a scala locale o globale.
La mostra viene presentata in anteprima a Riva del Garda, in occasione del Premio Letterario Mario Rigoni Stern. Poi sarà esposta nel Museo Le Carceri della Città di Asiago, al Palazzo della Regione a Venezia e successivamente sarà presentata in Francia.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
lunedì > venerdì 15.00 > 18.00
sabato e domenica 10.00 > 12.30 | 14.30 > 18.00
Ingresso libero
Museo di Riva del Garda
martedì > domenica 10.00 > 18.00
Inaugurazione sabato 2 aprile ore 16.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara»
Alcune immagini della mostra
ALTIPIANO - Escursioni nell'opera e nel paesaggio di Mario Rigoni Stern
È un grande onore, e un immenso piacere, presentare queste fotografie a Riva del Garda in occasione del Premio Letterario Mario Rigoni Stern e come anteprima della mostra che si terrà a Asiago il prossimo ottobre.
Un onore che prolunga quello che mi fu accordato, per qualche ora, nel giugno del 2007, quando ebbi la possibilità di incontrare e fotografare a casa sua questo scrittore tanto caro al mio cuore. Chi lo ha conosciuto capirà senz’altro il ricordo che conservo di quell’incontro: fu un momento calmo e sereno, quasi banale, con poche parole pronunciate, durante il quale la forza vitale del vecchio uomo instillò in me un'emozione formidabile, che continua a irraggiarsi ancora oggi, benefica, stimolante.
Sì, fu davvero una trasmissione, misteriosa e pudica, impercettibile sul momento, che si dispiegò gradualmente in seguito: la trasmissione di un potente messaggio umanista e naturalista. Insieme alla lettura incessante della sua opera, quel messaggio mi ha condotto, alcuni anni dopo, a immaginare questo progetto fotografico sull'Altopiano, e poi a realizzarlo tra la primavera del 2014 e l'autunno del 2015.
Ho voluto percorrere a lungo, a piedi e in ogni stagione, questo territorio dalla fisionomia così particolare, questa straordinaria isola sulla terraferma sospesa al di sopra della pianura di Venezia. Per scoprire, per capire, per mettere delle immagini sulle mie emozioni. Quelle camminate in primavera, in estate, in autunno, in inverno, e poi di nuovo in primavera e in autunno, furono assolutamente deliziose. Con una cartina, le mie macchine fotografiche, un taccuino per prendere appunti e la testa piena delle mille e una pagina che il Sergente ha dedicato al suo amato altopiano, ho vissuto giorni meravigliosi sui sentieri, negli avvallamenti dalle delicate ondulazioni, tra le foreste e gli incantevoli alpeggi, sull'orlo dei precipizi, sulle creste e sulle cime - felice di constatare insieme a lui che, quando si raggiunge la vetta di una montagna, "i sensi si beano"... (Mario Rigoni Stern, L'ultima partita a carte Einaudi, 2002, p.26)
Sono convinto che con uno sguardo nuovo, curioso, si possa trovare bellezza ovunque, ma l'Altopiano è un luogo particolarmente bello, e di forti contrasti. Per di più, la sua storia umana è straordinariamente ricca: questo fa la sua particolarità. È un luogo con una personalità unica. Lo si percorre come se si facesse una camminata con un amico appassionante, entusiasta, eloquente, mai avaro di un aneddoto o di un insegnamento essenziale.
È raro che un paesaggio di montagna, così naturale e selvaggio in apparenza, sia tanto profondamente segnato dagli uomini che ha accolto, nella buona e nella cattiva sorte, lungo i secoli. Lassù ogni singolo metro quadrato racconta una storia, spesso e volentieri più storie. Storie di pace, di organizzazione umana e sociale, di solidarietà, di intelligenza collettiva, di lavoro e di tenacia di fronte alle avversità della vita; storie di guerra, di vite sacrificate o risparmiate, di amicizia, di paura, di inutili massacri, di distruzioni e poi di ricostruzioni...
E la Storia continua, naturalmente, e anche l'uomo contemporaneo lascia la sua impronta.
Si presentano così all'obiettivo, come eco di destini vicini o lontani, le tracce, tenui o evidenti, armoniose o dolorose, di quelle innumerevoli storie. Il genio creatore della natura, dal canto suo, offre in ogni circostanza spettacoli prodigiosi, sempre nuovi. L'alternanza, e talora la simultaneità, di queste tracce e di questi spettacoli è la caratteristica propria dell'Altopiano.
La coesistenza intima di paesaggi naturali e paesaggi segnati dall’uomo evoca un sentimento di universalità che è al cuore dell’opera di Mario Rigoni Stern. Si cammina per i sentieri, e si pensa alla vita, alla morte... si pensa a ciò che cambia, e a ciò che non cambierà mai... sì pensa al passato, al presente, al tempo che passa, a tutto ciò che resta da vivere... Si pensa a tutto; non si può non pensare a niente. E se i ricordi sono dolorosi, sono addolciti dalla bellezza maestosa di una natura benevola che riaffermerà sempre i propri diritti.
Non è esagerato dire che l’Altopiano ha salvato Mario Rigoni Stern: durante le mille prove della guerra, oltre alle inestimabili competenze che la sua giovinezza in montagna gli aveva dato, trasse molta forza dall’evocazione mentale del suo adorato paese; di ritorno a Asiago nel 1945, vivo ma straziato dall’orrore della guerra, si curò al contatto con la foresta e con gli elementi naturali. Passò poi una buona parte della sua vita a esaltare la relazione davvero armoniosa che può esistere tra l’uomo e la natura, una relazione in cui ciascuno arricchisce l’altro e viceversa.
Il cammino che ci mostra, e di cui ha dato tante illustrazioni nelle sue opere e nella sua vita, lo possiamo ritrovare nel suo paesaggio; è anche questo elemento, in sé inafferrabile, che ho cercato di fotografare mentre percorrevo in lungo e in largo l’Altopiano, un territorio incantatore che invita al rispetto e alla giustezza.
In questi tempi diffìcili, in cui i punti di riferimento vengono meno e l'andatura del mondo si fa incespicante, ma in cui anche, per fortuna, molte persone di buona volontà cercano nuovi modi di pensare la vita, fa bene leggere Rigoni Stern, e leggere nei paesaggi, nelle cose della natura e della vita, i segni di un possibile accordo universale.
Perché se l'uomo riesce a vivere sulla terra in armonia con il suo ambiente, come un semplice elemento naturale tra gli altri, è anche con gli altri esseri umani che gli sarà più facile coesistere.
Spero che queste fotografie vi diranno tutto ciò meglio delle mie parole... e altro, naturalmente! Perché è soprattutto al vostro immaginario che affido questi scatti realizzati con tanta gioia sull’Altopiano di Asiago...
Loïc Seron (trad. Sara Arena)
Alla memoria di Mario Rigoni Stern