LunedìCinema 2021 | 2022
  

LA DISSACRANTE IRONIA DEI FRATELLI COEN
Ave, Cesare (USA 1987)


Il lavoro di Eddie Mannix come "fixer" dello studio inizia ancor prima dell'alba, quando deve arrivare prima della polizia per scongiurare l'arresto di una delle stelle della Capitol Pictures fermata per comportamenti poco ortodossi. Un lavoro mai noioso e senza orari. Ogni film prodotto dallo studio porta grane e Mannix ha il gravoso compito di trovare una soluzione per tutto. È l'uomo capace di far ottenere al prossimo film ispirato alle pagine delle Bibbia la benedizione delle autorità religiose, come la persona giusta per convincere e trattenere lo scontento regista Laurence Laurentz che vuole sbarazzarsi della star del western Hobie Doyle per il suo prossimo sofisticato lavoro prodotto dalla Capitol. Mentre corre dall'emergenza di un divo al dramma di un altro, Mannix deve fare i conti con i problemi personali della sensazionale DeeAnna Moran o trovare una spiegazione plausibile sugli ultimi sospetti comportamenti della superstar Burt Gurney. Come se le paturnie di questi enormi ego non fossero abbastanza per iniziare la giornata, Mannix deve confrontarsi con la più difficile crisi della sua carriera: uno degli attori più amati al botteghino, Baird Whitlock, è stato rapito proprio nel bel mezzo della produzione del peplum, "Ave, Cesare! - Hail, Caesar!", e un misterioso gruppo che si fa chiamare "Il Futuro" ha rivendicato il rapimento: o lo studio è pronto a sborsare oltre 100.000 dollari o possono scordarsi la loro gallina dalle uova d'oro. Passando da un problema all'altro, Mannix deve necessariamente evitare ogni possibile fuga di notizie, soprattutto per scongiurare la presenza dei nomi delle star dello studio sulle colonne di gossip scritte da due ostili sorelle, Thora e Thessaly Thacker. In realtà, si tratta solo dei nomi che non provengono dalle storie inventate che ogni tanto lascia uscire per una facile promozione con le lettrici delle due giornaliste. Per quest'uomo si tratta solo della solita giornata di lavoro.

RECENSIONE di Simone Porrovecchio
Ave, Cesare!
 
dei fratelli Coen è un appassionato divertissement dall’ironia tagliente e tecnicamente perfetto. Una dichiarazione d’amore per il cinema, e Hollywood. Una pellicola che non pretende di dire tutto a tutti, ma che dirà molto a tanti: fan di Hollywood, marxisti, scienziati delle religioni e amanti di musical e noir. Joel e Ethan Coen, che Ave, Cesare! l’hanno scritto e girato, lanciano i talenti del loro grande ensemble nel loro mondo immaginario simile a un grande negozio di giocattoli, come un elicottero da combattimento lancia la sua truppa d’elite in territorio nemico.
Tilda Swinton è una doppia giornalista gemella; Scarlett Johansson è la sirenetta di musical acquatici, casto sogno erotico dei pudici anni 50; Alden Ehrenreich è un cowboy (il riferimento a John Wayne è quasi sentimentale) ignorante e bravissimo; Channing Tatum è una specie di divo à la Gene Kelly maestro del tip tap; George Clooney il divo di Hollywood da epos biblico, e maschera di se stesso. Questa complessa scultura cinematografica viene tenuta insieme dal boss produttore Josh Brolin, che salva, cura, rimedia, tiene duro e vince. L’associazione teologica è evidente: Brolin è un uomo che attraversa, e supera, la pesante crisi esistenziale di metà vita grazie alla fede. All’inizio e alla fine della storia si confessa. Ma non lo fa per chiedere pulizia morale e solidità di spirito, bensí per confermarle, per aprire gli occhi sulla bontà di un’anima. Brolin è Eddie Mannix, il responsabile delle star per gli studi della Capitol. Un manager genitore punto di riferimento imprescindibile per le schiere di dive e divi dalle anime in crisi. Il progetto più importante in cantiere è Ave, Cesare – Un Racconto del cristo. Protagonista Clooney legionario romano, improvvisamente rapito da un gruppo di fantomatici marxisti.
Un classico one-man noir che poco mette in discussione e tanto ci ricorda di quanto un’intrattenimento di qualità è, e resta, una delle virtùdecisive dell’arte cinematografica. La serietà della prova di coscienza cui è sottoposto l’eroe Brolin è l’amalgama più convincente di tutta la storia. Un grande film dei fratelli Coen, attestato di un talento liberato senza sforzi, leggero e autentico.

NOTE
- FILM D'APERTURA AL 66. FESTIVAL DI BERLINO (2016).
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2017 PER LA MIGLIOR SCENOGRAFIA.

CRITICA
"(...) perfettissimo James Brolin (...) bravissimo Alden Ehrenreich (...) due perfide Swinton al prezzo di una (...) Johansson copia conforme di Esther Williams (...) strepitoso Channing Tatum (...). Nell'incastro di cinema e vita, delizia cinefila, i Coen non scelgono la nostalgia né il mito ma follia e manipolazione (la montatrice Frances McDormand Coen si strangola con la pellicola) e il Cristo sandalone (riferimento forse non così casual) si specchia negli occhi magistralmente inespressivi del centurione Clooney nel circo di nani e ballerine, dove ognuno è l'uomo che non c'era: tutto virtuale, digitale. Divertentissimo, cinico, senza speranza se non nel business." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 marzo 2016)

"(...) forse non sarà un risultato all'altezza dei più memorabili messi a segno dagli impareggiabili fratelli (...), ma di sicuro è un gran divertimento. Tanto riuscito da essere in grado di dare soddisfazione al comune spettatore in cerca di evasione come al più sofisticato conoscitore dell'epoca e dell'epopea cinematografica evocata. (...) Mentre la storia centrale vede sparire dai radar il protagonista della più importante produzione in corso (...) (si tratta di George Clooney, stoico nell'immolarsi nella parte del fesso), tutto intorno si agita un piccolo mondo di ridicoli drammi che il vecchio Eddie Mannix deve governare. Quello, il cinema di Hollywood ancora (e non per molto) all'apice della sua potenza, la cui pochezza si stenta a credere tanto influente, ancora custode del segreto della propria magia incantatrice dietro la quale si cela un'umanità dalle risorse culturali e dal quoziente intellettivo più che limitati. 'Bestiame', attori e attrici segnatamente, come con cattiveria ebbe a dire Alfred Hitchcock. Ogni risvolto si richiama a uno dei 'generi' che all'epoca trascinavano legioni di fan a riempire le sale e ad ammirare i loro beniamini dello schermo. (...) Leggerezza da manuale. Compiaciuta immersione vintage che forse non lascerà il segno ma che porta comunque il segno di uno stile d'impareggiabile brillantezza." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 10 marzo 2016)

da: Cinematografo.it Fondazione Ente dello spettacolo

    

 

 

 

 

 

   Scheda 

           
 
  • Durata: 106'
  • Colore: Colore
  • Genere: COMMEDIA
  • Specifiche tecniche: ARRIFLEX 535B, 35 MM
  • Produzione: JOEL E ETHAN COEN, ERIC FELLNER E TIM BEVAN PER WORKING TITLE FILMS, MIKE ZOSS PRODUCTIONS
  • Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY
  • Data uscita 10 Marzo 2016
  •  
  • Regia: Ethan Coen, Joel Coen
Attori: 
  • Josh Brolin - Eddie Mannix
  • George Clooney - Baird Whitlock
  • Alden Ehrenreich - Hobie Doyle
  • Ralph Fiennes - Laurence Laurentz
  • Jonah Hill - Joe Silverman
  • Scarlett Johansson - DeeAnna Moran
  • Frances McDormand - C.C. Calhoun
  • Tilda Swinton - Thora Thacker/Thessaly Thacker
  • Channing Tatum - Burt Gurney
  • Veronica Osorio - Carlotta Valdez
  • Michael Gambon - Narratore
  • Heather Goldenhersh - Natalie
  • Alison Pill - Sig.ra Mannix
  • Clancy Brown - Gracchus
  • John Bluthal - Professor Marcuse
  • Alex Karpovsky - Sig. Smitrovich
  • Geoffrey Cantor - Sid Siegelstein
  • Christopher Lambert - Arne Slessum
  • Basil Hoffman - Stu Schwartz
  • Natasha Bassett - Gloria DeLamour
  • Fred Melamed - Fred
  • Mather Zickel - Chunk Mulligan
  • Clement von Franckenstein - Senatore Sestimus Amydias
  • Jacob Witkin - Saul of Tarsus
  • Emily Beecham - Dierdre
  • Dolph Lundgren - Comandante sottomarino (non accreditato)
  • Soggetto: Ethan Coen, Joel Coen
  • Sceneggiatura: Ethan Coen, Joel Coen
  • Fotografia: Roger Deakins
  • Musiche: Carter Burwell
  • Montaggio: Roderick Jaynes (Joel Coen), Roderick Jaynes (Ethan Coen)
  • Scenografia: Jess Gonchor
  • Arredamento: Nancy Haigh
  • Costumi: Mary Zophres
  • Effetti: Dan Schrecker
 Ave, Cesare