Scandalo a Filadelfia

Tracy Lord è una viziata ed altezzosa ragazza dell'alta società di Filadelfia Stanca del marito Dexter Haven divorzia e lo sbatte fuori di casa. Successivamente s'innamora di George, un nouveau riche, buono e lavoratore ma anche un po' noioso, e decide di risposarsi. Dexter, sempre innamorato della ex moglie, incarica un giornalista di una rivista scandalistica di appiccicarsi alle costole di Tracy, cercando nel frattempo in tutti i modi di mandare a monte le nozze.

Scandalo a FiladelfiaCome «L'orribile verità» e «La signora del venerdì» anche «Scandalo a Filadelfia» è considerato uno dei migliori esempi della cosiddetta «comedy of remarriage» (commedia del ri-matrimonio), genere popolare negli anni Trenta e Quaranta, in cui una coppia divorziata intratteneva relazioni con altri partner, per poi risposarsi, espediente usato per rappresentare una relazione extraconiugale, all'epoca non accettata nel mondo cinematografico statunitense. «La migliore, o quantomeno una delle cinque migliori commedie americane mai girate», secondo il regista Elia Kazan, è in realtà un film sfavillante, magistralmente diretto e interpretato da tre attori di primo ordine. Un esempio non dimenticato dell'arte della commedia americana.

Il film fu candidato a sei premi Oscar: miglior regia (gli altri concorrenti quell'anno erano Ford, Hitchcock e Wyler), miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior sceneggiatura (vinto) e miglior attore protagonista (vinto). James Stewart, che non si aspettava assolutamente di essere premiato (quell'anno concorrevano attori del calibro di Henri Fonda e Laurence Olivier) ritenne sempre che quel premio tosse una compensazione per non essere stato premiato l'anno precedente con il film «Mr Smith va a Washington».

Del film venne girato un remake nel 1956 sotto forma di musical dal titolo «Alta società» con Grace Kelly , Bing Crosby e Frank Sinatra.

 

REGIA       George Cukor
INTERPRETI   Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart, Ruth Hussey, John Howard
TITOLO ORIGINALE   The Philadelphia 
GENERE   Commedia
DURATA   112', bianco e nero
PRODUZIONE   USA
ANNO   1940

 

La signora del venerdì

Hildy Johnson è una giornalista di successo, divorziata da Walter Burns, editore del giornale dove lavora. Quando gli comunica che vuole risposarsi, l'ex marito, che non vuole perderla come giornalista, mette in opera ogni stratagemma per ostacolare la sua partenza. Mentre blocca con un trucco il promesso sposo, induce Hildy ad occuparsi del caso di un condannato a morte che dovrebbe essere giustiziato il giorno dopo. Andata a intervistarlo in cella, Hildy si trova coinvolta nell'evasione di Earl, un poveraccio condannato per l'incapacità dello sceriffo che ha condotto le indagini e decide di aiutarlo.

La signora del venerdì«La signora del venerdi›› è tratto da un testo teatrale di Ben Hecht e Charles MacArthur, «The Front Page» da cui furono poi tratti due altri famosi film «Prima pagina» con Jack Lemmon e Walter Matthau nel 1974 e nel 1987 «Cambio marito» con Kathleen Turner e Burt Reynolds. L'idea geniale di Howard Hawks fu di cambiare la coppia protagonista, che originariamente era di due amici, in una coppia di ex-coniugi la cui rivalità amorosa si intreccia con la rivalità professionale.

Hawks, formatosi al tempo del cinema muto, riteneva che il sonoro rallentasse il ritmo dell'azione e per owiare a questo ne «La signora del venerdì» raddoppio la velocità in cui venivano dette le battute dei personaggi.

ll titolo originale, «His Girl Friday», erroneamente tradotto «La signora del venerdì», si riferisce invece al romanzo Robinson Crusoe in cui il protagonista ha come schiavo un indigeno chiamato «Venerdi». La traduzione esatta sarebbe dunque «la sua ragazza Venerdì» oppure «la sua fedele schiava».

 

REGIA       Howard Hawks
INTERPRETI   Ralph Bellamy, Cary Grant, Rosalind Russell
TITOLO ORIGINALE   His Girl Friday
GENERE   Commedia
DURATA   92', bianco e nero
PRODUZIONE   USA
ANNO   1940

 

Susanna!

Lo zoologo professor David Huxley (Cary Grant), intento da anni alla ricostruzione di un brontosauro e vicino alla conclusione dell'impresa, il giorno prima di sposare la sua segretaria incontra casualmente l'ereditiera Susan (Katharine Hepburn) stravagante e capricciosa, che gli causerà una lunga serie di guai, fino a portarlo all'inseguimento di un leopardo di nome Baby. Una ininterrotta e divertentissima serie di equivoci porta David ad essere ritenuto strampalato dalle persone dalle quali cerca di ottenere appoggio.
Susanna!
Di questo capolavoro della «screwball comedy» degli anni '30 Howard Hawks, produttore-regista per la RKO, diceva che ha come peculiarità il fatto che tutti i personaggi sono picchiatelli sebbene, nonostante le apparenze, il più «normale» sia proprio Susan.

Questo lilm è un modello di ritmo intelligenza, lucidità nell'assurdo, mancanza di tempi morti, ferrea concatenazione di cause-effetti comici, tecnica della caricatura che non esclude I'affetto per icaricaturati.
In questo film sono presenti molti dei temi conduttori del cinema di Howard Hawks: I'umiIiazione, la dignità offesa, il gusto dellavventura fisica e, sia pur ribaltato sulla farsa, l'elogio del «saper fare», cioè del professionismo.

Il titolo originale, «Bringing Up Baby» (Allevare Baby), si riferisce al nome del cucciolo di leopardo che tanta parte avrà nella strampalata vicenda del film. La splendida sceneggiatura, piena di ritmo ed invenzione, è dovuta a Dudley Nichols e Hagar Wilde, due tra i piu famosi sceneggiatori deII'epoca d'oro del cinema hollywoodiano.

Inserito nel 1998 dall'American Film Institute tra le cento migliori commedie di tutti i tempi. Nel film si ricompone per la seconda volta (su quattro film girati insieme) la splendida coppia Cary Grant- Katherine Hepburn.

 

REGIA       Howard Hawks
INTERPRETI   Charles Ruggles, Katharine Hepburn, Ward Bond, Cary Grant, May Robson
TITOLO ORIGINALE   Bringing Up Baby
GENERE   Commedia
DURATA   102', bianco e nero
PRODUZIONE   USA
ANNO   1938

 

L'orribile verità

Una delle più celebri «screwball comedy» (commedie svitate) americane, «L'orribile verità›› e il film più famoso di Leo McCaray degli anni '30.
L'orribile veritàCommedia confezionata per sottolineare la forza del legame coniugale nel quale McCarey si produce in una serie di variazioni sul desiderio frustrato, le ripicche amorose e la gelosia che due ex- coniugi provano ancora uno per l'altro durante il periodo di 90 giorni che li separa dalla sentenza di divorzio. La maggior parte delle scene punta a mettere uno dei due coniugi in una situazione imbarazzante con palese soddisfazione dell'altro, prima che i ruoli si invertano e il vittorioso diventi a sua volta perdente. 

Con una finezza e un'eleganza insuperate, McCarey utilizza elementi esterni all'azione (ad esempio il cane Smith), situazioni da vaudeville oppure astuzie inventate dall'uno dei due per spiazzare e squilibrare l'altro. Queste situazioni cambiano e si rinnovano in ogni sequenza del film evitando lo scoglio della discontinuità mediante un accorto utilizzo di sequenze molto lunghe.
McCarey guida i suoi interpreti ad una spontaneità continua, un'esattezza e un'invenzione miracolosa di ogni gesto, frutto spesso dell'improwisazione. Non dimentichiamo che il resista aveva lanciato la coppia comica di Stan Laurel e Oliver Hardy utilizzando appieno l'arte appunto dell'improvvisazione.

«L'orribile verità» possiede una perfezione fuori dal tempo. ln particolare le scene comiche, supportate da un ritmo vivace ma non meccanico, testimoniano di una sobrietà e di un'assenza di «effettacci›› che ancora oggi, così come all'uscita del film, suscitano una sorta di giubilo tra gli spettatori.

l film valse a McCarey un Oscar come miglior regista dell'anno 1937. Nel 1953 ne venne fatto un remake a colori e in forma di musical - molto inferiore all'originale - dal titolo «Ancora e sempre».

 

REGIA       Leo McCarey
INTERPRETI   Alexander D'Arcy, lrene Dunne, Ralph Bellamy, Cary Grant
TITOLO ORIGINALE   The Awful Truth
GENERE   Commedia
DURATA   92', bianco e nero
PRODUZIONE   USA
ANNO   1937

 

Lunedì cinema Estate


«Cinema Estate»: quattro film in galleria San Giuseppe


Dal 24 giugno al 15 luglio quattro proiezioni al lunedì in galleria San Giuseppe con inizio alle ore 21.30 e ingresso libero. É la mini rassegna cinematografica «Cinema Estate», proposta dal Comune di Riva del Garda in collaborazione con il centro culturale «La Firma» e la Federazione Italiana Cineforum.
 
S'inizia lunedì 24 giugno con «Comiche vagabonde», ovvero tre comiche di Charlie Chaplin (durata 135 minuti) con musiche di Sergio Cammariere e Fabrizio Bosso.

Lunedì primo luglio è la volta di «Michel Petrucciani. Bodi & soul», documentario con cui Michael Radford racconta il grande virtuoso del jazz, pianista dal tocco irrepetibile, che ha trasformato il destino ingrato che lo ha fatto nascere con una malattia genetica invalidante in un'occasione di applicazione appassionata alla tastiera e di espressione totale di sé. Francese, affetto da osteogenesi imperfetta e nanismo (per cui occorreva portarlo in braccio come un bambino), figlio di un padre che lo crebbe nel mito di Wes Montgomery, Art Tatum e dei grandi classici del jazz, Michel Petrucciani a 13 anni era già un prodigio, in grado di lasciare di stucco qualunque spettatore, e a 19 si trasferiva a Big Sur, arruolato nel quartetto del sassofonista Charles Lloyd (durata 90 minuti, produzione Francia, Germania e Italia, 2011).

Lunedì 8 luglio si proietta «La città del jazz», film del 1947 di Arthur Lubin (durata 89 minuti), con Louis Armstrong, Arturo De Cordova, Dorothy Patrick, Lena Horne: la nascita del jazz a New Orleans, in Louisiana, e i suoi primi 40 anni di vita attraverso le vicende sentimentali di cantante lirica che s'innamora di un biscazziere. Un film la cui protagonista è la musica: oltre a Louis Armstrong e i suoi All Stars e all'orchestra di Woody Herman, c'è la sublime Billie Holiday che canta «Do you know what it means to miss New Orleans», e con una breve apparizione di Shelley Winters.

L'ultima proiezione, lunedì 15 luglio, è «Come vinsi la guerra» (noto anche con il titolo originale «The General»), film muto del 1926 di e con Buster Keaton, con Marion Mack, Glen Cavender, Jim Farley (durata 70 minuti), ispirato alla storia vera di Johnnie Gray, il macchinista della locomotiva chiamata «Il Generale», combattuto tra l'amore per la sua locomotiva e quello per la bella Annabelle Lee, che durante la guerra di secessione per salvare la propria ragazza riesce a respingere da solo un intero esercito nemico. Il film nel 1989 è stato inserito fra quelli conservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, e nel 2007 è stato inserito dall'American Film Institute al diciottesimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi. La proiezione avviene con commento musicale dal vivo dell'ensemble «Musica nel buio».

Comune di Riva del Garda
Ufficio Stampa


 

 

 «La Casa Azul. Rassegna di donne, arte e cinema»

CineMAG: il grande cinema in Pinacoteca

Quattro lunedì per una rassegna cinematografica tutta dedicata alle donne e all'arte, quattro pellicole che raccontano quattro artiste eccezionali. La Pinacoteca del Museo Alto Garda diventa cinema per una sera e le opere d'arte entrano in dialogo con corti o scene di film. È «La Casa Azul. Rassegna di donne, arte e cinema», realizzata in collaborazione con il centro culturale La Firma.

«Frida» di Julie Taymor (USA, 2002)Il primo appuntamento è lunedì 20 maggio con «Frida» di Julie Taymor (USA, 2002), il film che racconta la vita di Frida Kahlo, artista messicana che scopre la sua passione a 17 anni, in sèguito ad un grave incidente d'autobus che segnerà tutta la sua vita. Ribelle e rivoluzionaria, ambigua e ossessionata dal proprio corpo, Frida Kahlo è raccontata in questa pellicola con i suoi amori e le sue debolezze, e interpretata magistralmente da Salma Hayek.



Tutte le proiezioni iniziano alle ore 21. L'ingresso è gratuito con tessera FIC, Federazione Italiana Cineforum (che costa 5 euro; è possibile tesserarsi al momento).


CineMAG: Artemisia

Per la «La Casa Azul. Rassegna di donne, arte e cinema», si proietta lunedì 27 maggio nella Pinacoteca del Museo di Riva del Garda il film di AgnesMerlet «Artemisia - Passione estrema», con Michel Serrault, Valentina Cervi, Miki Manojlovic, Claudia Giannotti, Anna Lelio. Genere drammatico, durata un'ora e 55 minuti, produzione Francia 1998. La rassegna è realizzata in collaborazione con il centro culturale La Firma; inizio alle ore 21. L'ingresso è gratuito con tessera della Federazione italiana Cineforum (costo 5 euro; è possibile tesserarsi al momento).

«Artemisia - Passione estrema» di AgnesMerlet Un film che racconta come la pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1652), figlia del noto pittore pisano Orazio, fu vittima dei pregiudizi del suo tempo e della sopraffazione virile nell'amore: la violenza carnale che subì adolescente dal suo maestro Agostino Tassi e quella – ancora più greve, il vero stupro – del processo, nel 1612, contro lo stesso Tassi, dove da vittima si trasformò in accusata.

 

 

CineMAG: Camille Claudel

Per la «La Casa Azul. Rassegna di donne, arte e cinema», si proietta lunedì 3 giugno nella Pinacoteca del Museo di Riva del Garda il film di Bruno Nuytten dedicato alla scultrice Camille Claudel, con Isabelle Adjani, Gérard Depardieu, Alain Cuny, Laurent Grevil, Madeleine Sologne. Genere drammatico, durata due ore e 50 minuti, produzione Francia 1988. Proiezione alle ore 21. L'ingresso è gratuito con tessera della Federazione italiana Cineforum (costo 5 euro; è possibile tesserarsi al momento).

 «Camille Claudel»Dopo i due appuntamenti con Frida e Artemisia - Passione estrema, prosegue la rassegna di cineforum al Museo di Riva del Garda, lunedì 3 giugno, con il film francese «Camille Claudel», tratto dal libro di Reine-Marie Paris. La pellicola racconta la vita della scultrice francese e i suoi rapporti col fratello Paul, poeta, e con lo scultore Auguste Rodin, che diverrà suo amante per dodici anni. La fine di questo rapporto, all’epoca scandaloso perché Rodin era sposato, condurrà Camille alla follia.

 

 

CineMAG: Sèraphine

Per la «La Casa Azul. Rassegna di donne, arte e cinema», si proietta lunedì 10 giugno giugno nella Pinacoteca del Museo di Riva del Garda il film di Martin Provost «Séraphine» dedicato alla vita della pittrice francese Séraphine de Senlis. Con Yolande Moreau, Ulrich Tukur, Anne Bennent, Geneviève Mnich, Nico Rogner. Genere drammatico, durata 125 minuti, produzione Francia, Belgio e Germania 2008. Ingresso libero.

«Séraphine» di Martin Provost Il film – che ha trionfato ai Premi César 2009, con sette premi vinti, fra cui quello per il miglior film e la miglior attrice a Yolande Moreau – è ambientato nella cittadina di Senlis, in Piccardia, nel 1914: Séraphine Louis è un'umile governante che di giorno lavora come donna delle pulizie e lavandaia a cottimo, e di notte dipinge fra le mura di un piccolo appartamento. Séraphine non ha alcuna conoscenza delle tecniche pittoriche; la sua arte trae forza dalla fede religiosa e dalla contemplazione delle forme della natura.


Un giorno, nella casa nella quale presta servizio, viene ad alloggiare il celebre critico d'arte tedesco Wilhelm Uhde, fra i più importanti collezionisti e mecenati delle esposizioni parigine. Uhde, dopo aver scoperto per caso uno dei quadri della domestica, rimane impressionato dai colori e dalla grande vitalità della sua arte e decide di coltivarne il talento.

 

Comune di Riva del Garda
Ufficio Stampa