LunedìCinema - Cineforum 2017 | 2018
    

 JERRY LEWIS, UN GENIO ICONOCLASTA
Le folli notti del dottor Jerryll (1963)

 

La parodia si afferma come un genere sicuramente divertente che per Umberto Eco costituiva anche una forma di ulteriore conoscenza. Una forma espressiva che ha quindi l’essenziale compito di smitizzare gli effetti dell’opera importante e trasformarla in prodotto adatto ad un consumo popolare, per diventare strumento immediatamente riconoscibile e anche il titolo, spesso, nella sua essenza accattivante, ridefinisce i termini del mito, offrendo al pubblico una differente prospettiva.

Pertanto l’operazione messa in piedi da Jerry Lewis con Le folli notti del dottor Jerryll (assai preferibile è il titolo originale The Nutty professor), con la quale il regista e attore ha messo in scena una parodia dello stevensoniano romanzo Dottor Jackyll e Mr. Hide, non è particolarmente originale, ma questo non significa affatto che non funzioni egregiamente. Il regista e attore è ebreo di origine russa ed è un personaggio indiscutibilmente importante nel panorama del cinema americano. Il suo carisma ha attirato l’attenzione di Martin Scorsese che nel 1983 costruì sul suo mito un film come Re per una notte, titolo oggi forse un po’ trascurato della sua filmografia.

Le folli notti del dottor JerryllAmbientato nel classico college americano nella cultura policroma degli anni ’60, Le folli notti del dottor Jerryll rielabora i concetti del romanzo adattandoli ad una nuova chiave di lettura che è quella del rifiuto di se. Ciò accadeva in un’epoca in cui cominciavano a farsi largo, dopo i timori della guerra fredda, i primi bagliori di un edonismo ancora acerbo e sul quale il film centra completamente il suo sottotesto, sotto le mentite spoglie di una farsa d’amore.

Mr. Julius Kelp è un professore di chimica, genialoide, imbranato e malaccorto, come egli stesso si definisce, ma anche pazzo come rimarca il titolo originale. Kelp è bruttino, ma intelligente, sgraziato, segretamente innamorato della sua allieva Stella Purdy. Elabora un intruglio che gli permette di trasformarsi in un uomo bello, sfrontato, misuratamente rude e romantico. Ma la pozione agisce per qualche ora e Buddy Love, così si chiama il personaggio nel quale Kelp si trasforma, è costretto a precipitose ritirate, nelle fasi decisive del corteggiamento. Ma l’amore è cieco e la bellezza non sta nella forma, ma nel contenuto.

Come si immagina e come accade con i grandi artisti, il film di Lewis non si ferma alla superficie, ma scava dentro la sensibilità dei suoi personaggi, riuscendo a toccare quelle piccole verità conosciute che però non è peregrino che vengano sottolineate di tanto in tanto. Lewis possiede il film e lo fa proprio, vero maestro del trasformismo e dell’invenzione mimica, gag esilaranti e inedite si susseguono a ritmo incessante. Il primo colloquio con il preside del College è memorabile. La sua mimica facciale e le sue posture, l’invenzione, poi fantozziana, dell’essere seduto su una poltrona dove sprofonda sono un piccolo e irresistibile capolavoro. Poi il film è segnato dal suo essere sempre fuori posto e dal confronto con il bullo, bello e aitante, prova ne sia la sequenza della palestra – con l’irresistibile effetto delle braccia lunghe al mattino dopo – e i vari disastri causati dal suo essere maldestro. L’alter ego, Buddy Love, non fa che aggravare apparentemente i tratti di questo disagio, ma in fondo tutto è destinato a mutare direzione, in un’ottica ottimista che dominava i tempi.

In fondo a riguardarlo il film di Lewis del 1963 anticipa e afferma i tratti di una comicità raffinata che avrebbe segnato buona parte del cinema a venire di Woody Allen. Si ritrovano gli stessi temi, tra i quali quello del confronto tra lo sfigato intellettuale e il bel bullo, ma ignorante e rozzo, tutti spunti di una comicità raffinata che sarebbero diventati i pezzi importanti della prima comicità alleniana. Ma il pessimismo di Allen avrebbe offerto tutt’altra sorte ai suoi personaggi che senza rivincita ripiomberanno nella solita ignorata solitudine.

Tutto resta frutto della identica radice culturale ebraica e, fino ad un certo punto, dell’identico modo di vedere il mondo e certe cose del mondo. La bella Stella Purdy si innamorerà del brutto anatroccolo, ma pieno di risorse intellettive e anche lei è una donna fuori luogo e fuori tempo rispetto a quella modernità in arrivo e al mito dei tempi e al culto eterno della bellezza. A nulla valgono, per togliere valore al personaggio, gli sdilinquimenti, volutamente esagerati, ai quali Stella sembra doversi doverosamente sottoporre, ciò che conta, in fondo, è il risultato finale.

Le folli notti del dott. Jerryll resta parodia anche nel titolo italiano che esigeva qualcosa di più immediatamente riconoscibile dal pubblico. La “nemesi” ha dato vita ad un remake di questo film con protagonista Eddie Murphy. Ma Le folli notti del dottor Jerryll resta un esempio di solido cinema, di spettacolo perfettamente sincronizzato nei tempi che non perde nemmeno per un attimo la sua presa sul pubblico, segno del genio comico di Jerry Lewis e della sua modernità, se ancora oggi il suo smalto rimane brillante come i colori del technicolor che lo animano.

da: sentieriselvaggi.it


 
 

 

   Scheda film  

       Le folli notti del dottor Jerryll (1963)  
     
TITOLO ORIGINALE The Nutty Professor  
PRODUZIONE USA  
ANNO 1963  
DURATA 107'   
COLORE Colore (Technicolor)  
AUDIO Mono  
RAPPORTO 1,85 : 1  
GENERE Comico  
REGIA Jerry Lewis
   


INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Jerry Lewis: prof.Julius Kelp/Buddy Love
  • Stella Stevens: Stella Purdy
  • Del Moore: dr.Hamius Warfield
  • Kathleen Freeman: Millie Lemmon
  • Milton Frome: dr.Sheppard Leevee
  • Buddy Lester: barman
  • Howard Morris: Elmer Kelp
  • Elvia Allman: Edwina Kelp
 

DOPPIATORI
ITALIANI
  • Carlo Romano: prof.Julius Kelp/Buddy Love
  • Maria Pia Di Meo: Stella Purdy
  • Renato Turi: dr.Hamius Warfield
  • Lidia Simoneschi: Millie Lemmon
  • Sergio Graziani: dr.Sheppard Leevee
  • Riccardo Mantoni: barman
  • Sergio Tedesco: Elmer Kelp
  • Wanda Tettoni: Edwina Kelp
 
SOGGETTO Jerry Lewis e Bill Richmond
 
SCENEGGIATURA Jerry Lewis e Bill Richmond
 
FOTOGRAFIA W. Wallace Kelley  
MUSICHE Walter Scharf, Les Brown
 
SCENOGRAFIA Robert R. Benton, Sam Comer