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LA STORIA D'ITALIA IN PELLICOLA Faccia a faccia (1967) |
La trama è assurda dal punto di vista di una supposta verosimiglianza western ma perfetta se si legge il film come un apologo brechtiano: Gian Maria Volonté è Brad Fletcher, professore dell’Est malato di tisi che emigra ad Ovest per curarsi con l’aria «salubre» del Texas. Viene catturato dalla banda di Solomon Beauregard (Milian), bandito meticcio e analfabeta. Da mite intellettuale, Fletcher diventa il feroce teorico della gang. (...)
Nel suo Dizionario del western all’italiana, Marco Giusti ricorda una recensione di Enzo Natta sulla «Rivista del cinematografo»: il professore viene paragonato alle guardie rosse della Rivoluzione culturale, si parla di partito-guida, di culto della personalità, di terrore staliniano; Beauregard invece «fa pensare a certi movimenti popolari messi in disparte o sconfessati dai burocrati moscoviti perché non perfettamente allineati».
Sarebbe fin troppo facile inserire il film nel dibattito politico del tempo: le cose importanti di Faccia a facciasono quelle che, al tempo, non esistono ancora. L’intellettuale inoffensivo che si fa ideologo di un movimento armato non può non evocare, anni dopo, le figure di Toni Negri o di Renato Curcio; solo che il primo nel ’67 è «solo» uno dei fondatori di Potere operaio e il secondo, nello stesso anno, fonda il gruppo di studio teorico Università negativa e darà vita alle Br solo nel ’69.
Ci è capitato di parlare con Sollima di questa «profezia»: essendo un uomo colto – un ex critico, tra l’altro –, il regista non rifiutava il parallelo, ma preferiva ricondurre Faccia a faccia alla sua esperienza di partigiano: «Il personaggio di Volonté ti fa capire come nascono le dittature, come persone dotate di un particolare carisma sappiano penetrare nell’anima di una collettività: una storia che noi, in Italia, abbiamo conosciuto bene.
Ma i miei western riflettono i ricordi dell’occupazione tedesca, della ‘Roma città aperta’ così magnificamente raccontata da Rossellini. Volevo mostrare come può cambiare la personalità di un uomo in condizioni estreme. Durante la Resistenza ho assistito ad episodi di eroismo da parte di bambini e di ragazzette insospettabili, mentre ho visto spacconi che si presentavano come Errol Flynn o John Wayne trasformarsi in vigliacchi. Come fai a raccontare cose simili ambientandole nella tranquillità della pace? |
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