La ragazza con la pistola

Assunta Patanè, una giovane siciliana, viene rapita per errore da Vincenzo Macaluso. Lei, segretamente innamorata di lui, si lascia sedurre senza opporre resistenza. ll giorno dopo lei si risveglia sola perché l'uomo è fuggito nel Regno Unito per evitare le conseguenze del suo gesto. Assunta, costretta a difendere l'onore di persona perché senza padre né fratelli, parte per l'Oltremanica armata di pistola, decisa ad uccidere il seduttore.

La ragazza con la pistolaFu questo il film che segnò una svolta nella carriera di Monica Vitti: fino ad allora infatti era stata impegnata solo in ruoli drammatici, ma Monicelli, che ne aveva intuito le capacità comiche (come aveva già fatto 10 anni prima con Vittorio Gassman), la lanciò come attrice brillante e ironica, tanto da farla diventare in seguito una delle colonne della commedia all'italiana.

Il film è ambientato tra l'Italia e la Gran Bretagna; tra una Sicilia in cui i costumi arretrati costringono a considerare il rispetto una personale vendetta, soprattutto nei rapporti sentimentali in assenza di figure maschili che possano rivendicarlo - come nel caso dell'impavida protagonista - ed un'Inghilterra emancipata che ha il volto vanitoso di un mondo nuovo e sconosciuto.

La bella Monica ci regala un valido ritratto di donna combattuta tra atavismo e modernità, al centro di un percorso formativo e di emancipazione, conquistando quest'ultima, guarda caso, lontano dagli italici confini, sapendo cogliere i vari fermenti di novità tipici di un ambiente sociale in totale trasformazione (siamo nel 1968), facendoli propri nell'affermazione definitiva della sua personalità ed autonomia, ovviamente non comprese e bistrattate dal redivivo Vincenzo, il quale non può fare altro che masticare amaro e consolarsi con uno stanco e maschilista refrain «bottana eri e bottana sei rimasta».

 

REGIA       Mario Monicelli  
INTERPRETI   Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stanley Baker, Tiberio Murgia, Stefano Satta Flores
TITOLO ORIGINALE   La ragazza con la pistola
GENERE   Commedia
DURATA   102', colore
PRODUZIONE   Italia
ANNO   1968

 

Veronika Voss

Monaco di Baviera, 1955. Veronika Voss, ex diva del cinema nazista, da anni dimenticata da tutti, vive nell'ossessione del suo passato e dalla sua celebrità. Una sera, in tram, incontra Robert Krohn, un giornalista sportivo, ed e fortemente attratta da lui. I due iniziano una storia d'amore, nonostante Robert viva già con la sua ragazza, Henriette. Veronica è una donna affascinante, ma Robert ben presto scopre che la donna è praticamente prigioniera della sua neurologa, la dottoressa Katz, che la tiene segregata nella sua clinica privata. La dottoressa subdolamente sfrutta la Voss, approfittando della sua dipendenza dagli oppiacei.

Veronika VossIspirato al caso dell'attrice Sybille Schmitz, suicida nel 1955, è il penultimo film di Fassbinder, Orso d'oro al Festival di Berlino, ed uno dei suoi lavori più belli e affascinanti. Splendido melodramma in cui, ancora una volta, la donna è la metafora della Germania: questa volta la Germania del boom economico che si è arricchita sbarazzandosi senza traumi (la droga) dei simboli «imbarazzanti» del passato nazista.

«Sogno rubato, reale restituito, reale vomitato. Ci sono due Fassbinder in uno. Quello che resta persuaso (come Pasolini) dell'innocenza di ogni desiderio e quello che non indietreggia quando giunge la fatalità del reale e il mélo si chiude. Negli ultimi film, Lili Marleen, Maria Braun, Lola formano una torbida galleria di 'star loro malgrado' che, prendendo su di se i sogni del loro tempo, ne sono, per questa stessa ragione, prive.

Veronika Voss, superbamente 'interpretata' da Rosel Zech, è uno dei ritratti più riusciti della galleria». (Serge Daney)

 

REGIA       Rainer Werner Fassbinder
INTERPRETI   Rosel Zech, Hilmar Thate, Annemarie Düringer
TITOLO ORIGINALE   Die Sehnsucht der Veronika Voss
GENERE   Drammatico
DURATA   105', bianco e nero
PRODUZIONE   Germania
ANNO   1982

 

L'avventura

Durante una sosta su un isolotto deserto una giovane donna scompare misteriosamente. Con una delle sue amiche il suo amante architetto percorre la Sicilia alla sua ricerca, ma finiscono per dimenticarla. Un giallo alla rovescia, non soltanto per la scomparsa di Anna, data e non spiegata, ma per i meccanismi narrativi che tendono alla dispersione, alla dilatazione, alla lentezza.

L'avventuraLe psicologie rarefatte dei personaggi lasciano il posto agli eventi, alla scoperta delle cose, delle atmosfere, del paesaggio (da Lisca Bianca al barocco di Noto) che è «una componente - scrive il regista - non solo indispensabile, ma quasi preminente» e simboleggia il vuoto strutturale e indistinto dove «nulla di ciò che viene detto, raccontato o visto, è vero e verificabile».

Il film, girato in cinque mesi di travagliate riprese, venne portato a termine soltanto attraverso il subentro del produttore Cino Del Duca.

Splendida la fotografia in bianco e nero di Aldo Scavarda. Premio speciale della giuria, Fipresci e Jeune Critique a Cannes e Nastro d'argento 1961 alla musica di Giovanni Fusco. Ha vinto premi anche al Festival di Salonicco, Vancouver e dei critici di New York e Parigi.

«L'avventura» venne denunciato per oscenità e offesa al pudore dalla Procura di Mlilano che ordinò l'oscuramento di ben cinque scene incriminate.

 

REGIA       Michelangelo Antonioni 
INTERPRETI   Gabriele Ferzetti, Monica Vitti, Lea Massari, Renzo Ricci, Dominique Blancha
TITOLO ORIGINALE   L'avventura
GENERE   Drammatico
DURATA   140', bianco e nero
PRODUZIONE   Italia
ANNO   1960

 

Lola

Lola è l'attrazione di un bordello di provincia il cui padrone è il ricco costruttore Schuckert. Seduce un incorruttibile funzionario, lo sposa e rileva il bordello.
Sceneggiato dagli stessi autori del «Matrimonio di Maria Braun», Peter Maertesheimer e Pea Froelich, Lola ne costituisce un ideale continuazione. Anche qui il personaggio femminile della protagonista assurge a simbolo dell'intera Germania degli anni '50.
LolaIl film è diviso in due in un continuo parallelo tra la vita pubblica alla luce del sole e la vita notturna del bordello: il padrone di entrambi i mondi rimane Schuckert, costruttore di giorno e proprietario del bordello di notte.

La lezione è semplice ed è, tutto sommato, quella di sempre in Fassbinder: sesso e denaro determinano, in rapporto tra loro, la vita degli uomini. Ma è detta con un tono nuovo, brillante e - per la prima volta - divertente.

«Diciassette anni di cinema - scrive Serge Daney - per rendere familiare (anche a noi) quella Germania del dopoguerra. Perché cominciassimo a sentirci (un po') a casa. Per avere, film dopo film, il piacere di identificare il mobilio degli anni '50, i tailleur sobri, le abitudini piccolo-borghesi, l'erotismo dei corpi troppo nutriti, uno stile d'illuminazione, una canzone e soprattutto gli attori e la troupe. Perché bisognava inventare anche la troupe che, da sola, avrebbe ricostruito una Germania completa, quotidiana e, a suo modo, fotogenica. Nessuno ci è riuscito meglio».

Altra stupenda interprete del mondo del regista, Anna Sukowa, reduce dallo sceneggiato (diretto dallo stesso Fassbinder) «Berlin Alexanderplaz», qui in una delle sue prove più convincenti.

 

REGIA       Rainer Werner Fassbinder
INTERPRETI   Mario Adort, Barbara Sukowa, Armin Mueller-Stahl, Udo Kier
TITOLO ORIGINALE   Lola
GENERE   Drammatico
DURATA   115', colore
PRODUZIONE   Germania
ANNO   1981

 

Lili Marleen

Ambientato durante il Terzo Reich, a Zurigo, nel 1938, il film racconta la storia d'amore impossibile tra Willie, una cantante tedesca, interpretata da Hanna Schygulla ed il compositore svizzero di origini ebree Robert Mendelsson, interpretato da Giancarlo Giannini, che cerca attivamente di aiutare un gruppo di ebrei tedeschi. Lo scoppio della seconda guerra mondiale li separerà. La cantante diventerà famosa grazie alla canzone «Lili Marleen».

Lili Marleenl film è ispirato al romanzo autobiografico della cantante Lale Andersen, «Il cielo ha molti colori» ed ha nuovamente come protagonista Anna Schygulla, reduce dal successo di Maria Braun. Il film è forse il meno riuscito tra quelli che Fassbinder dedicò a le figure femminili della Germania nazista e del dopoguerra, probabilmente anche a causa delle condizioni di produzione (il film è una grossa coproduzione Germania, Italia e Stati Uniti) che non permisero al regista di esprimere fino in fondo le sue idee radicali. Alle volte si ha l'impressione che «Lili Marleen» sia un fotoromanzo dai mille colori in cui il nazismo diventa «messa in scena» e «spettacolo».

Anche il tema della responsabilità individuale di fronte alla Storia viene annacquato dalla piattezza della protagonista. «Prima di Fassbinder - scrive Serge Daney - in Germania c'era solo una domanda, del tipo: come abbiamo potuto vivere con quella cosa, la bestia immonda? Dopo Fassbinder, e grazie a lui, la domanda si è insidiosamente spostata: come abbiamo potuto dimenticare così facilmente? In Germania - diceva Fassbinder - non ci hanno insegnato molto della storia tedesca, ci sono tante cose da recuperare».
ll film venne candidato all'Oscar per il miglior film straniero.

 

REGIA       Rainer Werner Fassbinder
INTERPRETI   Giarcarlo Giannini, Mel Ferrer, Hanna Schygulla, Udo Kier
TITOLO ORIGINALE   Lili Marleen
GENERE   Drammatico
DURATA   120', colore
PRODUZIONE   Germania
ANNO   1980

 

Il matrimonio di Maria Braun

La Germania nel 1943. Hermann Braun sposa Maria, prima di raggiungere un'unità di combattimento sul fronte orientale: Rimasta sola con la madre e il nonno in un paese devastato, quando il marito e dichiarato disperso, Maria si fa «entraineuse». Una sera che è stata a letto con un amante, un nero americano, Hermann torna all'improvviso.

Il matrimonio di Maria BraunPrimo film di una tetralogia tutta al femminile (di cui fanno parte gli altri tre film di questo ciclo) mediante la quale il regista Reiner Werner Fassbinder ricostruisce la storia del Germania nazista e postbellica, dalla sconfitta della seconda guerra mondiale fino al miracolo economico degli anni '50.

La condizione femminile è il motivo chiave di questi film per comprendere sia la storia tedesca che le aberrazioni cui l'amore è costretto dagli schemi del comportamento sociale.

Fassbinder riconosce che la società toglie alla donna ogni libertà e ogni potere di autodeterminazione. L'innocenza e l'ambiguità sono le cifre per comprendere la storia di Maria Braun: innocenza e ambiguità, insieme alla volontà di ricostruire (non cambiando però nulla) sono infatti anche i motori della rinascita della Germania, in un gioco di specchi in cui storia individuale e storia collettiva si riconoscono.

Nel «Matrimonio di Maria Braun» compare il tema portante di tutti i film successivi: la realizzazione del sogno. ll sogno di Maria, come quello di tante eroine di Fassbinder, è la felicità coniugale. Felicità che Maria inseguirà per tutto il film, rimanendovi caparbiamente fedele. Straordinaria interpretazione di Anna Schygulla con cui vinse il David di Donatello e l'Orso d'Argento a Berlino e che la lanciò nel panorama delle star internazionali più richieste
dal cinema d'autore europeo.

 

REGIA       Rainer Werner Fassbinder
INTERPRETI   Günter Lamprecht, lvan Desny, Hanna Schygulla, Gisela Uhlen
TITOLO ORIGINALE   Die Ehe der Maria Braun 
GENERE   Drammatico
DURATA   120', colore
PRODUZIONE   Germania
ANNO   1978