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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 14 Settembre 2015 21:58
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Il Grido (1957) di Michelangelo Antonioni |
Un paese della velle del Po: Irma (Alida Valli) decide di lasciare Aldo (Steve Cochran), suo compagno da anni, al quale ha dato una bambina, Rosina. Aldo è sconvolto, non riesce a capire. (....)
Grandissimo film, il più significativo di Antonioni insieme all'Avventura. Esemplare la rappresentazione della natura mai così protagonista: Aldo, con la sua giacca sdrucita, con la sua bambina che gli trotterella dietro, cammina nelle terre del Po, fra i filari, sull'argine, nel fango, lontano ci sono i paesi. Incontra la gente e ogni incontro è una nuova direzione. Tutto è determinato dal caso.
Gli amori sono piccoli e tristi, e mai scelti. Ciò che sarebbe vitale sfugge, non è recuperabile. E c'è il vento, c'è la pioggia, tutto è difficile. E il caso, sempre, sovrintende. Lo stile, scarno ed essenziale, di lucida pulizia, trasmette il mondo di Antonioni attraverso parole e rapporti di una semplicità assoluta, non ci sono quasi discorsi, ci sono risposte e ci sono le azioni che tutto spiegano. E comunque niente serve, ognuno rimane dentro se stesso, i tentativi non approdano a nulla. Non ci si fa capire e le cose dipendono sempre dagli altri. E agli altri non importa della tua felicità. (....)
Una menzione per la semplice e straordinaria colonna sonora composta da Giovanni Fusco con Lya De Barberis al pianoforte (unico strumento).
da: Mymovies.it
Il film, tra i meno apprezzati del maestro, resta superbo anche a distanza di decenni, perfettamente agganciato alla sua epoca di produzione eppure universale per i concetti che riesce a veicolare e per le scelte estetiche attuate dal suo autore.
Rimangono nella memoria le interpretazioni degli attori, volti vissuti di un cinema senza tempo; inattesa l'aderenza al ruolo dello statunitense Steve Cochran, meteora del noir spentasi in fretta, che pur non si prese col regista; come sempre fatale la Valli, bellezza altera perfettamente in grado di reggere le fila di un personaggio con cui si fa fatica a simpatizzare; malinconica la prova della "malafemmina" Dorian Gray (doppiata dalla futura musa del regista, Monica Vitti), la benzinaia che sogna una vita di ordinaria normalità, così come toccante è Betsy Blair, la bruttina vista in "Marty" di Mann.
da Filmscoop.it