Romanzi a colazione

Torna in biblioteca l'amato appuntamento del sabato mattina.
Tre incontri con l'autore accompagnati da caffè, biscotti e brioche.

Modera gli incontri Ludovic Maillet


Romanzi a colazione 2024

Questi gli appuntamenti
 

 Franco Stelzer - Stiratore di luce

 











Franco Stelzer - Stiratore di luce
Hopefulmonster

Chi segue Franco Stelzer dai suoi esordi sa che nulla è rituale nel suo profilo letterario. Non lo era il primo libro uscito per Einaudi Ano di volpi argentate nel 2000 né Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei, tre anni dopo. Libri sottilissimi, ispidi e stranianti, inadatti a questo tempo user friendly e alla sua letteratura talvolta verbosa e (s)concentrata su plot di grande foliazione. Anche Matematici nel sole giunto nel 2009 interrompendo la serie per la casa editrice torinese (ripresa poi nel 2018 con Cosa diremo agli angeli con i sardi de Il Maestrale, aveva stupito i seguaci della prima ora, dividendoli. 

Stelzer, che è nato a Trento nel 1956, traduttore dal tedesco e docente di lettere, non ha mai mostrato di voler percorrere strade troppo solcate anche quando gli sarebbe stato conveniente. Ora per la collana Pennisole di Hopefulmonster (la cui direzione è di un altro scrittore felicemente irriducibile, Dario Voltolini) scrive Stiratore di luce, una storia agiografica ma non in senso estensivo. Quella di Bodo, un uomo-bambino tra naiveté e disturbo, che vive con la mamma nei pressi del Lorettoberg dove portano avanti una bottega, nel frattempo diventata tecnologicamente obsoleta, in cui lavano e stirano oltre a vendere mobili per raggranellare qualcosa in più, fa emergere da una piccola vita un apologo morale senza paura di sembrare ingenuo. 
Stiratore di luce sembra scritto, infatti, come la vita di un santo, quella di un uomo destinato a rotolare verso la sconfitta ma con la luce di una resurrezione o rinascita che lo redime, lo salva anche se sembra annientarlo sul piano cartesiano della vita vissuta.
Una scrittura che miscela cronaca a osservazione poetica (“E’ una magnifica serata di maggio. Nel pomeriggio c’è stata qualche spruzzata di pioggia, ma adesso il cielo si è nuovamente rasserenato, la luna è dietro gli alberi, l’asfalto esala un vapore sottile, l’aria è densa del profumo dei tigli…”).

Stelzer ha scritto un libro di riscossa della semplicità e liberazione dal disagio mentale senza cinismo né buonismo: un’equidistanza coraggiosa.  A cui giova il finale catartico che citiamo per la grazia perfetta scusandoci per l’inconsueto spoiler. “Poi, senza capire che cosa sta accadendo – ma felice, felice come non era mai stato, esultante, imbevuto di luce – si inginocchia e poi… lascia che il corpo, dolcemente, si accasci nell’erba”. Da notare il doppio piano di quel “felice”, la luce da pala sacra e il cosale distacco abbandonato dal corpo.


FRANCO STELZER
è nato a Trento nel 1956) ha studiato filosofia a Bologna, è traduttore dal tedesco e ha insegnato lettere a Trento. Ha pubblicato per Einaudi Ano di volpi argentate (2000) e Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei (2003). Matematici nel sole (2009) è edito da Il Maestrale. Sempre per Einaudi, ha pubblicato Cosa diremo agli angeli (2018).

A dialogare con l'autore Ludovic Maillet

 

  

Marco Niro - Il predatore

 









    

Marco Niro - Il predatore
      
Bottega Errante Editore


 

Cimalta, nomen omen, un paese di montagna che sembra un innesto febbrile nella roccia, circondato da foreste, fantasmi, segreti. Per nulla davvero isolato, Cimalta è al centro delle vite di molti, umani e non, ed è parte di una rete di storie, potere ed esistenze. Una notte, appena fuori dal paese, in un momento che sembra perfetto per un rito di passaggio, alcune di queste vite finiscono nel modo più brutale possibile. Sembra che un predatore, un orso, abbia attaccato e ucciso. La scena è quella di una strage. È il panico, collettivo, istintivo, quel tipo di sentimento che annulla la capacità di pensare e crea un luogo dove altri mostri attendono e prosperano.
Comincia la caccia, molte in realtà, prede e predatori allo specchio e nell’ombra.
«A dire il vero» rispose il prete «credevo che l’indagine della polizia fosse sospesa. Quindi non crede come tutti, che sia stato un orso a ucciderli?»

“Il predatore” di Marco Niro è un noir capace e ricco. Riesce a giustificare pause, scelte e divagazioni sui personaggi in una trama forte che intrattiene e gratifica il lettore e la lettrice con momenti di introspezione e insieme degli efficaci colpi di scena. Strutturato come il romanzo corale di un paese-mondo, diversi tipi umani e animali lo affollano e arricchiscono, rendendo movimentata la scena, vivo il paesaggio. Le voci dei personaggi principali fanno parte della ricchezza complessiva che l’autore offre, ognuna con un qualche segreto, portatrici di ambizione e difetti, qualità e disgrazie caratteristiche pur rientrando in un tipo fisso del genere e del romanzo. Una menzione particolare merita l’investigatore del libro, il Commissario Adrisani.
Cimalta, come molte città e luoghi dove si ambienta il noir e il thriller, rappresenta una nazione intera e i suoi abitanti “il polso” della situazione e anche qui Marco Niro, in questo romanzo non privo di difetti e insieme molto solido, riesce nell’evocazione.

È un noir politico degno della tradizione migliore del genere dove crimini e violenza, dei singoli e delle comunità, devono essere indicati e svelati, contro il potere. È un romanzo antropocenico in cui errori e orrori contro la natura sono un nucleo tragico e narrativo che merita di essere indagato, in una moltitudine di agenti ecologici.
Antonio Vena


MARCO NIRO
 è giornalista e scrittore. Laureato in Scienze della comunicazione, ha collaborato con varie testate giornalistiche e oggi si occupa di comunicazione ambientale. Ha all’attivo un saggio (Verità e informazione. Critica del giornalismo contemporaneo, Dedalo 2005), un libro per ragazzi (L’avventura di Energino, Erickson 2022) e, con il collettivo di scrittura Tersite Rossi, quattro romanzi (È già sera, tutto è finito, Pendragon 2010; Sinistri, e/o 2012; I Signori della Cenere, Pendragon 2016; Gleba, Pendragon 2019) e due raccolte di racconti (Chroma. Storie degeneri, Les Flâneurs 2022; Pornocidio, Mincione 2023).


A dialogare con l'autore 
Ludovic Maillet



  

 

   

















Sara Vallefuoco - Chimere


Mondadori




Sara Vallefuoco - Chimere

 

Le chimere sono esseri dall’aspetto ibrido e mostruoso, un mostro della mitologia greca, ma anche un pesce dall’aspetto orribile che vive nelle profondità del Mediterraneo. Sara Vallefuoco paragona a una chimera intesa come pesce il corpo gonfio e deformato dalla morte per annegamento di Ilide Mariani, sposa novella annegata nella vasca da bagno nella notte di Capodanno del 1900.
Morte accidentale o omicidio? Un bel quesito per i brigadieri Moretti e Ghibaudo della tenenza dei carabinieri di San Lorenzo in Lucina a Roma. A ben guardare anche il loro rapporto è una chimera: Moretti, romano figlio di un docente universitario, pragmatico e fiducioso nella neonata patologia forense tanto da aver creato il reparto di investigazioni scientifiche, Ghibaudo, torinese figlio del proletariato socialista, dall’identità sessuale tormentata e guidato nelle sue investigazioni da una sorta di ispirazione che gli viene dalla consapevolezza di fare parte della stessa povera gente su cui indaga.
I due si sono incontrati in Sardegna dove entrambi erano di stanza per la lotta al brigantaggio e qui hanno conosciuto Amelia Spano, figlia di un medico condotto e infermiera, che si sposa con Ghibaudo e lo segue a Roma dove si iscrive al corso universitario di medicina.

Inutile dire che la poveretta trovata annegata è stata davvero assassinata e accanto al suo omicidio i carabinieri, grazie all’intervento non richiesto di un giornalista dell’Avanti in odore di anarchia, scoprono la morte sospetta, avvenuta con le stesse modalità tre mesi prima, di un’altra donna sposata da una settimana.
C’è forse un marito cacciatore di dote e poi assassino che si aggira fra le macerie dei casamenti distrutti per far posto al gigantesco monumento a Vittorio Emanuele e ai nuovi quartieri che renderanno la capitale del Regno d’Italia una metropoli degna di stare al passo con le grandi città europee?
Moretti a suon di identikit eseguiti dall’appuntato Coltellacci, espertissimo nel disegno, e di rilevamenti di impronte e fluidi corporei nonché delle autopsie eseguite dal dottor Le Ghait è convinto di sì, ma Ghibaudo non pare dello stesso avviso.

Chimere è il secondo caso del brigadiere Ghibaudo dopo Neroinchiostro, che si svolge in Sardegna nel 1899, ed è un giallo storico ben scritto e ben strutturato, con una trama che si muove con sicurezza e logica e uno stile sobrio, ma coinvolgente. I personaggi sono tratteggiati con sicurezza e abilità nel far intendere al lettore i drammi che si celano sotto l’apparenza e con una buona empatia da parte dell’autrice.
Anche la Roma di inizio XX secolo è descritta con precisione e simpatia, ma senza alcun rimpianto per il ‘bel tempo che fu’: le botteghe, le trattorie, i mestieri oggi scomparsi ci portano alla mente in modo vivido un mondo che non esiste più perché, come il metodo di indagine, anche la società è in evoluzione.
Rita Garzetti (www.milanonera.com)


SARA VALLEFUOCO
, qui alla sua seconda prova narrativa, si conferma narratrice di gran classe, capace di intrecciare nel racconto fascino storico, tensione thriller, intrecci sentimentali, con autentica sapienza.

A dialogare con l'autrice Ludovic Maillet

          

   






Centro Culturale La Firma


        




Mandacaru



        Tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso la
Biblioteca Civica alle ore 10.30

Riva del Garda (TN) - Piazza Garibaldi 5
Entrata gratuita

 
Biblioteca Civica Riva del Garda

 



Pagina facebook Biblioteca Civica Per informazioni:
Biblioteca civica di Riva del Garda
0464 573806


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Alcuni momenti degli incontri con gli autori...