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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 19:20
Veronika Voss
Monaco di Baviera, 1955. Veronika Voss, ex diva del cinema nazista, da anni dimenticata da tutti, vive nell'ossessione del suo passato e dalla sua celebrità. Una sera, in tram, incontra Robert Krohn, un giornalista sportivo, ed e fortemente attratta da lui. I due iniziano una storia d'amore, nonostante Robert viva già con la sua ragazza, Henriette. Veronica è una donna affascinante, ma Robert ben presto scopre che la donna è praticamente prigioniera della sua neurologa, la dottoressa Katz, che la tiene segregata nella sua clinica privata. La dottoressa subdolamente sfrutta la Voss, approfittando della sua dipendenza dagli oppiacei.
Ispirato al caso dell'attrice Sybille Schmitz, suicida nel 1955, è il penultimo film di Fassbinder, Orso d'oro al Festival di Berlino, ed uno dei suoi lavori più belli e affascinanti. Splendido melodramma in cui, ancora una volta, la donna è la metafora della Germania: questa volta la Germania del boom economico che si è arricchita sbarazzandosi senza traumi (la droga) dei simboli «imbarazzanti» del passato nazista.
«Sogno rubato, reale restituito, reale vomitato. Ci sono due Fassbinder in uno. Quello che resta persuaso (come Pasolini) dell'innocenza di ogni desiderio e quello che non indietreggia quando giunge la fatalità del reale e il mélo si chiude. Negli ultimi film, Lili Marleen, Maria Braun, Lola formano una torbida galleria di 'star loro malgrado' che, prendendo su di se i sogni del loro tempo, ne sono, per questa stessa ragione, prive.
Veronika Voss, superbamente 'interpretata' da Rosel Zech, è uno dei ritratti più riusciti della galleria». (Serge Daney)
REGIA | Rainer Werner Fassbinder | |
INTERPRETI | Rosel Zech, Hilmar Thate, Annemarie Düringer | |
TITOLO ORIGINALE | Die Sehnsucht der Veronika Voss | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 105', bianco e nero | |
PRODUZIONE | Germania | |
ANNO | 1982 |
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- Pubblicato Domenica, 17 Novembre 2013 22:57
L'avventura
Durante una sosta su un isolotto deserto una giovane donna scompare misteriosamente. Con una delle sue amiche il suo amante architetto percorre la Sicilia alla sua ricerca, ma finiscono per dimenticarla. Un giallo alla rovescia, non soltanto per la scomparsa di Anna, data e non spiegata, ma per i meccanismi narrativi che tendono alla dispersione, alla dilatazione, alla lentezza.
Le psicologie rarefatte dei personaggi lasciano il posto agli eventi, alla scoperta delle cose, delle atmosfere, del paesaggio (da Lisca Bianca al barocco di Noto) che è «una componente - scrive il regista - non solo indispensabile, ma quasi preminente» e simboleggia il vuoto strutturale e indistinto dove «nulla di ciò che viene detto, raccontato o visto, è vero e verificabile».
Il film, girato in cinque mesi di travagliate riprese, venne portato a termine soltanto attraverso il subentro del produttore Cino Del Duca.
Splendida la fotografia in bianco e nero di Aldo Scavarda. Premio speciale della giuria, Fipresci e Jeune Critique a Cannes e Nastro d'argento 1961 alla musica di Giovanni Fusco. Ha vinto premi anche al Festival di Salonicco, Vancouver e dei critici di New York e Parigi.
«L'avventura» venne denunciato per oscenità e offesa al pudore dalla Procura di Mlilano che ordinò l'oscuramento di ben cinque scene incriminate.
REGIA | Michelangelo Antonioni | |
INTERPRETI | Gabriele Ferzetti, Monica Vitti, Lea Massari, Renzo Ricci, Dominique Blancha | |
TITOLO ORIGINALE | L'avventura | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 140', bianco e nero | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1960 |
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- Pubblicato Domenica, 17 Novembre 2013 22:56
Lola
Lola è l'attrazione di un bordello di provincia il cui padrone è il ricco costruttore Schuckert. Seduce un incorruttibile funzionario, lo sposa e rileva il bordello.
Sceneggiato dagli stessi autori del «Matrimonio di Maria Braun», Peter Maertesheimer e Pea Froelich, Lola ne costituisce un ideale continuazione. Anche qui il personaggio femminile della protagonista assurge a simbolo dell'intera Germania degli anni '50.
Il film è diviso in due in un continuo parallelo tra la vita pubblica alla luce del sole e la vita notturna del bordello: il padrone di entrambi i mondi rimane Schuckert, costruttore di giorno e proprietario del bordello di notte.
La lezione è semplice ed è, tutto sommato, quella di sempre in Fassbinder: sesso e denaro determinano, in rapporto tra loro, la vita degli uomini. Ma è detta con un tono nuovo, brillante e - per la prima volta - divertente.
«Diciassette anni di cinema - scrive Serge Daney - per rendere familiare (anche a noi) quella Germania del dopoguerra. Perché cominciassimo a sentirci (un po') a casa. Per avere, film dopo film, il piacere di identificare il mobilio degli anni '50, i tailleur sobri, le abitudini piccolo-borghesi, l'erotismo dei corpi troppo nutriti, uno stile d'illuminazione, una canzone e soprattutto gli attori e la troupe. Perché bisognava inventare anche la troupe che, da sola, avrebbe ricostruito una Germania completa, quotidiana e, a suo modo, fotogenica. Nessuno ci è riuscito meglio».
Altra stupenda interprete del mondo del regista, Anna Sukowa, reduce dallo sceneggiato (diretto dallo stesso Fassbinder) «Berlin Alexanderplaz», qui in una delle sue prove più convincenti.
REGIA | Rainer Werner Fassbinder | |
INTERPRETI | Mario Adort, Barbara Sukowa, Armin Mueller-Stahl, Udo Kier | |
TITOLO ORIGINALE | Lola | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 115', colore | |
PRODUZIONE | Germania | |
ANNO | 1981 |
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- Pubblicato Domenica, 17 Novembre 2013 22:56
Lili Marleen
Ambientato durante il Terzo Reich, a Zurigo, nel 1938, il film racconta la storia d'amore impossibile tra Willie, una cantante tedesca, interpretata da Hanna Schygulla ed il compositore svizzero di origini ebree Robert Mendelsson, interpretato da Giancarlo Giannini, che cerca attivamente di aiutare un gruppo di ebrei tedeschi. Lo scoppio della seconda guerra mondiale li separerà. La cantante diventerà famosa grazie alla canzone «Lili Marleen».
l film è ispirato al romanzo autobiografico della cantante Lale Andersen, «Il cielo ha molti colori» ed ha nuovamente come protagonista Anna Schygulla, reduce dal successo di Maria Braun. Il film è forse il meno riuscito tra quelli che Fassbinder dedicò a le figure femminili della Germania nazista e del dopoguerra, probabilmente anche a causa delle condizioni di produzione (il film è una grossa coproduzione Germania, Italia e Stati Uniti) che non permisero al regista di esprimere fino in fondo le sue idee radicali. Alle volte si ha l'impressione che «Lili Marleen» sia un fotoromanzo dai mille colori in cui il nazismo diventa «messa in scena» e «spettacolo».
Anche il tema della responsabilità individuale di fronte alla Storia viene annacquato dalla piattezza della protagonista. «Prima di Fassbinder - scrive Serge Daney - in Germania c'era solo una domanda, del tipo: come abbiamo potuto vivere con quella cosa, la bestia immonda? Dopo Fassbinder, e grazie a lui, la domanda si è insidiosamente spostata: come abbiamo potuto dimenticare così facilmente? In Germania - diceva Fassbinder - non ci hanno insegnato molto della storia tedesca, ci sono tante cose da recuperare».
ll film venne candidato all'Oscar per il miglior film straniero.
REGIA | Rainer Werner Fassbinder | |
INTERPRETI | Giarcarlo Giannini, Mel Ferrer, Hanna Schygulla, Udo Kier | |
TITOLO ORIGINALE | Lili Marleen | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 120', colore | |
PRODUZIONE | Germania | |
ANNO | 1980 |
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