25 novembre  > 9 dicembre 2021


Il Centro Culturale "La Firma" è lieto di invitarvi all'inaugurazione della mostra di

Michele Morando  - L'inattuale

 

 

  Michele Morando - L'inattuale

 

 NUOVO EVENTO ESPOSITIVO DEL CENTRO CULTURALE “LA FIRMA”

La mostra rimarrà aperta dal 25 novembre al 9 dicembre 2021 presso la Sala Civica “G. Craffonara”.

 

La solitudine del fare: sull’opera pittorica di Michele Morando
testo critico di Jara Bombano

“L’Inattuale” di Michele Morando è un percorso filologico attorno al lavoro dell’artista dall’inizio della pandemia ad oggi, nel tentativo di costruire un dialogo sull’attualità del fare artistico e della pittura nello specifico, come possibile mezzo espressivo contemporaneo.

Michele Morando è nato a Verona il 2 settembre 1978 e vive in Francia dal 2010. Trasferitosi nel 2011 a Mulhouse, dove risiede tuttora, si consacra alla pittura ad olio lavorando su soggetti come l'architettura, l'essere umano e l'immaginario.
Nell’ultimo periodo il lavoro di Morando si è concentrato sulla riflessione implicita attorno al ruolo del pittore, evidenziandone l’aspetto artigiano del fare e concentrandosi sulle questioni centrali della tela, della fatica esistenziale, della solitudine, del rapporto con il non finito.
Durante la pandemia sono nati i quadri in mostra: opere di dimensioni molto simili, sviluppati attorno a tematiche e cromie ricorrenti quali paesaggi rocciosi rarefatti, boschi, personaggi che sembrano cristallizzati in mondi privi di spazio e tempo, silhouette metafisiche, solitarie e sospese.

Quello che emerge da queste opere è, infatti, una concreta e solida solitudine esistenziale.
«Davanti alla tela io trovo una dimensione di cura rispetto al vivere quotidiano, ma anche in quel frangente provo un certo tipo di malessere: quello del processo che sostiene la responsabilità creativa, al punto che non so se rovinare, ingessare, abbellire (e quindi potenzialmente abbruttire) quella tela, continuando a dipingerci sopra oppure lasciarla ad un punto sospeso, nel quale lo sguardo possa ancora creare ciò che manca». Questo dice Morando per raccontare il rapporto con il quadro e l’esperienza di un artista di fronte alla sua tela, a volte inerme o addirittura vinto dal suo candore e dalle sue immense possibilità.
Come Van Gogh, che in una lettera al fratello Theo raccontava delle interminabili ore passate dinnanzi ad una tela bianca che diventava beffarda e che lo inibiva a tal punto da renderlo immobile.
Ed ecco che questa infinita gamma di possibilità su cui si apre il mondo reale e quello più intimistico della vicenda personale di uomo obbliga l’artista a continui interrogativi sulle scelte da operare per raccontare quella solitudine esistenziale che avvolge ogni cosa, e soprattutto su quale sia il momento più adatto in cui fermarsi, in cui decidere che un’opera è finita, conclusa nel suo significato più profondo.

«Uno dei miei Maestri, Federico Bellomi, diceva: il non-finito è infinito», ricorda Morando. L’infinito che è raccontato in molte delle sue opere, insieme alla solitudine; l’infinito che si annuncia dietro le rocce di Sentiero, (2020) o Senza titolo (2020); un infinito che travalica la dimensione naturale delle cose e diventa malessere esistenziale, angoscia liquida, Zio (2020). Ma è anche un infinito che l’artista tenta di costringere nei recinti degli spazi chiusi: in Siesta, Mise en Abyme (2020) sfonda la parete di una casa e ci lascia immaginare un universo di stelle, come il personaggio di spalle in primo piano.
In Chez Nenè (2020) la solitudine intreccia i ricordi dell’infanzia: un interno desolato definito dalle linee degli oggetti che compongono lo spazio, una quinta di sapore ibseniano in cui le figure diventano quasi spettatori secondari di un racconto straniante.

L’ultima opera in mostra, in ordine di realizzazione, è Persona (2021): qui l’immaginario di Morando abbandona le tematiche più tipiche del suo lavoro per consegnarci una monumentale suggestione erotica, che fin dal titolo ci ricorda l’omaggio a Bergman e alla sua opera - Persona, appunto -, forse tra le più sperimentali e surrealiste.

Michele Morando (Poco Moderno)

  

   
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
Riva del Garda (TN)


25 novembre > 9 dicembre 2021
Tutti i giorni 09.00 > 12.30  -  13.30 > 18.30

Ingresso libero



Inaugurazione giovedì 25 novembre ore 18.00

  MIchele Morando - Autoportrait