LA CULTURA GIAPPONESE AL CINEMA

In collaborazione con Arco Bonsai, manifestazione che si svolge ogni anno ad Arco all'inizio di maggio, vengono proiettati due film dedicati alla cultura giapponese al cinema.


Cinque donne intorno a Utamaro

Cinque donne intorno a UtamaroRealizzato subito dopo la guerra, Utamaro o Meguru Gonin no Onna (Cinque donne intorno a Utamaro) racconta alcuni episodi della vita di uno dei più leggendari artisti giapponesi, Utamaro Kitagawa (1753-1806), specialista nelle stampe ukiyo-e, che raffigurano donne di ogni tipo e di ogni classe sociale, sconvolgendo con il suo stile i tradizionali canoni estetici.

Intorno a lui ruotano le vicende dell'incisore Seinosuke innamorato inizialmente di Yukie, figlia del grande pittore Kano; della prostituta Okita, amata da Shozaburo, che però fugge via con Takasode, incantevole modella il cui corpo viene dipinto da Utamaro, così come quello di Oran, altra splendida donna che affascina il pittore e anche Seinosuke.

da: filmscoop.it

REGIA

     

Kenji Mizoguchi

INTERPRETI  

Bando Minosuke, Tanaka Kinuyo, Bando Kotaro, Iizuka Toshiko, Kawasaki Hiroko, Ohara Eiko, Nakamura Shotaro

TITOLO ORIGINALE   Utamaro o Meguru Gonin no Onna
GENERE   Biografico
DURATA   95', b/n
PRODUZIONE   Giappone
ANNO   1946

Il film verrà proiettato giovedì 1° maggio ore 21.00 nella sala consiliare del Casinò di Arco.
Ingresso riservato ai convegnisti e tesserati F.I.C..



Jiro e l'arte del sushi

Jiro e l'arte del sushiL'unico intruso, rispetto alle voci di Jiro e dei suoi figli ed apprendisti, è rappresentato da un critico di gastronomia, ideale per introdurre lo spettatore ignaro alla magnificenza del ristorante di Jiro, tempio-atelier in cui da settant'anni l'anziano chef pratica il rito della preparazione del sushi.

Massaggi di polipi che arrivano a 40 minuti, tagli di tonni selezionati dopo un accuratissimo setaccio al mercato del pesce di Tokyo, tutto per realizzare il sushi più delizioso e ricercato del mondo, un'arte che Jiro non ha mai smesso di imparare, migliorando in continuazione.

Al punto tale da permettere al ristorante di entrare nella ristretta cerchia dei "tre stelle" Michelin, nonostante i coperti siano dieci e posizionati davanti a un bancone, la prenotazione debba avvenire almeno un mese prima e il prezzo vada dai 220 euro in su. 

da: mymovies.it

REGIA

     

David Gelb

INTERPRETI  

Jiro OnoSukiyabashi Ono

TITOLO ORIGINALE   Jiro Dreams of Sushi
GENERE   Documentario
DURATA   81', Colore
PRODUZIONE   USA
ANNO   2011

Il film verrà proiettato domenica 4 maggio ore 21.00 nella sala consiliare del Casinò di Arco.
Ingresso riservato ai convegnisti e tesserati F.I.C..

 

 

La perdizione

Il titolo originale: «Mahler» presentava molto meglio il contenuto del film: la vicenda interiore del grande compositore e direttore d'orchestra cecoslovacco, come l'ha sentita e rivissuta, in un linguaggio filmico sorprendente, Ken Russell. Le suggestioni soggettive dell'uomo e soprattutto dell'artista Mahler, suscitate in Russell dalle composizioni del musicista, sono il vero contenuto, ora lirico ora drammatico, del film. La vicenda del film si svolge durante l'ultimo viaggio in treno del grande musicista, che, ammalato di setticemia, vuole morire a Vienna.

La perdizioneLe crisi, il sonno sono le banali occasioni esterne, che danno modo al regista di far rivivere i momenti salienti della tormentata vita e arte di Mahler. In un paesaggio suggestivo, Mahler si rivede nella sua casa, in riva al lago, appassionato del silenzio per cogliere tutte le voci della natura e tradurle in musica; si rivede ragazzo e prende coscienza che non può essere un vero compositore se non si sente parte viva della natura, parte viva di Dio. Siamo al tempo dell'incompiuta decima sinfonia. L'incubo della morte è rappresentato da Russell nella drammatica scena dei funerali, del cimitero, della cremazione, del tradimento della moglie (Alma).

Russell presenta immagini ora parodistiche ora grottesche, i miti teutonici delle opere di Wagner con la loro cruda sopraffazione. La religiosità pagana esplode nelle rappresentazioni parossistiche del razzismo, del pangermanesimo, dell'antisemitismo, senza escludere una certa acidità anticristiana. Nella sua inconfondibile mescolanza di invenzioni figurative - ora strampalate ora immaginose, sempre in bilico sul Kitsch - e di luoghi tipici (le une e gli altri sostenuti dalla splendida fotografia di Dick Bush) c'è in questo film un'insolita tenerezza che in diversi momenti ha una grazia dolcemente appassionata.

 

REGIA       Ken Russell
INTERPRETI   Robert Powell, Georgina Hale, Lee Montague, Richard Morant
TITOLO ORIGINALE   Mahler
GENERE   Biografico
DURATA   115', colore
PRODUZIONE   Gran Bretagna
ANNO   1974

 

Tutte le mattine del mondo

«Tutte le mattine del mondo» è la storia di due musicisti legati da un intenso, contraddittorio rapporto maestro - allievo: Marin Marais, compositore vissuto tra XVII e XVIII secolo, prima allievo di Jean Baptiste Luliy e poi musicista da camera del re Luigi XIV - e il misterioso musicista Monsieur de Sainte Colombe.
Tutte le mattine del mondo
E' raccontata in flash-back dallo stesso Marais, dinanzi a un piccolo gruppo di musicisti, suoi allievi, e ripercorre le tappe della sua formazione da musicista di viola da gamba, il ritorno all'umile casa natale, l'aspirazione di diventare un musicista celebre, le prime lezioni e quindi l'incontro con quello che ritiene il suo vero maestro, il Sainte Colombe. Il maestro riconosce le doti di virtuoso del Marais, ma rifiuta di dargli lezione, perché non sarà mai un vero musicista. È solo l'intervento della più grande delle sue figlie a convincere Sainte Colombe ad accordargli il privilegio delle sue lezioni. Si ammala e si uccide.

Frutto della collaborazione tra lo scrittore Pascal Ouignard che ha adattato un suo romanzo (1991), il regista e il musicista Jordi Savall, è un film di incanto severo e raffinato, di esterna immobilità aristocratica e di sconvolgenti burrasche interiori che cerca di dire l'indicibile attraverso la musica.

Biografico e storico allo stesso tempo, il film è costruito sulla pregnanza di musiche e silenzi, è un inno alla musica come atto comunicativo estremo e assoluto, atto condensato che tende a raccogliere nel grembo del suo dirsi l'invisibile e l'indicibile che riempiono la realtà e le persone.  Raduna il passato, salmeggia la nostalgia del perduto e canta lo sperato.

Vincitore del premio Delluc, di 7 Césars e dell'Efebo d'oro nel 1992.


REGIA       Alain Corneau
INTERPRETI   Gérard Depardieu, Jean-Pierre Marielle, Anne Brochet, Guillaume Depardieu
TITOLO ORIGINALE   Tous les matins du monde
GENERE   Drammatico
DURATA   114', colore
PRODUZIONE   Francia
ANNO   1991

 

L'altra faccia dell'amore

Film del 1971 segue l'opera prima di Russell, il sensibilissimo «Women in love» e conferma l'impatto dell'energia stilistica regista. Sarà perché l'indubbio decadentismo di Russell si sposa perfettamente con l'altrettanto indubbio decadentismo romantico della musica di Tchaikovsky (ed in più, se vogliamo, con quello sociale del momento storico nel quale la vicenda si svolge), ma è innegabile che «L'altra faccia dell'amore» è tra le biografie musicali più dense e più forti che il cinema ci abbia offerto da tempo.

L'altra faccia dell'amoreCerto non è il rigore che regna sovrano, e forse nemmeno l'assoluta verità storica, o la ricerca della coerenza. Ma che importanza ha tutto ciò se la forma del film di Russell s'incontra, in tutta la sua incontenibile vitalità, con la stessa incoerenza, la stessa mancanza di rigore che ha segnato l'opera e la vita del protagonista del film?  «L'altra faccia dell'amore» dev'essere visto con l'abbandono dei sentimenti e non con il freddo raziocinio di un esame di lingua o di etica. Solo così se ne potrà apprezzare lo slancio straordinario, la ricchezza del'invenzione, la genuinità dell'emozione.

Il talento superiore con il quale Russell muove l'ottocento russo nello sfondo (fin dalle prime, fertilissime sequenze) e la sua abilità incomparabile nell'unire l'immagine al suono, o meglio, nel tradurre il suono in una immagine corrispondente.

Nel film c'è l'abbandono totale di un artista alla propria opera: di questa sua generosità è difficile fargliene un rimprovero. Ken Russell racconta con il solito stile barocco e visionario «la storia d'amore tra un omosessuale e una ninfomane» (testuali parole del regista), regalandoci un melodramma psicoanalitico cupo e profondo, in cui il rapporto conflittuale tra singolo e società, tra genio romantico e convenzioni sociali, trova, nelle disperate vicende del protagonista, la sua esemplificazione.



REGIA       Ken Russell 
INTERPRETI   Glenda Jackson, Richard Chamberlain, Christopher Gable, Max Adrian
TITOLO ORIGINALE   The Music Lovers
GENERE   Biografico
DURATA   122', colore
PRODUZIONE   Gran Bretagna
ANNO   1971