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- Pubblicato Venerdì, 03 Novembre 2017 10:25
Riva del Garda 4 > 22 novembre 2017 Ugo Frank | Ilio Buffa | Gianni Tosi
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“Gli animali nell'arte” chiudono la stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma”
Una mostra collettiva che rimarrà aperta dal 4 al 22 novembre presso la Sala Civica “G. Craffonara”.
Tra gli espositori la rivana Alberta Struffi
Ugo Frank, Ilio Buffa, Gianni Tosi, Fabio Valente, Danilo Sanvito e la rivana Alberta Struffi sono i protagonisti dell'ultimo evento espositivo dell'anno del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda che aprirà i battenti sabato 4 novembre alle ore 18.00 presso la Galleria Civica “G. Craffonara”. Ad accomunare le opere esposte il tema degli animali nell'arte.
Gli animali hanno da sempre avuto un ruolo di primo piano nell'arte. Le raffigurazioni di animali sono sempre presenti in tutti i periodi storici ed hanno dei significati differenti. Infatti si va dalla semplice raffigurazione della natura in modo classico, alla figura dell'animale dal punto di vista prettamente allegorico. Questa guida si propone appunto di spiegarvi come si sono evoluti gli animali nella storia dell'arte. Nell'era preistorica raffigurare gli animali era considerato un augurio per la cacciagione, mentre per i romani e i greci la loro rappresentazione in affreschi e sculture viene inquadrata a livello scientifico e naturalistico, per quella ricerca della perfezione che ritroviamo in tutta l'arte antica. Nell'arte cristiana e bizantina vengono invece attribuiti simboli ed allegorie agli animali raffigurati.
In epoca medievale un filosofo ebreo di Alessandria convertitosi al Cristianesimo scrisse in lingua greca, verso la fine del II secolo d. C., un trattato di storia naturale che costituisce una fonte importante per l'iconografia degli animali: il "Physiologus". Quest'opera fu tradotta più volte in latino ed una volta diffusasi in Occidente, le maestranze di artisti e scalpellini ne fecero un punto di riferimento per la loro arte, dando anche vita ad altre opere scientifiche, scritte da importanti uomini di chiesa, artisti e letterati. Nel medioevo artistico si nota infatti l'impronta simbolica attribuita agli animali nell'arte cristiana, ed anzi lo spirito, l'emblema e l'allegoria di ogni animale vengono in epoca medievale incrementati per esorcizzare il male ed enfatizzare il bene. L'arte è comunicazione in tutti i suoi aspetti, dall'affresco alla scultura, dai codici miniati all'arte musicale.
Col passare dei secoli la concezione medievale del mondo come materia informe da plasmare cede il posto ad una visione "illuminata", in cui il mondo terreno deve essere apprezzato e osservato per come si presenta, in quanto creato da Dio. Ed ecco il cambiamento di visione della sfera animale, che nell'arte si rileva nelle raffigurazioni naturalistiche e oggettive, sin dalla fine del '200, quando Giotto segna la svolta pittorica nell'osservazione della realtà. Con la scoperta dell'America il punto di vista naturalistico si evolve ancor di più perché si iniziano ad osservare specie animali fino ad allora sconosciute e nel '500 saranno Leonardo e Dürer, con i loro disegni, a dare inizio all'illustrazione zoologica moderna e alla loro classificazione, seguiti successivamente dal pensiero dei positivisti e dalle ricerche di Darwin.
Nei secoli fra l'Ottocento ed il Novecento gli animali nella storia dell'arte vengono invece raffigurati con le inquietudini dell'uomo che caratterizzano l'avvicendarsi dell'arte romantica, espressionista e futurista di quei periodi, poiché gli animali racchiudono anche l'interiorità stessa dell'uomo. Infatti l'artista cerca, tramite la loro rappresentazione, un contatto con la natura per richiamare la purezza e l'istinto dell'arte primitiva: ricordiamo, a tal proposito, le differenti versioni dei buoi di Picasso.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 4 > 22 novembre 2017 Tutti i giorni 10.00 > 20.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 4 novembre ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione
"Animali nell'arte"
Presentazione di Nicoletta Tamanini
Interessante in questo contesto la mostra “Animali nell’arte” ultima iniziativa proposta per l’anno 2017 dal Centro Culturale La Firma di Riva del Garda.
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Settembre 2017 22:15
Riva del Garda 23 settembre > 11 ottobre 2017 Gianfranco De Palos |
Nuovo appuntamento della stagione espositiva del Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda.
Sabato 23 settembre alle ore 18.00 apre i battenti la mostra personale dell'artista Gianfranco De Palos.
C’è un momento in cui si vuole giungere a una contemplazione originaria di un principio senza limiti. Lo fa Gianfranco De Palos con “Interni Achrome”, mostra personale in programma alla Craffonara di Riva del Garda (Trento) in programma dal 23 settembre fino al prossimo 11 ottobre.
Una ricerca senza sosta dell’apeiron, l’indefinito di Anassimandro. Venti opere monocromatiche in cui il bianco designa il principio (ἀρχή) di tutti gli esseri, ingenerato e imperituro, da cui ogni definita realtà particolare deriva e in cui si dissolve alla fine di ogni ciclo cosmico.
Perché sembra che queste opere provengano da millenni, da un passato remoto che potremmo associare all’era glaciale da cui tutto ebbe inizio. “Queste pittosculture bianche sono espressione di una meta-pittura, elaborazioni radicali dell’artista che ha attraversato diverse sperimentazioni in un processo iniziato dagli ossidi, forti e materici, che rimandavano alla terra, ai suoi residui pesanti, per poi arrivare ai monocromi bianchi che sposano il cielo tra il nulla e l’assoluto”, scrive Flaminia Cruciani, archeologa e poetessa.
Ed è il bianco, quindi, che predomina. Perché spesso, al fascino del bianco gli artisti non resistono. “Il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto”, ci spiega allora Kandinsky. Ecco, il bianco come assenza di suono. Come luogo della purezza, luogo del niente o luogo dell’invisibile. E dell’infinito. Perché il bianco può narrare storie di silenzi. E di sottrazioni progressive fino a giungere alla soglia del nulla. E poi ancora, può riportare all'inifinito delle origini in un esercizio di estrema attrazione.
“E i monocromi bianchi di De Palos hanno lasciato andare il superfluo – continua Flaminia Cruciani -, sono manifestazioni di essenzialità ancestrale”. Ecco allora materiali quali legno, colori acrilici, cocco gommato e tessuti di lino che si intersecano in una superficie bianca e splendente. Stimoli inediti si ergono da quadrati e rettangoli bianchi su fondi bianchi. Giochi intellettuali in cui il bianco, appunto, infiamma la fantasia così come fece con Winckelmann.
Perché, a decretare la vittoria incontrastata della monocromia del candido bianco, arrivò la scoperta di Laocoonte. L’opera d’arte, venuta alla luce il 14 gennaio del 1506, aveva ovviamente perso, durante la sua millenaria permanenza sotto terra, la sua colorazione originaria. E allo scavo assistette di persona, tra gli altri, lo scultore Michelangelo. Questo straordinario effetto di bianco abbagliò letteralmente lui e gli artisti dell’epoca, e stimolò un così forte impatto sul gusto estetico di quel tempo e futuro da far imporre come genere artistico la scultura non dipinta, possibilmente di nudo marmo.
E le opere di De Palos creano un effetto che va a enfatizzare sempre l’impresentabile e l’indicibile. Opere sinfoniche in cui si possono ritrovare, qui e lì, poesie di Lidia Sella. Perché “l’arte non è solo vedere, udire, toccare, gustare, odorare, ma soprattutto sentire col cuore”. (Arianna Sonia Scollo).
Alessandra Pirri, da Giornale Metropolitano (giornalemetropolitano.it)
Gianfranco de Palos è nato a Roma nel 1942, si è dedicato a studi classici e musicali, ha frequentato l’Accademia di Brera sotto la guida dello scultore Ettore Calvelli.
Ha effettuato viaggi culturali in Europa e negli Stati Uniti.
E' stato in giuria a diversi concorsi di arte visiva, di letteratura e gastronomia.
E' stato cofondatore del gruppo "Arte della luce" collaborando all'attività artistica con il fondatore Salvadore Presta.
Nel 2010 ha fondato con Andrea Bulferetti e Vincenzo Guarracino, per la poesia edita. il concorso nazionale "Pontedilegnopoesia".
Nell'anno 2011 ha fondato, con Vincenzo Guarracino e Sandro Boccardi, il collettivo "I Pentagrammatici" a Sesto San Giovanni, Milano.
Hanno aderito a sue iniziative culturali alcuni tra i maggiori poeti italiani: Raboni, Sanguinetti, Bertolucci, Sanesi, Merini, Spaziani.
Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all'estero.
Collabora attualmente con la "Fondazione Artestruktura".
Vive a Sesto San Giovanni, Milano.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) 23 settembre > 11 ottobre 2017 Tutti i giorni 10.00 > 22.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 23 settembre ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione
Gianfranco De Palos
L'assenza del colore come poesia assoluta
A osservare tutta l’opera di Gianfranco De Palos si resta sorpresi da una cosa: la rigorosa fedeltà a un principio costruttivista, secondo cui è la geometria il codice espressivo entro cui muoversi e inventare, entro morfologie scritturali di raffinate variazioni (eppure armonicamente coerenti), fino alle conseguenze più estreme. Lo aveva già precisato Pedro Fiori nel lontano 1982, quando, in un articolo comparso sulla rivista D’Ars, aveva parlato di un operare che corrisponde ad un "rituale visivo" nel modo di apparire e articolarsi delle sue imagini, quasi corrispondendo a una sorta di "equazione in divenire", rilevando come "da un lato ci sono i sintagmi razionali che danno un ordine alle strutture (i significanti); dall'altro, esistono le ignote dimensioni della memoria (i significati) che lasciano aperta la sua ricerca agli stati mentali ed emotivi del fruitore, ai differenti moduli di lettura".
Nel tempo, ciò si è fatto sempre più chiaro, fino alle produzioni più recenti: fino ai Monocromi che caratterizzano l'esito attuale delle sue ricerche proteso ad una pulizia estrema e a un rigore espressivo che “inventa” il bianco, l’assenza del colore come poesia assoluta, come linguaggio del mistero stesso dell’arte. Opere in cui "il colore senza fine", "il colore clandestino", per usare alcuni titoli di opere della fine del primo decennio del Nostro Millennio, finalmente realizzano l’auspicio dell’artista di liberarsi dalla "prigione del colore", lasciando depositare sul supporto del quadro soltanto l’eco, la traccia pura di un sogno di perfezione, l’ascetica felicità di un’armonia senza contrasti.
Galleria d’Arte moderna Card. G. Lercaro – Bologna
Museo d’Arte dantesca– Ravenna
Museo di sculture all’aperto Sissi Pagani – Castellanza (Varese)
Biblioteca pubblica Palazzo Sormani – Milano
Medagliere della Città del Vaticano – Vaticano
Cathedral Museum Mdina – Malta
Museo della Villa San Carlo Borromeo – Senago (Milano)
Monriaanhuis museum Amersfoort (Olanda)
Ass. Culturale Artestruktura – Desenzano del Garda (Brescia)
Museo Barghellini – Pieve di Cento (Bologna)
MUSPAC – Museo Sperimentale di Arte Contemporanea – L’Aquila
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- Pubblicato Martedì, 08 Agosto 2017 20:31
Riva del Garda 12 > 30 agosto 2017 Michele Zanoni |
Terzo appuntamento della stagione espositiva per il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda.
La mostra rimarrà aperta dal 12 al 30 agosto presso la Sala Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda.
Inaugurazione sabato 12 agosto ore 18.00
Nel 2015, in occasione di EXPO 2015, Zanoni realizza il progetto Techno Food. Il tema “nutrire il pianeta, energia per la vita” diventa uno spunto di riflessione non solo sulle problematiche sottese a ciò che mangiamo, ma anche sulla nostra illusoria libertà di scelta. Nell'ambito di Techno Food pertanto realizza una serie di opere dal forte richiamo alla pop art: i loghi di alcune tra le major più note sono scomposti al fine di creare nomi di alimenti.
L’impostazione geometrica dei loghi è destrutturata: una volta perduto il valore del segno, abbandonando la fonte originale, ciò che rimane è il senso archetipico dell’elemento e il richiamo fortissimo ad un inconscio collettivo. Si potrebbe paradossalmente affermare che le opere della serie Techno Food esistono già nell’immaginario collettivo, riconoscendo involontariamente i “nuovi loghi” - seppur ormai lontani dall'originale - come archetipi del nostro tempo. Confrontandosi quotidianamente con i supporti digitali e il vocabolario della pubblicità, Zanoni ha scelto il medium pittorico quale specifica dei propri progetti più recenti, contrastando con la produzione seriale e i processi produttivi che ruotano attorno alla globalizzazione.
Michele Zanoni (Rovereto, 1965), artista dalla formazione multidisciplinare, vive tra Milano e Rovereto.
Architetto, designer e artista visivo, Zanoni è prima di tutto un osservatore: in ogni processo creativo, sia che riguardi il design o la progettazione artistica, egli parte da un’attenta e acuta analisi di ciò che lo circonda, sperimentando materiali e tecnologie differenti.
Inizia la sua sperimentazione artistica nel 1991 a Murano, producendo una serie di sculture realizzate in vetro pieno. Nello stesso anno le presenta al pubblico organizzando una mostra personale nel palazzo “De Probizer” di Isera, nei pressi di Rovereto. In seguito lavora con varie tecniche miste sperimentando materiali compositi e acrilici. Realizza sculture in metallo su commissione e prosegue le sue indagini dedicandosi all'arte multimediale.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) Tutti i giorni 10.00 > 22.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 12 agosto ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Rassegna stampa:
Alcune immagini delle opere esposte e dell'inaugurazione
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- Pubblicato Mercoledì, 21 Giugno 2017 19:37
Riva del Garda 01 > 19 luglio 2017 Giancarlo Gusella |
Secondo appuntamento della stagione espositiva per il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda. Sabato 1 luglio prossimo alle ore 18.00 apre i battenti la mostra personale dell'artista rodigino Giancarlo Gusella.
La mostra rimarrà aperta dal 1° al 19 luglio presso la Sala Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda.
Inaugurazione sabato 1° luglio ore 18.00
In esposizione si troveranno le opere degli anni '80. Gusella ha trovato un modo tutto suo di esprimersi fatto di speciale sapienza tecnica e libero gioco dell’invenzione figurale per rivivere i magici momenti emozionali, contemplativi vissuti nell'infanzia e nell'adolescenza: il mutare della luce e dei colori sulle cose, i cambiamenti delle materie plasmate dal vento, dall'acqua, dal sole e dalle ombre.
Lacche tedesche, resine, su lastre di plexiglas o più spesso di PVC, si espandono su un fondo preparato con altre sostanze coloranti provocando dilatazioni ed espansioni e sorgono mondi, crateri, immagini di metamorfosi cosmiche. Questi effetti pittorici non sono fortuiti o casuali ma nascono da un progetto dove Gusella è impegnato nella scelta dei pigmenti dei diluenti del controllo del movimento per ottenere fascinosi spazialismi pieni di energia. Gli effetti percepiti hanno certamente riferimenti a livelli di inconscio, di memoria lontana e profonda sono i fantasmi del suo immaginario.
Nelle opere di Gusella dall'elemento centrale si sviluppano per energia naturale situazioni “in progress” in metamorfosi che vengono controllate e fermate in tempi prefissati, senza tuttavia forzare la vitalità della materia.
Sala Civica «G. Craffonara» Giardini di Porta Orientale Riva del Garda (TN) Tutti i giorni 10.00 > 22.00 Ingresso libero Inaugurazione sabato 1° luglio ore 18.00 presso la Sala Civica «G. Craffonara» |
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Alcune immagini della mostra e dell'inaugurazione
espansioni cromoplastiche
Quello di Giancarlo Gusella con la pittura è un rapporto davvero singolare. Dopo anni di ricerca, di esperimenti e di appartate verifiche, ha trovato un modo tutto suo di esprimersi attraverso il colore, uno 'stile' fatto di speciale sapienza tecnica, di misura, di coltivato gusto per le qualità intrinseche e per le virtualità decorative ed espressive degli speciali pigmenti che utilizza.
Cominciò a interessarsi di pittura molti anni fa, alle scuole magistrali, e poi esercitandosi in oli e ritratti di maniera. Ma da sempre il suo desiderio e la sua ambizione artistica erano quelli di trovare, col colore, modi espressivi più 'naturali', processi operativi che non ammettessero ripensamenti, pentimenti o rifacimenti, e tali da imporre un rapporto alla pari, di rispetto e di confidenza, con la materia cromatica: una materia viva e mobile che gli consentisse di riprovare, a volontà e in infinite variazioni, i magici momenti emozionali, contemplativi e di sbrigliata immaginazione creativa, vissuti nell’infanzia e nell’adolescenza di fronte agli spettacoli dell’accavallarsi e prender forme diverse delle nuvole, ai giochi metamorfici della natura nel mutare della luce e dei colori sulle cose, dei cambiamenti delle materie plasmate dal vento, dall’acqua, dal sole e dalle ombre. Lo affascinavano e lo riempivano di meraviglia la spontanea rispondenza creativa tra movimento metamorfico naturale e percezioni e suggestioni a livello immaginifico, il libero gioco dell’invenzione figurale sulle diverse apparenze del mobile conformarsi delle cose.
Già da una decina d’anni ha trovato la materia più adatta in lacche tedesche utilizzate su lastre di plexiglas o, più spesso, su fogli di PVC (polivenilecloruro), sui quali il liquido si espande e scorre, accompagnato dal pennello o da opportuni bilanciamenti del supporto, su un fondo preparato con altre sostanze coloranti e del diluente.
Sulla materia cromatica non ancora consolidata, Gusella interviene con una pistola ad aria che provoca dilatazioni, crateri, aloni e, insieme, l’arresto del moto di espansione accelerando l’essicamento delle lacche. Con la sapiente diluizione del colore, mescolandolo a resine di diversa consistenza e densità, calcolando i tempi di stesura, di intervento con le spatole e con la forzata ventilazione, guidando e bloccando gli effetti di espansione e delle preziosissime velature, Gusella è riuscito a fare di queste lacche e resine una materia davvero 'plasmabile' man mano che viene lavorata, seguendo suggestioni figurali, pittoriche, spaziali, che nascono dal comportamento stesso delle resine e delle vernici polimeriche. Ma, al di là della superficiale seduzione delle forme e degli accostamenti cromatici, che ora ci offrono immagini di metamorfosi cosmiche, ora di fenomeni di vitalità microscopica e di modellazione cellulare e biogenetica, nessuno degli effetti pittorici è ormai, in realtà, fortuito, casuale o anche solo inatteso. C’è sempre, infatti, un'immaginazione progettuale, un'accurata prefigurazione, che impegnano Gusella sia nella scelta dei pigmenti e dei diluenti, sia nel tipo di controllo del movimento delle zone cromatiche su! piano e, dunque, anche degli effetti visivi terminali, degli esiti materici finali, caratterizzati solitamente da un’appariscente de- coratività e, non di rado, da fascinosi spazialismi, ora di cosmica suggestione, ora di esplorazione sub-atomica, carichi di movimenti trasformazionali, di energia percepita come moto incessante dell’essere.
Non c’è dubbio che la scelta del procedimento e la costante ricerca di particolari effetti percettivi hanno riferimenti a livello di archetipi di cultura visiva e di inconscio, di memoria lontana e profonda, ma il lavoro di Gusella deve essere inteso anche nel senso di pura pittura di stati d’animo, di emozioni suscitate sì dall’universo fenomenico, dalle suggestioni del micro e del macro-cosmo, ma i cui dati sono ormai diventati fatti interni, fantasmi dell’immaginario. Di questi le opere di Gusella sono attente trascrizioni, nelle quali, dall'elemento centrale si sviluppano per energia naturale situazioni "in progress”, informazione, in metamorfosi che vengono controllate e fermate in modi e in tempi prefissati, senza tuttavia forzare la vitalità della materia, il suo naturale disporsi e coagularsi, il suo aprirsi su spazi e nuclei profondi, le sue irripetibili screziature. È il colore, qui inteso come 'Natura naturans' più che come natura naturata, a concretarè sui fogli di PVC immagini apparentemente 'informali' attraverso una sorta di modulazione 'organica' dei pigmenti, dove l’esercizio della tensione compositiva ed espressiva ha tempi esecutivi e riflessivi notevoli, consentendo una particolare attenzione e la piena ricezione di tutti quegli accidenti tecnici e formali e di quei movimenti di pigmento che l’atto del dipingere percepisce sulla superficie pittorica carichi di impulsi e di stimoli sensitivi, e sa continuare e ripetere.
Padova, agosto 1986
Giorgio Segato
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