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- Pubblicato Martedì, 20 Luglio 2021 11:18
Cinema Estate
Dal 3 al 31 agosto 2021
Tre serate con film muti accompagnati da musica eseguita dal vivo da Massimo Giuntoli, Gerardo Chimini e Marco Dalpane con l'ensemble Musica nel buio.
VIVA LO SPORT Regia di Fred C. Newmeyer, Sam Taylor. Un film con Harold Lloyd, Jobyna Ralston, Brooks Benedict. Titolo originale: The Freshman. Genere Comico - USA, 1925, durata 65 minuti.
Nel 1990, il film è entrato nella Lista di film preservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2000 l'AFI lo ha inserito al 79º posto nella lista delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.
Uno studente di origini campagnole si iscrive alle gare di sport organizzate dal suo college sperando di mettersi in luce. Pieno di entusiasmo, ma sgraziato e inesperto, viene fatto oggetto di burle da parte dei compagni fino a quando, quasi per caso, riesce a segnare il punto che porta alla vittoria la sua squadra. Il grande Harold Lloyd al suo meglio.
LA FEBBRE DELL'ORO (The Gold Rush). Regia di Charles Chaplin. Con Charles Chaplin, Mack Swain, Tom Murray, Henry Bergman, Georgia Hale, Malcolm Waite. Comico, USA 1925, durata 82 minuti. UN CAPOSALDO DELLA STORIA DEL CINEMA.
Un omino, cercatore d'oro solitario, affronta i rischi e i pericoli dell'algido Klondike per trovare la ricchezza. Incontra prima il temibile Black Larsen per poi instaurare un sodalizio con il robusto Giacomone in cui si imbatte accidentalmente cercando un rifugio in una baracca di legno. I due dovranno cercare di sopravvivere insieme alla fame e al freddo. Quando l'omino si recherà nel paese vicino ci troverà l'amore.
Chaplin realizza questo film dopo l'insuccesso commerciale de La donna di Parigi. Il suo affezionato pubblico non ha gradito che smettesse i panni del Vagabondo così il regista, favorevolmente impressionato da alcune foto scattate a fine Ottocento ai cercatori d'oro, ritiene di poter far tornare sullo schermo il personaggio di Charlot. Il che accadrà dopo 15 mesi dall'avvio del progetto e dopo ben 170 giorni di lavorazione. Come spesso gli accadeva la sua vita privata finì anche in questo caso con l'interferire con il film. L'attrice Lita Grey, scelta per il ruolo femminile, rimase incinta (il matrimonio riparatore in Messico lontano dai riflettori durerà due anni) e venne sostituita con Georgia Hale.
LA CASA STREGATA, nota anche come La casa dei fantasmi (The Haunted House) è una comica muta scritta, diretta e interpretata da Buster Keaton e Eddie Cline (quest'ultimo recita in una piccola parte).
Un impiegato di banca viene rapinato da una banda che ha rifugio in una casa che loro fanno credere stregata a tutti per allontanare la gente dai loro affari.
IL TEATRO (The Playhouse) è un cortometraggio del 1921 diretto da Buster Keaton e Eddie Cline.
Tra i cortometraggi più celebri di Keaton, spicca per l'uso degli effetti speciali che moltiplicano il protagonista in decine di ruoli. L'attore compare in molti di essi contemporaneamente sullo schermo, ben 9 nella sequenza dell'orchestra.
Su questo punto, Keaton scrive nella sua autobiografia: "Nel 1921 per far questo ci volevano dei trucchi fotografici che non erano mai stati provati prima. In quei giorni una doppia esposizione di un attore faceva strabuzzare gli occhi al pubblico, era considerata un miracolo della scienza. Ma i miei operatori riuscirono a mostrare ben nove Buster Keaton sullo schermo allo stesso tempo".
Primo dei suoi film per la First National, venne girato durante la sua convalescenza per la rottura della caviglia avvenuta durante le riprese di La casa elettrica (1922).
LA BARCA (The Boat) è un cortometraggio del 1921 di Buster Keaton e di Eddie Cline.
Il nome della barca (Damfino) è un gioco di parole dall'Inglese, che viene utilizzato da Keaton alla fine del film, per l'ultima battuta. Dopo il naufragio, la moglie gli chiede "Dove siamo?" e lui risponde "Damfino" che è la contrazione di "Damned if I know", cioè "(Che io sia) dannato se lo so".
03 agosto 2021 VIVA LO SPORT (76' - Comico, USA 1925) Regia di Sam Taylor, Fred C. Newmeyer Commento musicale dal vivo Composto ed eseguito da Massimo Giuntoli |
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17 agosto 2021 LA FEBBRE DELL'ORO di Charlie Chaplin (81' - Comico USA 1925) Regia di Charlie Chaplin Commento musicale dal vivo Composto ed eseguito da Gerardo Chimini |
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31 agosto 2021 LA CASA STREGATA (21' - Comico USA 1921) IL TEATRO (22' - Commedia USA 1921) THE BOAT (26' - Comico USA 1921) Regia di Buster Keaton, Eddie Cline Commento musicale dal vivo ensemble Musica nel buio Musiche originali di Marco Dalpane Marco Zanardi, sax tenore, clarinetto - Alberto Capelli, chitarra - Claudio Trotta, batteria - Marco Dalpane, pianoforte e composizione |
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Cortile interno della Rocca Piazza Cesare Battisti 2 - Riva del Garda (TN) In caso di maltempo le proiezioni si svolgono all'Auditorium del Conservatorio |
Ore 21.30 - Ingresso libero. con prenotazione obbligatoria su www.eventbrite.it Prima di ogni proiezione Museo di Riva del Garda. Ingresso libero. 03, 17 e 31.08.2021 ore 20.30 VISITA GUIDATA Intrepidi collegamenti. Mobilità, immagini, cinema e storie dell'Alto Garda tra presente e passato in compagnia del Museo Alto Garda. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria su www.eventbrite.it |
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- Pubblicato Mercoledì, 21 Ottobre 2020 23:00
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LA DISSACRANTE IRONIA DEI FRATELLI COEN Arizona Junior (USA 1987) |
A furia di incontrarsi in prigione - lei poliziotta e fotografa dei nuovi ospiti, lui rapinatore di supermarket - Herbert I Mc Donnough ed Edwina si sono sinceramente innamorati. Si sposano ma dal loro matrimonio niente figli. Poiché in città la moglie di Nathan Arizona un ricco commerciante, ne ha avuti addirittura cinque in un parto plurigemellare, loro pensano bene di portarne via uno. Le cose però si complicano, quando una notte arrivano in casa di H.I. i fratelli Gaie ed Evelle Snopes suoi ex-compagni di cella, un po' svitati e ora evasi, ma non tanto stupidi da non capire che il vispo frugoletto - Arizona - che si muove carponi sul pavimento è proprio quello per il quale il padre darà 25.000 dollari a chi lo riporta al nido. Il colpo pare facile e i due evasi fuggono con il piccolo in una corsa spericolata. Durante una rapina ad una banca, se lo perdono per strada, mentre sono inseguiti sia da H.I. e da Edwina disperati quanto decisi a ricuperarlo, sia da un trucibaldo in moto, a cui il commerciante ha dato incarico di ritrovargli il figlio. Nella sarabanda tra corse affannose, lacrime di Edwina e frenesie generali, finisce che i due evasi smarriscono il bambino e il trucibaldo salta per aria (grazie ad una bomba a mano che durante una colluttazione H.I. gli ha staccato dal giubbotto). Il piccolo Arizona viene riportato indenne e sorridente da mamma e papà, con vivo dolore dei genitori i quali rinunciano dignitosamente al compenso. Resta a loro la speranza di avere un giorno - con l'amore - la possibilità di fondare una dinastia.
NOTE
- IL FILM E' STATO UNO DEI PIU' GRANDI SUCCESSI DI CRITICA AL FESTIVAL DI CANNES DEL 1987, DOVE E' STATO PRESENTATO FUORI CONCORSO.
CRITICA
"Film frastornante, in cui c'è di tutto e questo tutto è volutamente dilatato, debordante e slabbrato con immagini e ritmi che puntano sul grottesco e con accenti smaccatamente parodistici. Il cast è valido". (Segnalazioni Cinematografiche)
da: Cinematografo.it Fondazione Ente dello spettacolo
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- Pubblicato Mercoledì, 21 Ottobre 2020 22:30
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LA DISSACRANTE IRONIA DEI FRATELLI COEN Fratello, dove sei? (USA 2000) |
Fratello, dove sei?, ottavo film dei fratelli Joel e Ethan Coen, esce nei cinema nel 2000, due anni dopo il loro precedente lavoro, Il Grande Lebowski.
Con la storia di tre detenuti che evadono per recuperare un tesoro nascosto da uno di loro e, durante il viaggio, vanno incontro a mille peripezie, i registi costruiscono un film fatto di citazioni, riferimenti storici, letterari e musicali, che riesce a tenere tutti gli ingredienti in un equilibrio perfetto. Elemento portante e unificante è l’ironia stralunata e irriverente tipica dei Coen, il cui bersaglio sono, prima di tutto, gli stessi protagonisti.
Odissea e dintorni
Prima fonte per la costruzione della trama è l’Odissea – come dichiarato esplicitamente con la citazione diretta dei primi versi del poema, prima dei titoli di testa –, a cui i Coen hanno affermato di essersi ispirati pur non avendola mai letta integralmente. Anche il poema fondativo della letteratura occidentale è sottoposto però alla “cura Coen”, che consiste in un ribaltamento delle situazioni e dei personaggi all’insegna di quell’ironia che, come si è detto, è la cifra stessa del film. Ecco, dunque, che quell’Odisseo “dal multiforme ingegno”, re e condottiero astuto e valoroso, diventa Everett Ulysses McGill (George Clooney), imbroglione logorroico capace di convincere i suoi ingenui compagni di galera, Pete Hogwallop (John Turturro) e Delmar O’Donnell (Tim Blake Nelson), ad evadere, promettendo loro di spartire il bottino di una rapina. Il fine taciuto da Everett è in realtà quello di tornare da sua moglie Penny (Holly Hunter), che, al contrario della fedele Penelope del poema omerico, è in procinto di risposarsi.
Durante il viaggio i tre si imbattono in ogni genere di (dis)avventure e personaggi che rimandano appunto all’Odissea. Allora l’indovino Tiresia è un vagabondo cieco che predice loro il futuro all’inizio del tragitto; Omero, da aedo che canta le vicende di Odisseo, si trasforma in proprietario di uno studio radiofonico che permette a Everett e compagni di registrare una canzone che li renderà famosi in tutto lo stato; le anime dei morti incontrate nell’Ade sono incarnate da una congregazione religiosa che celebra il battesimo in un fiume; tre splendide ragazze dalla voce incantatrice sostituiscono le sirene; Polifemo è un subdolo venditore di Bibbie con un occhio solo e una grande capacità affabulatoria. Il tutto è calato nella realtà americana degli anni ’30, in un Mississippi duramente colpito dalla grande depressione. È grazie a questo sfondo storico che vengono efficacemente trasfigurati gli episodi omerici, inseriti senza incoerenze nell’ambiente dell’epoca, che si definisce anche grazie a precisi riferimenti come quelli al gangster George “Babyface” Nelson e al chitarrista Tommy Johnson, oppure alla campagna per le elezioni di governatore e al Ku Klux Klan.
Musica e citazioni
Fondamentale è la colonna sonora, vero e proprio connettore del film. La musica è sempre presente, dalla sequenza iniziale con i detenuti che cantano, alla campagna elettorale, fino al raduno del KKK. Molti pezzi sono cantati per intero, come in un musical, primo fra tutti “Man of Constant Sorrow”, la canzone registrata dal gruppo improvvisato dai tre protagonisti e dal chitarrista Tommy Johnson. Un flusso musicale curato da T-Bone Burnett, che si ispira innanzitutto al folk-blues degli Appalachi, senza però escludere gospel, country, blues, swing e bluegrass, riflettendo appieno la realtà musicale dell’epoca.
Uno degli aspetti a cui è più legata la colonna sonora è l’utilizzo della musica nella campagna elettorale, con gruppi musicali che si esibiscono a sostegno dei candidati e il governatore Pappy O’Daniel che riconquista il favore dell’elettorato grazie all’intervento fortuito del gruppo dei protagonisti, i Soggy Bottom Boys (probabile riferimento al gruppo realmente esistito dei Foggy Mountain Boys).
Oltre all’ambito musicale, le citazioni rintracciabili nel film si estendono anche alla letteratura e al cinema, a partire dal titolo stesso, che in originale è O Brother, Where Art Thou?, esplicito riferimento ad un film di Preston Sturges, I Dimenticati (Sullivan’s Travel), in cui il protagonista progetta un film sulla grande crisi a partire da un viaggio per l’America (ma quello dei protagonisti è il rovesciamento del suo, in quanto egli cerca quella povertà da cui Everett e compagni vogliono scappare). Altri film citati sono Il Mago di Oz, Nascita di una Nazione e Nick Mano Fredda, mentre, oltre all’Odissea, in ambito letterario è possibile riconoscere riferimenti a Moby Dick.
Fratello, dove sei? si può quindi definire “una storia costruita su altre storie”, con rimandi e citazioni, che non sminuiscono affatto il risultato, ma al contrario dimostrano come spesso non sia importante la “novità” della trama, quanto la capacità di saperla raccontare in modo diverso. Attraverso un’ironia dissacrante, che non è denigratoria, i Coen si appropriano del materiale narrativo e lo reinventano nel loro stile. L’esito è un film coerente, in cui ogni aspetto è curato e funziona perfettamente, dall’interpretazione sopra le righe degli attori, alla fotografia di Roger Deakins, che, correggendo i colori brillanti fino ad arrivare ad un effetto smorzato e quasi seppia, bilancia visivamente l’esuberanza della trama.
da: http://www.cinemagazzino.it/
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