Il violinista sul tetto


E' Un film di Norman Jewison. Con Topol, Norma Crane, Leonard Frey Titolo originale Fiddler on the Roof. Drammatico - USA 1971


Il violinista sul tetto

All'inizio del secolo la vita di un villaggio ucraino dove un violinista ha l'abitudine di suonare sul tetto e dove vivono il lattaio ebreo Teyve (Topol), sua moglie e le loro cinque figlie.
Per paura di un prossimo pogrom Teyve emigra negli Stati Uniti con tutta la famiglia.

Fastosa e accademica trasposizione sullo schermo, in Panavision 70 e in modi grevemente realistici, dell'omonimo musical del 1964 (più di 3000 repliche a Broadway ancora nel '71, traduzioni in 32 lingue) su libretto di Joseph Stein, musiche di Jerry Block, coreografie di Jerome Robbins, rifatte sullo schermo dal suo assistente Tom Abbott.

La fonte letteraria è un racconto (1905) di Shalom Aleichem; il titolo rimanda ai quadri di Marc Chagall. Girato in Iugoslavia da Jewison che 2 anni dopo ripeterà l'operazione con Jesus Christ Superstar. 2 Oscar (fotografia di Oswald Morris; direzione musicale di John Williams) e 4 nomination tra cui miglior film e regia.

(da: Mymovies.it, Il cinema dalla parte del pubblico) 


Anche in questa occasione il centro culturale «La Firma» ha abbinato una rassegna cinematografica, progettata da Ludovico Maillet. «L'ebreo che ride» è il logico completamento dell'esposizione dedicata allo «Chagall italiano». E proprio al mondo magico di Chagall e di Luzzati si vuole rendere omaggio proiettando tre film legati all'ambiente e alla cultura ebraiche dell'est Europa (ashkenazita). Tre film che vogliono ricordare l'umorismo, le tradizioni, la vitalità di un mondo scomparso, spazzato via dalla barbarie del secondo conflitto mondiale: il mondo degli «shtetl», i piccoli villaggi ebraici di cui era costellato tutto l'est europeo.


 

Ogni cosa è illuminata

 

Ogni cosa è illuminata

Ogni cosa è illuminata (titolo originale: Everything Is Illuminated) è un film statunitense uscito nel 2005 di Liev Schreiber. Si tratta della trasposizione cinematografica dell'omonimo libro autobiografico di Jonathan Safran Foer, in cui racconta del suo viaggio (sia fisico che spirituale) sulle orme del nonno, costretto ad emigrare, dalla natia Ucraina, negli Stati Uniti.

Il giovane Jonathan Safran Foer (Elijah Wood) è un ebreo nato e vissuto negli Stati Uniti, di origine ucraina. Essendo un "collezionista di ricordi di famiglia", decide di fare un viaggio in Ucraina per trovare il piccolo e sperduto villaggio di Trachimbrod, in cui visse suo nonno. Nel suo viaggio si affiderà a una guida locale (interpretato da Boris Leskin) e a suo nipote Alex (Eugene Hütz), suo coetaneo, che con il suo strano inglese, lo aiuterà seriamente nella sua rigida ricerca attraversando i bellissimi paesaggi ucraini "on the road" a bordo di una Trabant.

La ricerca di Jonathan Safran Foer si trasformerà poco a poco in una ricerca intima di tutti e tre: il primo alla ricerca delle origini della famiglia, il nonno alla ricerca del suo passato e il nipote alla ricerca delle proprie origini ucraine.

Il giovane rimane sconvolto nell'apprendere che anche la popolazione slava ucraina era responsabile delle persecuzioni, ancor prima che vi arrivassero i tedeschi.

I tre, alla fine, arrivano al capolinea e Jonathan scopre, grazie ad un'anziana signora che conosceva suo nonno, che il villaggio che sta cercando non esiste più da quando i nazisti ne hanno sterminato gli abitanti. Tutto ciò che rimane del luogo è tenuto religiosamente a casa di questa donna, poiché abitava anche lei a Trachimbrod, e, come lui, ha conservato il ricordo di ogni abitante di Trachimbrod. Jonathan scopre quindi che suo nonno aveva avuto una famiglia precedente in Ucraina e che si era salvato andando in America per cercare del denaro per sua moglie Augustina ed il bambino che aspettava, ma quando tornò dal viaggio trovò tutti uccisi dai nazisti. Infine il nonno di Alex si suiciderà.

Conclusa la sua ricerca, il giovane ritorna negli Stati Uniti con il suo bagaglio di nuove esperienze e con il dono dell'anziana donna di Trachimbrod: una scatola di ricordi chiamata "nel caso".

L'autore del libro, il vero Jonathan Safran Foer, appare in un cameo: è l'addetto alla raccolta del fogliame del cimitero, all'inizio del film.

 (da Wikipedia, l'enciclopedia libera)  

 
L'articolo "Film e cultura ebraica" pubblicato da l'Adige il 5 dicembre 2001



Yentl


E' un film diretto da Barbra Streisand ed è tratto dal racconto Yentl The Yeshiva Boy dello scrittore ebreo polacco Isaac Bashevis Singer (1904-91) contenuto nella raccolta "Gimpel l'idiota". Originalmente pubblicato in Yiddish verso il 1960, poi in inglese nel 1983.


Yentl

Polonia, 1904. Yentl è una ragazza ebrea. Cresciuta solo con il padre (madre e fratello sono, infatti, morti da tempo), prova un forte interesse per i testi sacri ebraici che impara ogni giorno grazie al lavoro paterno, rabbino nella locale sinagoga. Non avverte, perciò, nessuna predisposizione per il ruolo precostituito di moglie, madre e casalinga sottomessa che la società prevede per lei. Nessun uomo l'ha mai attratta, forse anche per non averne mai incontrato uno colto.

Alla morte dell'amato genitore, rimasta sola, avverte immediatamente la pressione psicologica degli abitanti del villaggio, che intendono "ricondurla alla ragione". Quindi si traveste da ragazzo e fugge, incerta sul futuro ma decisa a studiare i testi sacri, all'epoca proibiti alle donne. Il caso la porta in una yeshiva, scuola religiosa ebraica, dove si presenta come Anshel, usando il nome del fratellino defunto. All'interno della scuola, stringe una forte amicizia con il compagno di studi Avigdor, ma presto si accorge di amarlo.

Quando lui si dispera per essere stato respinto dai futuri suoceri, che impongono la rottura del fidanzamento con la bella Hadass, Yentl, costretta dagli eventi e dall'amore per lui, accetta di coprire lo scandalo sposandone la fidanzata. Inizia così una strana situazione in cui ognuno ama l'altro e tutti sono infelici: Yentl ha sempre più difficoltà a giustificare il matrimonio non consumato e si strugge per Avigdor, la giovane moglie Hadass si rivela assai meno ingenua del previsto, Avigdor non sopporta di vedere l'ex fidanzata innamorarsi piano piano del marito.

Pressata da Hadass, triste per l'amato Avigdor, Yentl cede e svela all'amico di essere una donna e di amarlo profondamente. In un primo momento il giovane ha una reazione di rifiuto, persino violenta. Poi si intenerisce e sembra contraccambiare il suo amore dichiarando la sia disponibilità a fuggire e a sposarla. Yentl, però, si rivela più saggia e lungimirante. L'amico insostituibile, la mente illuminata che tanto l'ha attratta ha, nei confronti delle donne, una mentalita' ristretta, convenzionale. La stima che prova per l'inesistente ragazzo Anshel, per la donna Yentl svanirebbe in breve tempo, affogata nel bisogno di una "vera" donna: moglie, madre, cuoca, una compagna ignorante e incapace di pensieri autonomi. Così Yentl lascia la Polonia e si imbarca per gli Stati Uniti d'America, dove le donne sono più libere, lasciando libero Avigdor di sposare Hadass e di tornare felice al proprio destino.

Il film, curato in ogni particolare, è permeato da una certa ironia, mentre le parti romantiche sono scandite dalle canzoni, tuttora celebri, interpretate magistralmente dalla protagonista. La trama fa riflettere sulla diversità in genere e la difficoltà di accettarla. Appena accennata da alcune inquadrature (l'arrivo nella cittadina che ospita la yeshiva) la situazione di ghettizzazione vissuta dagli ebrei nella cattolicissima Polonia.

Alcune curiosità: il regista Steven Spielberg ha definito il film un capolavoro. Giudizio forse interessato visto che nel ruolo di Hadass vi recitava l'allora moglie Amy Irving.

L'attore Mandy Patinkin, che ricoprì il ruolo di Avigdor, è un pluripremiato cantante yiddish. Grazie alla sua possente voce di timbro tenorile ha partecipato a diversi musical e film musicali. Questa sua dote non è stata assolutamente utilizzata in Yentl, dove i brani musicali sono tutti affidati all'attrice-regista-produttrice Barbra Streisand.

In lizza per cinque premi Oscar, Yentl vinse solo la statuetta per la miglior colonna sonora e il fatto sollevò parecchie contestazioni.

L'importanza che questo film ebbe nel mondo ebraico statunitense fu anche per il momento particolarmente significativo nel quale uscì. Proprio nel 1983, infatti, il Jewish Theological Seminary, la più importante istituzione culturale dell'Ebraismo conservatore - gruppo maggioritario negli Stati Uniti - ha aperto le iscrizioni anche alle donne.

 (da Wikipedia, l'enciclopedia libera) 
 

                                                     L'ebreo che ride


L'ebreo che ride





In occasione della mostra dedicata a Lele Luttazzi "Ricordi magici - Opere di mare e di terra edite e inedite" il Centro Culturale «La Firma» ha abbinato una rassegna cinematografica, progettata da Ludovico Maillet. «L'ebreo che ride» è il logico completamento dell'esposizione dedicata allo «Chagall italiano». E proprio al mondo magico di Chagall e di Luzzati si vuole rendere omaggio proiettando tre film legati all'ambiente e alla cultura ebraiche dell'est Europa (ashkenazita). Tre film che vogliono ricordare l'umorismo, le tradizioni, la vitalità di un mondo scomparso, spazzato via dalla barbarie del secondo conflitto mondiale: il mondo degli «shtetl», i piccoli villaggi ebraici di cui era costellato tutto l'est europeo.

Si parte il 21 novembre con «Yentl», un film fortemente voluto da Barbra Streisand che non solo lo interpreta ma anche lo dirige e lo produce. Nella Polonia dell'inizio del '900 una ragazza di una piccola comunità ebraica si troverà a scontrarsi con la propria tradizione per poter studiare e accedere alla cultura «maschile» dei padri.  

Si prosegue il 5 dicembre con «Ogni cosa è illuminata», tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer: la storia di un ragazzo americano che parte in Ucraina alla ricerca del piccolo villaggio, lo «shtetl» appunto, dove aveva vissuto il nonno e dal quale aveva dovuto scappare per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti. Questo viaggio diventa l'occasione per riscoprire le proprie radici e trovare un mondo di cui non conosceva l'esistenza.

Il ciclo si conclude con «Il violinista sul tetto», splendido musical del 1971, che forse rispecchia meglio di qualunque altra cosa la bellezza di un mondo pieno di gioia e ironia che la crudeltà della storia ha completamente spazzato via. Il film, con grande dispiegamento di mezzi, tenta di ricreare questo mondo e di renderci partecipi, attraverso la storia di Tevye e delle sue cinque figlie, delle sue gioie e dei suoi dolori. 


Viva l'Italia!



Viva l'Italia!

Fra gli attori: Paolo Stoppa, Franco Interlenghi, Giovanna Ralli, Renzo Ricci, Oreste Lionello
Storico, durata 106 min. - Italia 1961

Narra le vicende della spedizione dei Mille. Nato da una coproduzione mista italo-francese è stato realizzato in due versioni per i due paesi, caratterizzate da notevoli differenze nel montaggio e nella durata.

La premiere si tenne al Teatro dell'Opera di Roma, il 27 gennaio 1961, nel corso di una serata di gala internazionale, organizzata con il patrocinio della Croce Rossa. Le proiezioni pubbliche ebbero inizio il successivo 2 febbraio per la versione italiana e il 2 maggio 1961 per quella francese, con il titolo Vive l'Italie. La versione italiana è stata anche doppiata in lingua spagnola e inglese, in quest'ultima pubblicata con il titolo Garibaldi.

In effetti il titolo fu oggetto di alcune polemiche e cambiato poco prima della presentazione. Originariamente Rossellini aveva titolato il film Paisà 1860, scelto dal regista per sottolineare il taglio neorealistico dell'opera che rappresenta un distacco dalla retorica risorgimentale per approdare al rigore storico nella narrazione. Il principale soggettista e sceneggiatore Sergio Amidei tracciò un significativo parallelismo tra la nuova opera e il precedente Paisà, evidenziando le analogie tra l'epopea garibaldina del 1860 e la guerra di liberazione alleata, dopo lo sbarco in Sicilia del 1943. In entrambi i film, secondo Amidei, ci si trova di fronte a «un esercito di liberatori che conquista paesi e popolazioni di cui non conosce i problemi reali».

La lettura data da Rossellini agli avvenimenti risorgimentali del 1860 suscitò il favore o la contrarietà dei vari critici cinematografici dell'epoca, ma al di là delle valutazioni sugli aspetti artistici e politici, il film offre una rara e pregevole ricostruzione storica d'immagine, essendo girato nei luoghi ove si svolsero i fatti, con centinaia di comparse e una notevole attenzione ai costumi.
Tra le molte scene interessanti, risultano particolarmente suggestive le riprese dall'alto della battaglia di Calatafimi che mostrano le posizioni e i movimenti delle truppe sul colle Pianto Romano e le ambientazioni dell'insurrezione di Palermo, in una città quasi spettrale che ancora portava i segni, piuttosto evidenti, del precedente conflitto mondiale.

Curiosità: Zeffiro Rossellini, prozio del regista, fu amico personale di Giuseppe Garibaldi, durante l'ultimo decennio di vita dell'eroe nizzardo.

(da Wikipedia, l'enciclopedia libera) 


Vanina Vanini



Un film di Roberto Rossellini.

Fra gli attori: Sandra Milo, Martine Carol, Laurent Terzieff, Mimmo Poli.
Durata 125 min. - Italia 1961
 

Vanina Vanini

E' la storia – da Cronache italiane (1829) di Stendhal – dell'amore tra il carbonaro Pietro Missirilli e la principessa Vanini nella Roma del 1823 sullo sfondo del malgoverno papalino, dei primi fermenti liberali, della vita quotidiana del popolo.

Per averlo tutto per sé, lei denuncia i suoi compagni che lo accusano di tradimento. Pietro si costituisce e, condannato alla ghigliottina, respinge l'aiuto di lei che si chiude in convento.

Il dissidio tra melodramma e cronaca, finzione e documento, spettacolo e intenti didattici non è risolto; è, in negativo, il film più viscontiano di Rossellini, che non riconobbe il montaggio, ma meriterebbe una rivisitazione. Scritto da F. Solinas, A. Trombadori e troppi altri.


(da: MyMovies.it, il cinema dalla parte dl pubblico)