Lunedìcinema: Van Gogh e la «Brama di vivere»

 

Lunedì Cinema - Lo schermo dipintoVincent Van Gogh è un giovane predicatore con una forte passione per l'arte e il disegno; nonostante sia considerato negato dalle autorità religiose, viene mandato ad officiare tra i minatori della regione belga del Borinage. Qui, tra mille difficoltà e vivendo la loro vita triste e durissima, scopre definitivamente la propria passione per la pittura e si getta a capofitto nell'impresa. Inizia così una delle carriere artistiche più importanti del Novecento, e inizia così «Brama di vivere», il film del 1956 di Vincent Minelli tratto dall'omonimo romanzo di Irving Stone (genere biografico-drammatico, durata 122 minuti, produzione Svezia 1956).
Il film, che ha ricevuto quattro nomination ai Premi Oscar 1957, vincendo il premio per il miglior attore non protagonista con Anthony Quinn (nella parte di Paul Gauguin; protagonista Kirk Douglas, nel cast anche Lionel Jeffries, James Donald e Pamela Brown), è proiettato lunedì 2 aprile all'auditorium del Conservatorio di Riva del Garda con inizio alle ore 21 e ingresso libero, per il ciclo «Lo schermo dipinto» che spaziando dal Barocco al Novecento affronta il tema dell'arte pittorica, scandito dalla biografia di pittori rappresentativi di momenti fondamentali della storia dell'arte dell'Occidente.
La proposta è nell'àmbito di «Lunedìcinema», il cineforum organizzato da AltoGardaCultura (il servizio attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda) assieme all'associazione ARCI Altogarda «Francesco Monti» e al centro culturale «La Firma»

Vincent Van Gogh è indirizzato alla pittura da uno zio che vive a L'Aia, Anton Mauve, il quale gli fornisce i primi colori e consigli tecnici. Vincent si getta nel lavoro con entusiasmo, producendo soprattutto disegni, e conosce anche le prime sofferenze amorose, innamorandosi della cugina Kee la quale lo respinge disgustata, nonostante egli si bruci la mano destra pur di vederla. Ferito, Vincent si ferma in una taverna dove conosce Christine, una lavandaia prostituta emarginata, alcolizzata e già madre di un bambino, che accetta di diventare la sua compagna e modella. Per breve tempo Vincent sogna di costruire una sua famiglia, ma le difficoltà economiche (non riesce a vendere niente) e la rottura con Mauve lo portano ad abbandonare Christine e a raggiungere la famiglia nel paesino di Nuenen, dove il padre predica.

Brama di vivereA Nuenen Vincent prosegue nella propria attività, ritraendo soprattutto volti di contadini locali; ma il suo stile di vita e le sue abitudini (veste trasandato "come una bestia" e non rispetta gli orari) gli attirano ben presto il risentimento dei suoi -del padre in particolare- costringendolo quindi ad una nuova partenza, stavolta per Parigi, dove già vive e lavora suo fratello Theo, dal quale in poi verrà finanziato. A Parigi scopre i musei, e visita le mostre d'arte contemporanea: guardando i pittori impressionisti prova grande ammirazione ma, secondo il suo parere, non riesce ad eguagliarli. Nonostante tutto continua a lavorare, e successivamente incontra, grazie al fratello (col quale la convivenza è durissima a causa dei caratteri opposti), i maestri dell'avanguardia pittorica: Pissarro, Seurat, Bernard... ma soprattutto Gauguin, col quale stringe subito amicizia e che lo convince a trasferirsi al sud, per avere più luce nelle sue tele.

Vincent così si reca ad Arles, nel sud della Francia, dove dipinge sino allo stremo, arrivando a rimanere anche senza cibo e senza un tetto: viene sfrattato, e solo grazie all'interessamento del postino Roulin riesce a trovare a poco prezzo un nuovo alloggio più spazioso. Anche in questo periodo il fratello Theo lo sovvenziona, in quanto Vincent non riesce a vendere i suoi quadri. Dopo alcuni mesi Paul Gauguin raggiunge Van Gogh, dopo il soggiorno in Bretagna, ma la convivenza è oltremodo difficile, soprattutto a causa della diversità di vedute su arte e artisti e sugli stili di vita differenti. Dopo l'ennesimo litigio e le minacce di Van Gogh, Gauguin se ne va. Vincent, addolorato e di nuovo solo, in preda al dolore si recide l'orecchio sinistro e viene ricoverato in manicomio. Qui continua a dipingere, sia nell'ospedale che all'esterno accompagnato da un infermiere, ma è ancora insoddisfatto dei propri lavori. Nel frattempo, la critica sembra accorgersi di lui, e Theo (che intanto si è sposato e ha avuto un figlio) conosce un medico, il dottor Gachet, che potrebbe riuscire a curare il fratello.

Vincent dunque lascia il manicomio, e dopo una breve sosta a Parigi raggiunge il paesino di Auvers-sur-Oise dove vive il medico. Dopo un primo dialolgo edificante con lui, Van Gogh confida a Theo che nemmeno Gachet potrà alleviargli la malinconia. Nonostante tutto, egli continua a lavorare selvaggiamente, producendo una tela al giorno se non due. Ma in preda all'ennesima crisi nervosa, si spara mentre dipinge un campo di grano sorvolato da corvi minacciosi. Morirà due giorni dopo nel proprio letto e con la pipa in bocca, assistito dal disperato Theo.

Riva del Garda, 29 marzo 2012
Uff.stampa