Lunedì cinema - Cineforum 2015 2016

 Mogli pericolose (1958) di Luigi Comencini 

Quattro coppie trascorrono un weekend in campagna. Mentre i loro mariti vanno a caccia, le mogli parlano di uomini. La giovane Ornella non è d'accordo che gli uomini siano tutti frivoli: lei sa che può fidarsi di suo marito. La sua amica Tosca scommette che lei riuscirà a sedurlo. Tornata a Roma, mette in pratica il suo piano... 

Mogli pericolose

Scritto e diretto da Luigi Comencini, Mogli Pericolose è una commedia leggera sulle relazioni tra uomini e donne all'interno della coppia e in particolare sui pericoli di una gelosia eccessiva. Come molte commedie italiane del tempo, Mogli Pericolose è un ritratto della classe media, quella che esce trionfante dalla ricostruzione, abbastanza agiata da dimenticare i problemi materiali e concentrarsi sui rapporti umani. Il contenuto è un po 'meno superficiale di quello può sembrare, anche se la descrizione non è molto approfondita. 

Senza troppo esagerare o scadere nella caricatura, Comencini utilizza le quattro coppie per mostrare quattro situazioni molto diverse (fiducia, squilibrio, sospetto, conflitti aperti). L’umorismo è suscitato dalle tensioni e dai drammi che si intrecciano. L’insieme è molto divertente, supportato da un ottimo cast d’attori.

A proposito di umorismo, Comencini dice: 
"Una cosa è certa: per fare un film divertente, si deve inventare delle storie davvero tragiche. (...) La risata è una conseguenza della cattiveria umana. Charlot ha sempre e solo fatto ridere con le sue disgrazie. Quando finalmente le cose funzionano per lui, sullo schermo appare la parola "fine". Molto più modestamente, Mogli Pericolose propone di far ridere la gente, mostrando i pericoli e disastri che fanno capolino in qualsiasi casa. Nel film, questi pericoli e questi disastri non solo fanno capolino ma traboccano con tutta la loro forza, la loro insistenza cieca e persistente, facendo così divertire. 
(Intervista pubblicata da
Tempo il 25//11/1958, citata nel libro di Jean A. Gili Luigi Comencini)

da: http://films.blog.lemonde.fr/

  

 Scheda film
        Mogli pericolose   
PRODUZIONE   Italia  
ANNO   1958  
DURATA   98'  
COLORE   B/N  
AUDIO   Mono  
RAPPORTO   1,37:1  
GENERE   Commedia  
REGIA   Luigi Comencini    

INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Nino Taranto: Pirro
  • Franco Fabrizi: Bruno
  • Mario Carotenuto: Benito Bertuetti "Benny"
  • Renato Salvatori: dottor Federico Carpi
  • Sylva Koscina: Tosca, moglie di Pirro
  • Dorian Gray: Ornella, moglie di Bruno
  • Pupella Maggio: Aurelia Bertuetti "Lolita"
  • Giorgia Moll: Claudina Carpi
  • Bruno Carotenuto: Tato
  • Maria Pia Casilio: Elisa
  • Rosalba Neri: Angelina
  • Pina Gallini: signorina Zamparini
  • Pina Renzi: madre di Ornella
  • Nando Bruno: tassista
  • Yvette Massion: Corinne
  • Vittoria Crispo: Caterina
  • Ciccio Barbi
  • Riccardo Ricci
 
SOGGETTO   Edoardo Anton, Luigi Comencini, Ugo Guerra, Marcello Fondato
 
SCENEGGIATURA
  Edoardo Anton, Luigi Comencini, Ugo Guerra, Marcello Fondato  
FOTOGRAFIA   Armando Nannuzzi  
MONTAGGIO   Nino Baragli  
MUSICHE   Felice Montagnini, Domenico Modugno
 
SCENOGRAFIA   Piero Filippone
 
COSTUMI



Adriana Berselli  

 

  
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 Gli anni spezzati (1991) di Peter Weir 


Australia 1914. Archie (Mark Lee) e Frank (Mel Gibson) intraprenderanno un viaggio che li porterà, nella primavera del 1915, prima in Egitto, presso il campo di addestramento inglese, e poi sullo Stretto dei Dardanelli, nei pressi di Gallipoli, città che dà il titolo originale al film. Ed è là che la guerra mostrerà loro il proprio aspetto cinico e spietato, nonché privo di qualsiasi possibile idealismo. 

Gli anni spezzati (Gallipoli)Sesta opera del maestro australiano Peter Weir, all’epoca non ancora quarantenne e quarto film per Mel Gibson, poco più che ventenne. Il primo aveva mostrato le sue eccezionali doti di regista con l’inquietante e spettacolare Picnic at Hanging Rock, il secondo era reduce da Interceptor, lungometraggio a bassissimo budget destinato a diventare un cult. Dall’incontro fra i due, connubio che si confermerà vincente anche per il toccante Un anno vissuto pericolosamente, nasce uno dei più incisivi film antimilitaristi mai realizzati. Gran parte di questa forza espressiva proviene dall’intenzione di non cedere mai alla retorica, ma di raccontare semplicemente i fatti, e su quest’aspetto lo stile immediato e netto dell’australiano Weir, coautore anche della sceneggiatura, si fa decisamente sentire. 

Gli avvenimenti narrati, e realmente successi, rappresentano il disgraziato episodio della Battaglia del Nek, combattuta da due reggimenti della 3a Brigata di Cavalleria Leggera australiana e neozelandese svoltasi nell’agosto del 1915 nei pressi dello stretto dei Dardanelli. Si trattò di una serie di assalti fallimentari volti a conquistare una trincea turca. Fu una delle innumerevoli carneficine che caratterizzarono il primo conflitto mondiale.

Accolto con entusiasmo in patria, Gli anni spezzati (Gallipoli) ha conosciuto minor fortuna in Europa e in USA, sebbene con ogni probabilità sia stato d’ispirazione per molti film successivi e incentrati sullo stesso tema. Eppure è un piccolo gioiello di stile registico, a cominciare dalla maestria con la quale Weir dimostra di essere, anche agli esordi della carriera, uno dei migliori nella composizione e distribuzione degli spazi sui campi lunghi e lunghissimi. Memorabili sono le inquadrature nel deserto australiano, i grandi sfondi egiziani e la scena del bagno subacqueo dei soldati, delicato preludio al loro destino. L’adagio di Albinoni si alterna al capolavoro elettronico Oxygene di Jean Michel Jarre. Una scelta, quest’ultima, che risulta particolarmente efficace nel descrivere il contrasto fra l’umanità dei protagonisti e la loro riduzione a puri strumenti funzionali al meccanismo cieco della guerra.

Raffaele Castagna 
win.sentieridelcinema.it

   

   Scheda film    
         Gli anni spezzati  
TITOLO ORIGINALE   Gallipoli  
PRODUZIONE   Australia  
ANNO   1981  
DURATA   110'  
COLORE   Colore  
AUDIO   Mono  
RAPPORTO   2,35:1  
GENERE   Storico  
REGIA   Peter Weir    

INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Mel Gibson: Frank Dunne
  • Mark Lee: Archy Hamilton
  • David Argue: Snowy
  • Bill Kerr: Jack
  • Robert Grubb: Billy
  • Tim McKenzie: Barney
  • Harold Hopkins: Les McCann
  • Charles Lathulu Yupingli: Zac
  • Heath Harris: Stockman
 
SOGGETTO   Peter Weir
 
SCENEGGIATURA
  David Williamson  
FOTOGRAFIA   Russell Boyd  
MONTAGGIO   William M. Anderson  
MUSICHE   Brian May, Jean Michel Jarre, Albinoni
 
SCENOGRAFIA   Herbet Pinter
 
       
  

  

 

 Lunedì cinema - Cineforum 2015 2016v
 
 Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia (2005) di Christian Carion 



Christian Carion, ispirandosi a un fatto realmente accaduto durante la Prima Guerra Mondiale, racconta la storia di due cantanti lirici (lei è Diane Kruger) che si recano sul fronte tedesco la vigilia di Natale per allietare con il loro canto le truppe. Ma dopo la prima strofa di Stille Nacht, il "nemico" scozzese risponde accompagnando la canzone con la cornamusa. 

Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storiaBasta poco perché i soldati escano dalle trincee per incontrarsi su quello che, fino ad allora, era il terreno di guerra. Anche il reggimento francese si unisce per festeggiare. Champagne, sigarette, cioccolato, foto e ricordi vengono condivisi fra abbracci e sorrisi. Il prete scozzese che aveva suonato la cornamusa celebra la messa. All'Ave Maria intonato dalla cantante, i soldati non riescono a trattenere le lacrime: una sequenza che, anche per la costruzione sui primi piani, sembra un omaggio al finale di Orizzonti di gloria. Ma la guerra è una macchina inarrestabile, che non può perdonare la "disobbedienza"... 

Il film, pur non del tutto libero da una certa retorica, racconta con semplicità e ironia un commovente esempio di umanità e di pacifismo che colpisce per la sua universalità e fa riflettere, ancora una volta, sull'assurdità del conflitto armato
da http://www.mymovies.it

Il regista adotta uno stile semplice e naif come i personaggi di cui racconta le vite: fornai, operai, contadini, gente normale che si ritrova a dover subire le atrocità della guerra, scaraventata lontano da un mondo fatto di cose semplici, un mondo lontano anni luce da quello dei generali che hanno deciso del loro destino.
Un film bello in lingua originale, ma pesantemente compromesso da un doppiaggio che fa parlare tutti i personaggi in italiano, creando scene surreali e paradossali, con soldati di fazioni opposte che si domandano vicendevolmente se qualcuno capisce la loro lingua e tutti parlano italiano…
http://filmup.leonardo.it

 

   Scheda film    
           Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia
TITOLO ORIGINALE   Joyeux Noël  
LINGUA ORIGINALE   Inglese, francese, tedesco, latino  
PRODUZIONE   FranciaGermaniaRegno Unito  
ANNO   2005  
DURATA   116'  
COLORE   Colore  
AUDIO   DTS, Dolby Digital  
RAPPORTO   2.35:1  
GENERE   Guerra, Drammatico  
REGIA   Christian Carion    

INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Lucas Belvaux: Gueusselin
  • Dany Boon: Ponchel
  • Daniel Brühl: Horstmayer
  • Guillaume Canet: luogotenente Audebert
  • Alex Ferns: Gordon
  • Suzanne Flon: Anna Sörensen
  • Benno Fürmann: Nikolaus Sprink
  • Diane Kruger: Anna Sörensen
  • Bernard Le Coq: il generale
  • Gary Lewis: Palmer
  • Michel Serrault: proprietario della casa occupata
  • Suzanne Flon: proprietaria della casa occupata
 

DOPPIATORI ITALIANI
 
  • Diane KrugerELEONORA DE ANGELIS
  • Guillaume CanetRICCARDO ROSSI
  • Benno FürmannVITTORIO DE ANGELIS
  • Gary LewisANGELO NICOTRA
  • Dany Boon: FABRIZIO MANFREDI
 
SOGGETTO   Christian Carion
 
SCENEGGIATURA
  Christian Carion  
FOTOGRAFIA   Walther van den Ende  
MONTAGGIO   Andrea Sedlácková  
EFFETTI SPECIALI   J.C. Burgeois e Antoine Vander Winkel  
MUSICHE   Philippe Rombi
 
SCENOGRAFIA   Jean-Michel Simonet
 
COSTUMI   Alison Forbes-Meyler  
TRUCCO   Andreea DardeaCaitlin Tanner  
       
  

  

 

 

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 La regina d'Africa (1951) di John Huston 


Prodotto dalla Horizon Pictures, il film è il primo girato in 
Technicolor da Humphrey Bogart e Katharine Hepburn, due dei più affermati divi di Hollywood. La colonna sonora del film, composta da Allan Gray, è suonata dalla Royal Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Norman Del Mar. Da notare comunque l’assenza di musica per gran parte del film, a partire dai titoli di testa che scorrono sullo sfondo dei paesaggi africani sostenuti solo dai suoni della natura.

La regina d'AfricaPrima Guerra Mondiale in Africa. Un rozzo avventuriero e una energica missionaria nordamericani viaggiano insieme, non senza contrasti, su un vecchio battello per sfuggire ai tedeschi, poi affondano una cannoniera.
Sorprendente mix di commedia e avventura, con indimenticabili duetti Bogart-Hepburn. Il grande critico James Agee è co-sceneggiatore, Bogart vinse l'Oscar. L'avventuruosa lavorazione del film ha ispirato il romanzo "Cacciatore bianco cuore nero" e il film che ne ha tratto Clint Eastwood.

da: it.wikipedia.org

Si può pensare che il pezzo forte sia l'interpretazione dei due protagonisti (che tra l'altro sono quasi sempre soli in scena), la loro psicologia finemente disegnata ed i loro incredibili duetti, ma poi si guarda al resto e ci si accorge che così non è; c'è una magnifica ambientazione africana, che ci viene mostrata come una terra avventurosa, pericolosa e nemica dell'uomo più dei nemici tedeschi, una tensione che non allenta mai la presa ed un ritmo sfrenato che mozza il fiato.
Nonostante sia ambientato nella Prima Guerra Mondiale, la vera guerra che ci viene narrata in questo film è quella tra l'uomo e la Natura e mai come qui si vede la grandezza del regista John Huston.

da http://www.filmtv.it

  

   Scheda film    
           La regina d'Africa
TITOLO ORIGINALE   The African Queen  
LINGUA ORIGINALE   Inglese  
PRODUZIONE   USAGran Bretagna  
ANNO   1951  
DURATA   105'  
COLORE   Colore  
AUDIO   M ono  
RAPPORTO   1,37:1  
GENERE   Avventura, Sentimentale, Guerra  
REGIA   John Huston  


INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Humphrey Bogart: Charlie Allnut
  • Katharine Hepburn: Rose Sayer
  • Robert Morley: reverendo Samuel Sayer
  • Peter Bull: capitano della "Empress Louisa"
  • Theodore Bikel: primo ufficiale
  • Walter Gotell: secondo ufficiale
  • Peter Swanwick: primo ufficiale della "Shona"
  • Richard Marner: secondo ufficiale della "Shona"
  • John von Kotze: ufficiale tedesco (non accreditato)
 



DOPPIATORI ITALIANI
 
  • Gualtiero De Angelis: Humphrey Bogart
  • Andreina Pagnani: Katharine Hepburn
  • Amilcare Pettinelli: Robert Morley
  • Vittorio Cramer: Theodore Bikel
  • Bruno Persa: Peter Bull
 
SOGGETTO   dal romanzo omonimo di Cecil S. Forester del 1935
 
SCENEGGIATURA
  John HustonJames Agee  
FOTOGRAFIA   Jack Cardiff  
MONTAGGIO   Ralph Kemplen  
EFFETTI SPECIALI   Cliff Richardson  
MUSICHE   Allan Gray (interpretata dalla Royal Philharmonic Orchestra)
 
SCENOGRAFIA   Wilfred Shingleton
 
COSTUMI   Connie De Pinna  
TRUCCO   Eileen BatesGeorge Frost  
       

    

 

 Lunedì cinema - Cineforum 2015 2016

 Quarto potere (1941) di Orson Welles 

Un "giallo metafisico" che ha come oggetto un'indagine psicologica e allegorica degli aspetti più intimi e nascosti della personalità di un uomo, attraverso le testimonianze di coloro che lo conobbero.
Nel film il protagonista viene demolito e ricomposto attraverso i racconti di cinque personaggi, dopo la ricostruzione dell'immagine pubblica a cura del cinegiornale. Essi vedono in lui, rispettivamente, un ragazzo ribelle, un direttore straordinario, un amico megalomane, un marito arido di sentimenti, un padrone eccentrico, forse matto. Senza precedenti è quindi la struttura narrativa a incastro e il fatto che il protagonista appaia in maniera diretta solo nei pochi secondi all'inizio del film, mentre sta morendo, infrangendo la regola fondamentale dell'illusione di realtà del cinema classico.
da https://it.wikipedia.org

Si narra la vicenda di Charles Foster Kane, magnate dell'editoria. Il film inizia con un flash-back. Kane è morto, si cerca di interpretare la sua incredibile personalità, le sue speranze e le sue azioni. L'uomo è morto pronunciando la parola "Rosebud".
Un giornalista si assume l'incarico di venire a capo del mistero andando a parlare con le persone che furono più vicine al magnate. Comincia dal suo più grande amico, Leland (Cotten), che sostenne Kane fin dall'inizio, quando il grand'uomo sembrava animato da irresistibile spinta di onestà e fu da questi licenziato quando non si schierò dalla sua parte in una vicenda di scarsa importanza. Appare un assistente di Kane, che conosce alcuni fatti, appare la seconda moglie, una cantante con le virgolette, come venne definita per il suo poco talento. Kane tentò anche la via politica, ma venne fermato con un ricatto. Conobbe tutti i grandi uomini del suo tempo. Raccolse in un incredibile castello milioni di cimeli e di cianfrusaglie. (....)

Quarto potere (1941) di Orson WellesTitolo santificato dal cinema. Da molti ritenuto degno leader di una classifica ideale di film.
Fu girato nella seconda parte del 1940 quando Welles aveva appena venticinque anni. Welles fece un film allarmante, incredibilmente pensato, nei contenuti e nella tecnica. Era il trionfo del cinema per il cinema, dove niente è reale e naturale, dove le luci arrivano da fonti impossibili (celebre la sequenza delle ballerine alla festa, che vengono illuminate dal pavimento).
Il regista usò obiettivi particolari per dare significati espressivi a seconda di ciò che voleva comunicare: il soffitto a opprimere appena sopra la testa, il grandangolo che isola, piccolissimo, il soggetto. I giochi di ombre che indicano precarietà e una fine che non sarà certamente lieta.

Welles, che aveva già stupito gli americani coi suoi geniali interventi radiofonici (famoso quello dell'invasione della terra da parte dei marziani, tanto realistico da sconvolgere il paese), li stupì con un film che rappresentava l'esatto opposto del sogno americano raccontando la vicenda di un eroe che finisce male. Welles si ispirò alla vera storia dell'editore William Hearst e introdusse per primo nel cinema la pratica, seppur popolare, freudiana, alla quale avrebbe presto attinto un grande maestro come Hitchcock. Il film esce dal quadro del suo tempo, rimane un manifesto ancora valido.
da http://www.mymovies.it

 



   Scheda film    
        Quarto potere   
TITOLO ORIGINALE   Citizen Kane  
LINGUA ORIGINALE   Inglese  
PRODUZIONE   USA  
ANNO   1941  
DURATA   119'  
COLORE   B/N  
AUDIO   Mono  
RAPPORTO   1,37:1  
GENERE   Drammatico  
REGIA   Orson Welles    

INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  •  Orson Welles: Charles Foster Kane
  • Joseph Cotten: Jedediah (Johnson/John) Leland
  • Everett Sloane: Mr. Bernstein
  • Dorothy Comingore: Susan Alexander Kane
  • Agnes Moorehead: Mary Kane
  • Ray Collins: James W. Gettys
  • Ruth Warrick: Emily Monroe Norton Kane
  • William Alland: Jerry Thompson
  • George Coulouris: Walter Parks Thatcher
  • Paul Stewart: Raymond, il maggiordomo
  • Philip Van Zandt: Mr. Rawlston
  • Fortunio Bonanova: Matiste, il baritono
  • Gus Schilling: Capo cameriere
  • Georgia Backus: Signorina Anderson
  • Harry Shannon: padre di Kane
  • Erskine Sanford: Herbert Carter
  • Sonny Bupp: figlio di Kane
  • Buddy Swan: Kane a otto anni
 
DOPPIATORI ITALIANI    Edizione originale (1945):
  • Augusto Galli: Charles Foster Kane

Edizione del 1965:

  • Emilio Cigoli: Charles Foster Kane
  • Renato Turi: Jedediah (Johnson/John) Leland
  • Oreste Lionello: Mr. Bernstein
  • Maria Pia Di Meo: Susan Alexander Kane
  • Dhia Cristiani: Mary Kane
  • Gualtiero De Angelis: James W. Gettys
  • Rita Savagnone: Emily Monroe Norton Kane
  • Pino Locchi: Jerry Thompson
  • Gianfranco Bellini: Walter Parks Thatcher
  • Cesare Barbetti: Raymond, il cameriere
  • Mario Feliciani: padre di Kane
  • Vinicio Sofia: Herbert Carter
  • Irma Gramatica: bibliotecaria
  • Sergio Graziani: direttore del giornale
  • Manlio De Angelis: Bones
  • Gino Cervi: Voce narrante
 
SOGGETTO   Orson Welles
 
SCENEGGIATURA
  Orson WellesHerman J. Mankiewicz  
FOTOGRAFIA   Gregg Toland  
MONTAGGIO   Robert Wise  
EFFETTI SPECIALI   Vernon L. Walker, a.s.c.  
MUSICHE   Bernard HerrmannCésar Franck (Sinfonia in re minore)
 
SCENOGRAFIA   Van Nest PolglasePerry Ferguson
 
COSTUMI   Edward Stevenson  
       
  

  

 

Lunedì cinema - Cineforum 2015 2016
 L'orgoglio degli Amberson (1942) di Orson Welles

 

La storia ricopre un arco temporale di circa venti anni, a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, quando la nascente industrializzazione stravolse abitudini consolidate. Il film racconta l’ascesa e il declino degli Amberson, una ricca famiglia di Indianapolis, incapace di accettare e adeguarsi al cambiamento dei tempi e schiacciata, appunto, dal proprio orgoglio. 
Tratto dal romanzo omonimo di Booth Tarkington, il film fu disconosciuto da Orson Welles per via del rimontaggio del film operato dalla RKO durante l’assenza del regista, partito per il Brasile per curare i sopralluoghi preparativi del documentario It’s all true. Nonostante i tagli e gli interventi posticci di montaggio, L’orgoglio degli Amberson rimane un saggio magistrale e modernissimo nell’uso del tempo e dello spazio cinematografico.

L'orgoglio degli AmbersonUna storia tutta wellesiana: un’infanzia che si radica in sé stessa e che resiste alle evoluzioni della vita, dominandola integralmente e drammaticamente; una sola frase, pronunciata da George Minafer Amberson, l’ultimo rampollo della dinastia degli Amberson, interpretato da Tim Holt, esprime la radice di una maledizione che è il cuore della vicenda e che non è soltanto lo slogan storico di una classe arrogante e destinata ad essere superata: “L’unico vantaggio di essere qualcuno dovrebbe essere quello di fare il proprio comodo”.

E anche il metodo, l’approccio al cinema o, meglio, alla tecnica cinematografica sono sempre tipicamente wellesiani: la trama è secondaria e il cinema, propriamente, è lo strumento di un exemplum, la cui grandezza lo supera e lo scuote, e al cui servizio cooperano sempre sinergicamente la voce del regista-narratore-dio, la forza della fotografia e dei chiaroscuri, l’alternarsi dei punti vista. Welles non realizza, in poche parole, la tragedia classica, ma è un vero maestro della letteratura apologetica, e qui sta, ancora una volta, la sua effettiva grandezza. 

da: http://fulviocortese.it 

  

 Scheda film
           L'orgoglio degli Amberson
TITOLO ORIGINALE   The Magnificent Ambersons  
PRODUZIONE   Stati Uniti  
ANNO   1942  
DURATA   88'  
COLORE   B/N  
AUDIO   Mono (RCA Sound System)  
RAPPORTO   1,37:1  
GENERE   Drammatico  
REGIA   Orson Welles    

INTERPRETI E PERSONAGGI

 
  • Joseph Cotten: Eugene Morgan
  • Dolores Costello: Isabel Amberson
  • Tim Holt: George Minafer Amberson
  • Anne Baxter: Lucy Morgan
  • Agnes Moorehead: Fanny Amberson
  • Ray Collins: Jack Amberson
  • Erskine Sanford: Roger Bronson
  • Richard Bennett: Maggiore Amberson
  • Orson Welles: narratore (voce)
 

DOPPIATORI ORIGINALI
 
  • Giulio Panicali: Joseph Cotten
  • Giovanna Scotto: Dolores Costello
  • Gianfranco Bellini: Tim Holt
  • Dhia Cristiani: Anne Baxter
  • Wanda Tettoni: Agnes Moorehead
  • Olinto Cristina: Ray Collins
  • Emilio Cigoli: narratore
 
SOGGETTO   Booth Tarkington (romanzo)
 
SCENEGGIATURA

  Orson Welles  
FOTOGRAFIA   Stanley CortezRussell A. CullyJack MacKenzie,Russell MettyNicholas MusuracaOrson Welles,Harry J. Wild  
MONTAGGIO   Jack MossMark Robson,Robert Wise  
EFFETTI SPECIALI   Vernon L. Walker  
MUSICHE   Bernard Herrmann (non accreditato) Roy Webb
 
SCENOGRAFIA   Albert S. D'AgostinoDarrell Silvera (non accreditati)