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                                                     L'ebreo che ride


L'ebreo che ride





In occasione della mostra dedicata a Lele Luttazzi "Ricordi magici - Opere di mare e di terra edite e inedite" il Centro Culturale «La Firma» ha abbinato una rassegna cinematografica, progettata da Ludovico Maillet. «L'ebreo che ride» è il logico completamento dell'esposizione dedicata allo «Chagall italiano». E proprio al mondo magico di Chagall e di Luzzati si vuole rendere omaggio proiettando tre film legati all'ambiente e alla cultura ebraiche dell'est Europa (ashkenazita). Tre film che vogliono ricordare l'umorismo, le tradizioni, la vitalità di un mondo scomparso, spazzato via dalla barbarie del secondo conflitto mondiale: il mondo degli «shtetl», i piccoli villaggi ebraici di cui era costellato tutto l'est europeo.

Si parte il 21 novembre con «Yentl», un film fortemente voluto da Barbra Streisand che non solo lo interpreta ma anche lo dirige e lo produce. Nella Polonia dell'inizio del '900 una ragazza di una piccola comunità ebraica si troverà a scontrarsi con la propria tradizione per poter studiare e accedere alla cultura «maschile» dei padri.  

Si prosegue il 5 dicembre con «Ogni cosa è illuminata», tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer: la storia di un ragazzo americano che parte in Ucraina alla ricerca del piccolo villaggio, lo «shtetl» appunto, dove aveva vissuto il nonno e dal quale aveva dovuto scappare per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti. Questo viaggio diventa l'occasione per riscoprire le proprie radici e trovare un mondo di cui non conosceva l'esistenza.

Il ciclo si conclude con «Il violinista sul tetto», splendido musical del 1971, che forse rispecchia meglio di qualunque altra cosa la bellezza di un mondo pieno di gioia e ironia che la crudeltà della storia ha completamente spazzato via. Il film, con grande dispiegamento di mezzi, tenta di ricreare questo mondo e di renderci partecipi, attraverso la storia di Tevye e delle sue cinque figlie, delle sue gioie e dei suoi dolori.