Samuel Perathoner
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- Pubblicato Domenica, 25 Ottobre 2020 10:33
25 ottobre > 25 novembre 2020
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LE SCULTURE DEL GARDENESE SAMUEL PERATHONER. NUOVO EVENTO ESPOSITIVO DEL CENTRO CULTURALE “LA FIRMA”
Curatrice Nicoletta Tamanini
La mostra rimarrà aperta dal 25 ottobre al 25 novembre presso la Sala Civica “G. Craffonara”.
Dopo le fotografie di Kim Dupond Holdt, fotografo e orafo danese, tocca allo scultore gardenese Samuel Perathoner proseguire e concludere la “strana” stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda, stagione quest'anno ridotta notevolmente a causa dell'emergenza Coronavirus.
Domenica 25 ottobre alle 18.00 verrà inaugurata la mostra personale dello scultore, classe 1970, cresciuto nella valle per antonomasia degli scultori in legno. Ha frequentato l'istituto d'arte e successivamente la scuola professionale provinciale per scultori in legno. Dopo il periodo di formazione ha iniziato a lavorare come scultore nel suo laboratorio a Selva di Val Gardena.
Graffiante e ironica, la scultura di Samuel Perathoner affascina per la capacità di ingannare i sensi. Le forme femminili esagerate trasmettono una sottile ingenuità che rende le protagoniste della sua opera attrici di una quotidiana commedia artistica: serene, disinvolte, sfrontate e libere nella consapevolezza di essere irresistibili muse ispiratrici. Il legno è materia vivente, legato alla Madre Terra e queste figure femminili richiamano, nella loro prosperità, il senso matriarcale della Natura.
La mostra di Riva del Garda sarà ospitata come consuetudine del Centro Culturale “La Firma” presso la Sala Civica “G. Craffonara”. L'esposizione sarà visitabile tutti i giorni fino al 25 novembre con orario 9.00 – 12.30 e 13.30 – 18.30. Vernice domenica 25 ottobre alle ore 18.00. Ingresso Libero.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 25 ottobre > 25 novembbre 2020 Tutti i giorni 09.00 > 12.30 - 13.30 > 18.30 Ingresso libero Inaugurazione domenica 25 ottobre ore 18.00 |
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Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione
Kim Dupond Holdt
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- Pubblicato Venerdì, 02 Ottobre 2020 19:10
06 ottobre > 24 ottobre 2020
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Le fotografie di Kim Dupond Holdt, fotografo e orafo danese inaugurano martedì 6 ottobre prossimo la stagione espositiva del centro culturale La Firma di Riva del Garda, stagione quest’anno ridotta notevolmente a causa dell’emergenza coronavirus.
Kim Dupond Holdt ha scelto Riva Del Garda per la sua mostra personale. L’esposizione permetterà una visione complessiva della sua opera fotografica. Un’attività, quella di Kim Dupond Holdt, svolta con la passione dell’artista. Nei suoi tratti la realtà è ridotta a imponenti linee geometriche e vibranti contrasti di luci.
Kim Dupond Holdt è nato e ha trascorso la sua prima adolescenza in una piccola città danese nella provincia dello Jutland. Anche a scuola e, successivamente, la sua aspirazione principale era quella di diventare stilista, in particolare di lavorare nell'industria della moda creando e disegnando abiti.
Non essendoci scuole specializzate in questa materia nella provincia, la scuola ha proposto a Kim Dupond Holdt un'esperienza di collaborazione - inizialmente un apprendistato in un laboratorio orafo della zona. In seguito ha sviluppato una passione per il lavoro e ha deciso di seguire definitivamente questa carriera.
Durante la sua formazione di orafo, durata dal 1981 al 1985, si è divertito a dipingere nel tempo libero utilizzando varie tecniche, soggetti e temi figurativi, tra cui il naturalismo e le avanguardie del Novecento. Questo amore per la pittura ha portato a varie mostre, una in un palazzo della regione di Abenra, un'altra presso la Dansk Bank Kolding e un'altra ancora nella galleria "Moderne Kunst Kolding".
Dal 1985, con il diploma di orefice, Kim Dupond Holdt è stato assunto da Hans Hansen come raffinatore, posizione che ha occupato fino alla fine del 1989, quando ha accettato un posto come orafo in una gioielleria nella piccola comunità di Limone sul Garda (BS).
Nel 1997, dopo 6 anni di esperienza lavorativa, decide di aprire la propria gioielleria. Voleva esprimere le proprie idee creando opere uniche che ancora oggi realizza con grande passione nel suo laboratorio di Limone sul Garda.
Dal 2014, presa piena conoscenza del mezzo fotografico, l’artista inizia ufficialmente la pratica di fotografo, che porta avanti a tutt’oggi con sperimentazione e ricerca estetica. Nel 2019 si svolge la mostra personale Architetture dinamiche presso lo spazio Made4art di Milano. Nello stesso anno viene presentato dallo spazio milanese a Mia Photo Fair 2019, la fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento (22-25 marzo. The Mail, Milano) con un progetto a cura di Gigliola Foschi.
La mostra di Riva del Garda sarà ospitata come consuetudine del centro culturale La Firma alla Sala Civica G. Craffonara.
L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni fino al 24 ottobre con orario: 9-12.30 e 13.30-18.30. Vernice martedì 6 ottobre alle ore 18. Ingresso libero.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 06 > 24 ottobre 2020 Tutti i giorni 09.00 > 12.30 - 13.30 > 18.30 Ingresso libero Inaugurazione martedì 6 ottobre ore 18.00 |
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Una vita per l'arte
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- Pubblicato Mercoledì, 18 Settembre 2019 20:28
28 settembre > 20 novembre 2019
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Omaggio ad Arrigo Colorio a dieci anni dalla scomparsa
Sabato 28 settembre presso la Sala Civica “G. Craffonara” si inaugura una collettiva dedicata al gallerista rivano.
Cura e allestimento di Romeo Galletti, Franco Chiarani e Livio Tasin presentazione di Nicoletta Tamanini
Arrigo Colorio è stato un protagonista della vita artistica di Riva del Garda a partire dagli anni Sessanta. La sua Galleria di via Maffei per decenni ha ospitato i più importanti artisti dell'epoca. A dieci anni dalla scomparsa il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda gli dedica una mostra collettiva che aprirà i battenti sabato 28 settembre alle ore 18.00 presso la Galleria Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda.
Ad esporre saranno gli amici e i colleghi che hanno collaborato con Arrigo Colorio nel corso dei decenni:
Bruna Aprea, Caterina Benamati, Giuseppe Bravi, Gino Carrera, Anna Caser, Franco Chiarani, Patrizia Comand, Renzo Cursaro, Fernanda Fedi, Fritz Froelich, Ivo Fruet, Diego Galletti, Bruno Gambone, Gino Gini, Manfred Henninger, Ugo Nespolo, Gaston Orellana, Remo Pasetto, Amina Pedrinolla, Luigi Pizzini, Riccardo Schweizer, Medhat Shafik, Alberta Struffi, Paolo Tait, Livio Tasin.
Arrigo Colorio, lo ricordano gli amici del Centro Culturale “La Firma”, era una persona vigorosa, di forte tempra, che amava la vita, le sue cose, i suoi quadri, i suoi libri, e continuava a fare progetti per il futuro. Aveva un profondo rapporto con la natura, nella quale si immergeva solitario, facendo interminabili passeggiate sul lungolago e in montagna, e lunghe nuotate nel golfo di Riva da primavera fino all’autunno inoltrato, godendo del contatto fisico con l’acqua del lago che tanto amava. Arrigo aveva un animo sensibile, che celava anche a se stesso con un carattere burbero e spigoloso. I suoi modi bruschi e sbrigativi, talvolta irosi, spesso sconcertavano chi non lo conosceva, e questo certo non ha contribuito al pubblico riconoscimento dei suoi grandi meriti.
Aveva iniziato ad occuparsi di arte con Dante Dassatti, nella Galleria Città di Riva in Piazza Garibaldi, poi le loro strade si divisero e Arrigo fondò la Galleria La Firma, che per anni è stata un punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea. Negli anni settanta e ottanta, quando a Riva il turismo fieristico e congressuale era ancora agli albori e gli inverni erano lunghi e desolatamente vuoti, Via Maffei era ravvivata dalla presenza di due storiche istituzioni culturali: la Libreria Tomasoni e la Galleria La Firma, dove Arrigo proponeva, ai pochi che le sapevano apprezzare, le opere di artisti spesso ancora poco noti ma di grande qualità. Cessata l’attività di gallerista, nel 1991 decise, assieme a pochi amici, di costituire un’associazione culturale, riprendendo il nome La Firma, allargando l’attività e aprendo lo spazio della galleria, anche ad eventi artistici e culturali di grande spessore: dibattiti su temi di attualità, presentazioni di libri, mostre fotografiche, performance artistiche.
Grande fu la sofferenza con la quale Arrigo Colorio, dopo anni di grande attività, visse la chiusura e lo sgombero della sede di Via Maffei, nel frattempo acquisita dal Comune di Riva, divenuta Galleria civica Craffonara, e destinata ad essere integralmente restaurata assieme all’intero palazzo Lutti. Dovette traslocare altrove tutto il fondo di tele, disegni, sculture che vi conservava.
A dieci anni dalla scomparsa, il “suo” Centro Culturale, oggi presieduto dal nipote Ludovico Maillet, gli dedica una mostra che altro non vuol essere se non l'occasione per ricordare un uomo che ha dato molto alla vita culturale di Riva del Garda senza nulla pretendere in cambio.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 28 settembre > 20 novembre 2019 Tutti i giorni 10.00 > 12.30 - 14.30 > 17.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 28 settembre ore 18.00 |
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UNA VITA PER L’ARTE
Mostra collettiva in omaggio ad Arrigo Colorio
Presentazione di Nicoletta Tamanini
Secondo e ultimo appuntamento espositivo del Centro Culturale la Firma di Riva del Garda per il 2019, la mostra “UNA VITA PER L’ARTE. Mostra collettiva in omaggio ad Arrigo Colorio” vuole ricordare, a dieci anni dalla scomparsa, uno dei suoi soci fondatori ed uno tra i più significativi protagonisti della vita artistico - culturale dell’Alto Garda dal dopoguerra agli anni 2000.
Scomparso Arrigo Colorio all’età di 81 anni, la guida del Centro per circa un decennio è passata nelle esperte mani dell’artista veronese Anna Caser. Attualmente presidente del Circolo è Ludovico Maillet, nipote di Arrigo che continua, coadiuvato dal nuovo gruppo dirigente dell’associazione, l’infaticabile impegno di stimolazione e promozione culturale di un territorio come l’Alto Garda, per sua naturale vocazione, ispiratore di fermenti, linguaggi espressivi e movimenti artistico - culturali anche alternativi ed originali.
Uomo passionale, incuriosito da ogni percorso e linguaggio espressivo, anche il più innovativo, Arrigo Colorio, viene oggi ricordato da amici e colleghi con stima e riconoscenza per la dedizione ad un mondo, quello dell’arte, spesso mutevole ed ingrato a cui Colorio, delicata sensibilità e raffinato senso critico celati da un carattere spesso spinoso e polemico, ha dedicato con passione tutta la sua vita.
Il percorso espositivo accuratamente studiato da Romeo Galletti, Franco Chiarani e Livio Tasin per proporre un raffinato e stimolante dialogo tra pittura e scultura, tra materiali e tecniche pittoriche assai diverse tra loro, tra artisti di epoche, provenienza e formazione varia, offre al visitatore un piccolo assaggio del lavoro svolto per decenni da Colorio durante la sua infaticabile ricerca di gallerista e di promotore culturale. Venticinque artisti, una quarantina di opere, molte di notevole interesse artistico, alcune anche di particolare valore storico, delineano così un originale viaggio nel mondo della creatività umana transitato per decenni nel centro gardesano grazie alla fantasia, alla curiosità e alla lungimiranza di un infaticabile sognatore.
Nicoletta Tamanini, settembre 2019
Pietro Ghizzardi
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- Pubblicato Domenica, 26 Maggio 2019 19:25
01 giugno > 24 luglio 2019
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Riva del Garda
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale
Pietro Ghizzardi, l'altro Ligabue è il titolo della mostra che inaugura la stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda. Un'esposizione di opere del maestro di Viadana che già in passato era stato protagonista di mostre organizzate a Riva del Garda dal gallerista Arrigo Colorio.
Proprio in occasione del decimo anniversario della scomparsa di Colorio il Centro Culturale “La Firma” vuole ricordare il proprio fondatore attraverso una personale dedicata a quello che può essere definito “l'altro Ligabue”.
La mostra verrà inaugurata sabato 1 giugno alle 18.00 presso la Galleria Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda.
Nato a Corte Pavesina, nel Comune di Viadana, da una famiglia contadina, Pietro Ghizzardi fin da giovane dimostrò passione per la pittura, coltivata dapprima in modo amatoriale. Si trasferì nel 1930 a Cogozzo, altra frazione di Viadana, dove cominciò a dipingere sui muri dei cascinali, e l’anno successivo a Boretto, in provincia Reggio Emilia, dove iniziò la sua attività espositiva e dove prese avvio la sua carriera di pittore. Morì a Boretto nel 1986. La sua pittura, di stile naif, lo portò ad esporre in varie località del nord Italia. In particolare si ricorda la partecipazione alla “Mostra nazionale dei naif Città di Luzzara” nel 1968, in occasione della quale venne insignito di una medaglia d’oro da parte del Presidente della Repubblica.
A partire dalla fine degli anni Novanta le sue opere sono state esposte in alcune mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero: Banditi dell’arte, Parigi (2012), Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat, Ravenna (2013), Homage to Henri Rousseau. The World of Naive painters and Outsiders, Tokyo (2013), Fuori Quadro, Bergamo (2013). Diversi musei e collezioni italiani e stranieri conservano sue opere: il Museo di Lavai (Francia), il Museo croato d’arte naif di Zagabria, il Museo Charlotte Zander a Boennigheim, in Germania, la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza e la Fondazione “Un Paese” di Luzzara.
Nel 1976 pubblicò per Einaudi l’autobiografia «Mi richordo anchora», a cura di Gustavo Marchesi e Giovanni Negri con nota introduttiva di Cesare Zavattini, premiata nel 1977 come “Opera prima” al Premio Viareggio. Dal libro l’Ariston ricavò un disco. Nel 1985 dall’autobiografia fu tratto lo spettacolo teatrale omonimo interpretato da Enzo Robutti e curato da Gustavo Marchesi. Nel 1980 pubblicò «A Lilla quattro pietre in immortalate» per l’editore Scheiwiller All’Insegna del Pesce d’Oro. Nel 1986 Giovanni Negri curò la stampa degli inediti «Giugliètta e romeo» e «Il bambino di Viareggio rapito». Nel 1965 venne realizzato da Film Luce il documentario «Pietro Ghizzardi. Pittore Contadino» con la regia di Michele Gandin e il commento di Leonardo Sinisgalli, mentre nel 1979 Rai 1 produsse il documentario «Mi richordo anchora». Conversazione con Pietro Ghizzardi per il ciclo «Le memorie, gli anni», con la regia di Gian Vittorio Baldi.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 1 giugno > 24 luglio 2019 Tutti i giorni 10.00 > 13.30 - 17.00 > 20.30 Ingresso libero Inaugurazione sabato 1° giugno ore 18.00 |
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Matthias Sieff
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- Pubblicato Sabato, 22 Settembre 2018 14:53
Riva del Garda 6 > 31 ottobre 2018
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Matthias Sieff, audace scultore trentino, rivisitando le sculture antiche come ad esempio i Moai, le statue egizie e le sculture arcaiche greche propone le sue soluzioni plastiche contemporanee. La sua ricerca viene portata avanti da più di una decina di anni e le sue opere mirano ad esprimere lo stesso carattere delle statue antiche.
La sua ricerca artistica si basa sullo studio del corpo femminile e maschile ed è caratterizzata da un’interpretazione forte e personale.
Le figure, erette, hanno spesso capi leggermente girati verso l’alto, un torace voluminoso che è sorretto dalle gambe. Spesso le sue figure non presentano le braccia perché tutto ciò che devono dire, l’essenziale, è già presente.
Le figure sono molto statiche e stabili. Sono caratterizzate da una costruzione tettonica dove ogni singolo elemento sorregge ed è sorretto, così come un edificio, costruito piano su piano.
Tutte le figure presentano una costruzione basata sull'incrocio di assi orizzontali e verticali. Talvolta per evidenziare maggiormente l’asse orizzontale le figure vengono rappresentate con le braccia aperte.
Spesso Matthias si ispira ai Moai dell’Isola di Pasqua. Tali colossi hanno lo stesso carattere e freddezza come la sfinge egizia che si trova innanzi alle Piramidi. Consapevolmente egli rappresenta le sue figure in una posizione statica, in modo che la monumentalità sia ancora più marcata.
La problematica delle forme corporee è importante per l’artista poiché la raffigurazione del corpo deve oltrepassare le proporzioni ma le forme devono comunque essere sempre in simbiosi tra loro e basarsi sull'anatomia umana. Le forme sono semplificate e geometrizzate ma rimangono sempre ancora organiche. Un passo per trovare nelle figure la giusta tensione.
Utilizza sempre materiali che al contrario di tante forme d’arte attuali, diano una spiccata durabilità nel tempo.
Le opere vengono sempre cromate con colori molto coprenti e brillanti, in modo che anche la superficie esterna assuma la sua importanza, quasi fosse un abito.
“I miei personaggi sono nati dalla mia fantasia e dai miei studi sull'anatomia, e ciò che posso dire oggi è che attraverso le mie opere, nel bene e nel male, vengono espresse emozioni e suscitano per questo diversi sentimenti in chi li osserva: dallo stupore, alla perplessità fino ad arrivare alla meraviglia. Ma è un bene, l’arte ha un suo giudizio soggettivo individuale, può piacere o meno, di certo però le mie sculture non lasciano indifferenti, tutti le osservano, e questo mi da soddisfazione”.
Nato a Cavalese il 22 aprile 1982 e residente a Mazzin (TN) tra le Dolomiti della Val di Fassa.
Ha conseguito il diploma di Maestro d’Arte, di Scultore del legno e la Laurea in Arti Applicate.
Dal 1996 al 1999 frequenta L’Istituto d’Arte a Pozza di Fassa, dal 1999 al 2002 la Scuola per aspiranti scultori a Selva di Val Gardena seguendo anche i corsi serali di plastica e disegno col Prof Tone Da Cudan. Dal 2002 al 2006 è studente all’Università di Arti Applicate di Vienna sezione scultura, è seguito dalla Prof.ssa Gerda Fassel con la quale si laurea il 30 giugno 2006 con ottimi voti.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 6 > 31 ottobre 2018 Tutti i giorni 10.00 > 13.30 - 17.00 > 20.30 Ingresso libero Inaugurazione sabato 6 ottobre ore 18.00 |
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L'isola dell'obliio
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- Pubblicato Sabato, 22 Settembre 2018 14:53
Riva del Garda 3 > 28 novembre 2018
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Dal 3 al 28 novembre è allestita nella sala civica «Giuseppe Craffonara» ai giardini di porta Orientale «L’isola dell’oblio», mostra-omaggio di Davide Pivetti a Kastellorizo, l’isola greca in cui Salvatores girò il film «Mediterraneo».
La mostra, a cura del centro culturale La Firma, ha il patrocinio del Consolato di Grecia.
Nel 1992 a Los Angeles una minuscola e dimenticata isola del Dodecaneso greco divenne improvvisamente celebre in tutto il mondo. È la forza della settima arte, il cinema. Gabriele Salvatores in quell’edizione degli Academy Awards vinse infatti il Premio Oscar come miglior film straniero con il suo "Mediterraneo", pellicola interamente ambientata sull'isola di Kastellorizo (o Megisti in greco, Meis in turco, Castelrosso in italiano), la più lontana e orientale dell'intero territorio greco, geograficamente già in Asia Minore. Merito di una grande squadra: dal regista a uno straordinario cast di attori, dalla sceneggiatura di Enzo Monteleone alle musiche di Giancarlo Bigazzi e alla fotografia di Italo Petriccione. Ma merito, certamente, anche della rara e singolare bellezza di questa isola remota, che è davvero l’avamposto greco ed europeo nel mare nostrum orientale.
Quel film è diventato un manifesto culturale per almeno un paio di generazioni di italiani (e non solo, visto il successo internazionale). I suoi dialoghi, brillanti, sono diventati patrimonio collettivo. Inoltre gli italiani hanno scoperto la Grecia e il piacere della "fuga" sui suoi lidi più remoti. Ma pochi in realtà sono coloro che si sono spinti fin là, che hanno veramente messo piede a Kastellorizo.
Davide Pivetti, giornalista e fotografo trentino già autore di un libro dedicato alle isole del Mediterraneo (“Emersioni - Isole di giovani racconti”) e di una mostra omonima, pochi mesi fa ha realizzato un progetto cullato da molti anni: visitare la Megisti di Salvatores, ritrovare le location del film, incontrare la gente del posto che si prestò a fare da comparsa nei due mesi di riprese, concluse nell’estate del 1991. Scoprendo che, nonostante i quasi tre decenni trascorsi, molti degli aspetti caratterizzanti l’isola si sono conservati. Con qualche mano di colore in più o in meno rispetto a come fu magistralmente raccontata in quel celebre lungometraggio dedicato "a tutti quelli che stanno scappando".
Così è nata “L’Isola dell’oblio - Megisti. Importanza strategica zero”. In questa mostra - che ha ricevuto il patrocinio del Consolato di Grecia ed è arricchita da un’intervista in esclusiva con l’attore Giuseppe Cederna (l’attendente Antonio Farina del film) - c'è al tempo stesso un racconto di viaggio, la ricerca di un cinefilo, un reportage giornalistico e la realizzazione del piccolo ma vibrante sogno di un viandante isolano.
La mostra, quaranta immagini formato 50x40 con citazioni dal film “Mediterraneo”, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17 con ingresso libero. Inaugurazione sabato 3 novembre, ore 18.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 3 > 28 novembre 2018 Tutti i giorni 10.00 > 12.30 - 14.30 > 17.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 3 novembre ore 18.00 |
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Non solo 007 - I ciak sul Garda
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- Pubblicato Venerdì, 29 Giugno 2018 00:00
Riva del Garda 07 luglio > 01 agosto 2018
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Tutti ricordiamo quell'aprile di dieci anni fa quando tra Gargnano, Tremosine e Torbole vennero girate alcune sequenze mozzafiato di Quantum of Solace, il 22° film di James Bond. Tra inseguimenti e tuffi nel lago della mitica Aston Martin le gardesane del Lago di Garda venivano consacrate come location privilegiate per film a grosso budget tanto che due anni dopo si scelsero le medesime location per il thriller di spionaggio The International di Tom Tykwer.
Se James Bond fu sicuramente il momento di maggior celebrità per il Lago di Garda come set cinematografico, la storia dell'utilizzo del Garda come sfondo per ambientazioni non datava certo da quel momento ma risaliva a molti anni prima.
La mostra “Non solo 007”, che verrà inaugurata a Riva del Garda alla Galleria Civica “G. Craffonara” il 7 luglio 2018, curata da Ludovico Maillet e Franco Delli Guanti, vuole ripercorrere attraverso una vasta raccolta di manifesti cinematografici (alcuni molto rari) i momenti più significativi dell'utilizzo delle location gardesane nei film.
La grande stagione cinematografica del lago si ha tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, quando Walter Bertolazzi, trasforma Peschiara in un set ideale per film sui pirati. I Caraibi si trasferiscono nella parte meridionale del lago e qui si girano una quindicina di film con star nazionali e internazionali.
Prima c’era stata addirittura una produzione tutta lacustre, la Nuova Benaco Film di Lazise nel 1954 aveva prodotto infatti Il tiranno del Garda diretto da Ignazio Ferronetti che raccontava la vicenda della regina Adelaide di Borgogna fatta prigioniera nella Rocca del Garda da Berengario d’Ivrea. L’anno dopo Luis Trenker aveva realizzato- su sceneggiatura nientemeno che di Giorgio Bassani e Pier Paolo Pasolini Il prigioniero della montagna, melodramma nazionalpopolare girato a Bardolino. Nel 1957 era stata la volta della Capinera del mulino, di Angio Zane, ambientato nell’immaginario Borgofiore del Garda. All’inizio degli anni ’60 arriva anche la vera Hollywood, con due film del grande artigiano Delmer Daves (il regista di Scandalo al sole), che qui gira Accadde un’estate (1965) e Gli amanti devono imparare (1962). Internazionale è anche la produzione dello spionistico Black Box Affair Il mondo trema (1966). Vi sono poi i film legati alla Repubblica di Salò e al governo di Mussolini sul lago, dal Processo di Verona (1962) di Carlo Lizzani a Claretta (1984) di Pasquale Squitieri.
A Punta San Vigilio, viene ambientata la storia d’amore di D.H. Lawrence e della infedele moglie Frida, che dà lo spunto all'Amante di Lady Chatterley nel biopic Priest of Love di Christopher Miles. Nel 1986 a Lazise per qualche giorno arriva Margarethe von Trotta, per le scene italiane di Rosa L., la biografia della rivoluzionaria tedesca Rosa Luxemburg. Alle discoteche sul lago si ispira invece nel 1995 Jerry Calà per Ragazzi della notte, con una produzione ancora una volta locale, che si chiama Garda Film.
Concludiamo citando il meraviglioso film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome, candidato quest’anno all’Oscar come miglior film in cui una lunga sequenza è stata girata alle terme di Catullo.
La mostra di Riva del Garda, che fa parte delle iniziative organizzate per la stagione espositiva 2018 del Centro Culturale La Firma, sarà l’occasione per ripercorrere questa storia del cinema tutta gardesana attraverso i manifesti dei film citati e di spezzoni dei film.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 07 luglio > 01 agosto 2018 Tutti i giorni 10.00 > 13.30 - 17.00 > 20.30 Ingresso libero Inaugurazione sabato 7 luglio ore 18.00 |
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Gimme A Ride
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- Pubblicato Lunedì, 04 Giugno 2018 19:43
Riva del Garda 9 giugno > 4 luglio 2018
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La mostra, una stretta collaborazione dei fotografi Tiberio Sorvillo e Luca Guadagnini, parte di una ricerca in costante sviluppo, è un ritratto naturale che percorre il quotidiano di luoghi e persone che li abitano, ma allo stesso tempo frammenti surreali di luoghi insoliti.
Le immagini stimolano gli artisti alla realizzazione di un'opera di estrazione e di ricomposizione di elementi caratteristici che formano un nuovo luogo allegorico visibile dallo spettatore.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 9 giugno > 4 luglio 2018 Tutti i giorni 10.00 > 13.30 - 17.00 > 20.30 Ingresso libero Inaugurazione sabato 9 giugno ore 18.00 |
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Animali nell'arte
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- Pubblicato Venerdì, 03 Novembre 2017 10:25
Riva del Garda 4 > 22 novembre 2017 Ugo Frank | Ilio Buffa | Gianni Tosi
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“Gli animali nell'arte” chiudono la stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma”
Una mostra collettiva che rimarrà aperta dal 4 al 22 novembre presso la Sala Civica “G. Craffonara”.
Tra gli espositori la rivana Alberta Struffi
Ugo Frank, Ilio Buffa, Gianni Tosi, Fabio Valente, Danilo Sanvito e la rivana Alberta Struffi sono i protagonisti dell'ultimo evento espositivo dell'anno del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda che aprirà i battenti sabato 4 novembre alle ore 18.00 presso la Galleria Civica “G. Craffonara”. Ad accomunare le opere esposte il tema degli animali nell'arte.
Gli animali hanno da sempre avuto un ruolo di primo piano nell'arte. Le raffigurazioni di animali sono sempre presenti in tutti i periodi storici ed hanno dei significati differenti. Infatti si va dalla semplice raffigurazione della natura in modo classico, alla figura dell'animale dal punto di vista prettamente allegorico. Questa guida si propone appunto di spiegarvi come si sono evoluti gli animali nella storia dell'arte. Nell'era preistorica raffigurare gli animali era considerato un augurio per la cacciagione, mentre per i romani e i greci la loro rappresentazione in affreschi e sculture viene inquadrata a livello scientifico e naturalistico, per quella ricerca della perfezione che ritroviamo in tutta l'arte antica. Nell'arte cristiana e bizantina vengono invece attribuiti simboli ed allegorie agli animali raffigurati.
In epoca medievale un filosofo ebreo di Alessandria convertitosi al Cristianesimo scrisse in lingua greca, verso la fine del II secolo d. C., un trattato di storia naturale che costituisce una fonte importante per l'iconografia degli animali: il "Physiologus". Quest'opera fu tradotta più volte in latino ed una volta diffusasi in Occidente, le maestranze di artisti e scalpellini ne fecero un punto di riferimento per la loro arte, dando anche vita ad altre opere scientifiche, scritte da importanti uomini di chiesa, artisti e letterati. Nel medioevo artistico si nota infatti l'impronta simbolica attribuita agli animali nell'arte cristiana, ed anzi lo spirito, l'emblema e l'allegoria di ogni animale vengono in epoca medievale incrementati per esorcizzare il male ed enfatizzare il bene. L'arte è comunicazione in tutti i suoi aspetti, dall'affresco alla scultura, dai codici miniati all'arte musicale.
Col passare dei secoli la concezione medievale del mondo come materia informe da plasmare cede il posto ad una visione "illuminata", in cui il mondo terreno deve essere apprezzato e osservato per come si presenta, in quanto creato da Dio. Ed ecco il cambiamento di visione della sfera animale, che nell'arte si rileva nelle raffigurazioni naturalistiche e oggettive, sin dalla fine del '200, quando Giotto segna la svolta pittorica nell'osservazione della realtà. Con la scoperta dell'America il punto di vista naturalistico si evolve ancor di più perché si iniziano ad osservare specie animali fino ad allora sconosciute e nel '500 saranno Leonardo e Dürer, con i loro disegni, a dare inizio all'illustrazione zoologica moderna e alla loro classificazione, seguiti successivamente dal pensiero dei positivisti e dalle ricerche di Darwin.
Nei secoli fra l'Ottocento ed il Novecento gli animali nella storia dell'arte vengono invece raffigurati con le inquietudini dell'uomo che caratterizzano l'avvicendarsi dell'arte romantica, espressionista e futurista di quei periodi, poiché gli animali racchiudono anche l'interiorità stessa dell'uomo. Infatti l'artista cerca, tramite la loro rappresentazione, un contatto con la natura per richiamare la purezza e l'istinto dell'arte primitiva: ricordiamo, a tal proposito, le differenti versioni dei buoi di Picasso.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 4 > 22 novembre 2017 Tutti i giorni 10.00 > 20.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 4 novembre ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione
"Animali nell'arte"
Presentazione di Nicoletta Tamanini
Interessante in questo contesto la mostra “Animali nell’arte” ultima iniziativa proposta per l’anno 2017 dal Centro Culturale La Firma di Riva del Garda.