Ricordi Magici di Lele Luzzati
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- Pubblicato Sabato, 12 Novembre 2011 14:52
Ricordi magici di Lele Luzzati - Opere di mare e di terra edite e inedite
19 novembre - 11 dicembre 2011
Il centro culturale «La Firma» in collaborazione con l’amministrazione comunale di Riva del Garda propone un’esposizione di opere che racconta gli aspetti meno conosciuti e più intimi del celebre artista genovese Emanuele Luzzati. L’esposizione, dal titolo «Magie e ricordi», è progettata da Natasha F. Pulitzer, legata con l’artista da una profonda amicizia fin dagli anni Cinquanta, cioè fin dal tempo in cui il grande maestro delle arti applicate collaborava con il padre, architetto, nel progettare gli interni dei saloni di prima classe del transatlantico «Conte Biancamano». La mostra, che s’inaugura sabato 19 novembre alle ore 17, prosegue fino all'11 dicembre nelle sale della galleria civica «Craffonara», proponendo inoltre una rassegna cinematografica di tre pellicole sul tema «L'ebreo che ride» che si proiettano al Conservatorio. L’iniziativa comprende anche una conferenza a cura della storica Maria Luisa Crosina, sabato 3 dicembre, sul tema «Le festività ebraiche», con la presentazione del libro «Fratture» di Irit Amiel (a cura di Roberto Keller); e la produzione di un video dal titolo «Era ebreo e genovese», curato da Franco Delli Guanti, in cui l'attore Paolo Poli racconta il suo rapporto professionale con l'artista ligure. L’ingresso a tutte le proposte è libero.
Riva del Garda celebra uno dei più grandi scenografi e illustratori italiani: Emanuele Luzzati. E lo fa con una mostra che intende raccontare gli aspetti meno conosciuti e più intimi di questo personaggio poliedrico, estroso e raffinato, che ha lasciato in regalo al mondo dell’arte e della cultura capolavori di un valore inestimabile.
Il titolo della mostra, «Magie e ricordi», ben rappresenta il fil rouge che esiste tra le opere esposte. Le magie: quelle nascoste in piccoli segnali che si sono presentati a Natasha F. Pulitzer e che sono stati il motore di questa iniziativa. Dopo aver letto il libro dei Tarocchi di Jodorowsky, per una pura casualità (o forse per magia) Natasha F. Pulitzer trova nascosti in un angolo alcuni mazzi di tarocchi disegnati da Luzzati, proprio quelli di Marsiglia, gli stessi studiati da quarant’anni da Jodorowsky. I ricordi: le immagini affidate alla memoria personale della stessa curatrice che svelano particolari inediti della vita privata di Emanuele Luzzati, immortalato in momenti familiari e quotidiani.
Noto soprattutto come scenografo e illustratore, maestro in ogni campo dell'arte applicata, Emanule Luzzati è nato a Genova nel 1921. Diplomato all'Ecole des Beaux Arts di Losanna, ha collaborato con registi, architetti, artisti e scrittori di fama internazionale. Espone nel '72 alla Biennale di Venezia; nel '75 è fondatore, con Aldo Trionfo e Tonino Conte, del Teatro della Tosse di Genova; autore di film di animazione con Giulio Gianini, otterrà due nomination all'Oscar. Luzzati è interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per arazzi all'incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali. La ricchezza del suo mondo fantastico, l'immediatezza ed espressività del suo stile personalissimo ne hanno fatto uno degli artisti più amati ed ammirati nel nostro tempo.
Completa le iniziative dedicate ad Emanuele Luzzati la produzione di un video, curato da Franco Delli Guanti, dove l'attore Paolo Poli racconta il suo rapporto professionale con l'artista ligure. «Era ebreo e genovese...» - questo il titolo del filmato - documenta la grande produzione scenografica teatrale di Luzzati.
Uff.stampa
Alcuni momenti della mostra: |
La studiosa di cultura ebraica, Maria Luisa Crosina tiene una conferenza sulle "Festività ebraiche" ispirandosi ai disegni di Lele Luzzati:
Rassegna stampa:
I ricordi e le magie di Luzzati (l'Adige 26 novembre 2011)
Fantastico mondo di Luzzati (Il Trentino 26 novembre 2011)
Le festività ebraiche con Luisa Crosina (Il Trentino 3 dicembre 2011)
Made in Italy
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- Pubblicato Venerdì, 14 Ottobre 2011 17:30
FRATELLI D'ITALIA
Undici artisti rendono omaggio al risorgimento
Andrea Cardone | Bruna Carnio | Anna Caser | Adriano Cecco | Fulvio Dot | Anna Galassini | Alessandro Goio | Alberta Struffi | Livio Tasin | Anna Toffaletti | Luciano Tarasco
15 ottobre - 6 novembre 2011
FRATELLI D'ITALIA NELL'ARTE E NEL CINEMA
Dopo la positiva esperienza in occasione della mostra del fotografo veronese Paolo Parma, il Centro Culturale “La Firma” ripropone l'iniziativa del cineforum affiancando all'esposizione un breve ciclo di film dedicati alla nostra storia risorgimentale, cercando di privilegiare alcune pellicole poco viste ma comunque importanti e legate a due grandi registi italiani: Roberto Rossellini e i fratelli Taviani.
Si inizierà domenica 16 ottobre con Allonsanfan, film del 1974 di Paolo e Vittorio Taviani. In quest'opera un meraviglioso Marcello Mastroianni dà vita ad un personaggio di traditore degli ideali risorgimentali: la messa in scena di una crisi esistenziale (e politica) e delle conseguenti bassezze a cui può far ricorso anche il più puro dei rivoluzionari. Come sempre nei film dei fratelli Tavaini il film ha notevoli punti di contatto con l'attualità del momento in cui è stato girato il film (l'inizio degli anni '70) ma anche con la nostra dolorosa attualità politica.Si proseguirà domenica 23 ottobre con “Vanina Vanini” di Roberto Rossellini: anche qui una storia di tradimento -questa volta dettata da un sentimento amoroso- sullo sfondo della Roma della Restaurazione. Tratto da un racconto di Stendhal, un'intensa Sandra Milo interpreta la principessa Vanina Vanini che in preda alla passione amorosa per un carbonaro non esista a ricorre alle soluzioni più estreme e a sacrificare ogni ideale.
Il ciclo si concluderà domenica 30 ottobre con Viva l'Italia sempre di Rossellini, girato nel 1961 per celebrare il Centenario dell'unità d'Italia. Il film si presenta come una cronaca minuta, attenta ai fatti quotidiani e ai riflessi secondari della grande avventura storico-politica sui suoi protagonisti. Rosellini - tratto caratteristico della sua poetica- vuole rimare fedele ai “fatti” e fare della spedizione dei Mille una narrazione il più fedele possibile degli avvenimenti così come si sono svolti. L'ambizione rosselliniana non è una “reinterpretazione” della Storia, ma il saper coglierla mentre si svolge sotto i nostri occhi con uno sguardo il più possibile “vergine”, a volte anche a costo di scivolare nel “didatticismo” scolastico.
Tutti i film saranno proiettati alle ore 21.00 presso l'Auditorium del Conservatorio di Riva del Garda con ingresso gratuito.
Alcuni momenti dell'inaugurazione:
Renato Ballardini e Giuseppe Ferrandi durante la conferenza "Irredentismo e Risorgimento. Autonomia e...":
Vedere il mondo / Vedere mondi
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- Pubblicato Venerdì, 23 Settembre 2011 16:40
Vedere il mondo/Vedere mondi - Was Here
La fotografia di Paolo Parma
24 settembre - 9 ottobre 2011
Inaugurata sabato 24 settembre, prosegue fino al 9 ottobre nelle sale della galleria civica «Craffonara» la doppia esposizione delle mostre «Vedere il mondo, vedere mondi» e «Was Here» del fotografo veronese Paolo Parma, organizzata dal centro culturale «La Firma» con il patrocinio del comune di Riva del Garda e la collaborazione di Agraria Riva del Garda. All'esposizione è affiancato un piccolo cineforum (tre pellicole sul tema della fotografia, il 26 settembre e il 3 e il 10 ottobre all'auditorium del Conservatorio) e – domenica 9 ottobre – un percorso verbale e letture di Luca Bragaja. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero.
La fotografia di Paolo Parma - scrive il critico Luigi Meneghelli - sembra in apparenza registrare in maniera scrupolosa ed ossessiva quanto si manifesta davanti all'obiettivo. In realtà, non mira a confermare ciò che è oggettivo e ad intensificare l’esperienza del conosciuto, quanto a rendere tutto conoscibile, a far del visibile un’ipotesi, del vero un qualcosa di potenziale. Non fissa solo il caos della realtà, inquadrandolo e bloccandolo, ma pietrifica anche ciò che è immateriale, come l’ombra. Anzi, proprio al lato oscuro, indifferenziato delle cose (o degli esseri) viene data una tale attenzione, che gli elementi tangibili danno l’impressione di regredire in secondo piano. E’ come se l’indeterminato trascinasse nella propria inafferrabilità percettiva anche ciò che è chiaramente definito. Fino al punto estremo di illuderci, attraverso l’artificio fotografico, che è l’immagine a guardarci, a farci segno, a farci vedere.
Parma si limita a rivelare momenti (cose, paesaggi, situazioni) in apparenza casuali, il cui senso non è tanto mostrato, quanto suggerito. Le sue fotografie si offrono così come saggi fotografici ed emanano elusività, ironia, paradosso. Gli stessi tagli o inquadrature, simili a “frame” cinematografici, non aprono la veduta, casomai la frammentano, la moltiplicano, la disperdono. Tutto diventa incommensurabile, incollocabile e l’unica cosa che si evidenzia è che l’occhio è lì fisso, in uno spazio chiuso, a tentare invano di “raccogliere” la diffusione del cosmo, quasi come se l’impedimento alla vista diventasse il soggetto della foto o come se “il davanti” (il primo sguardo) inibisse la possibilità di vedere il dietro. Lo sguardo si trova smarrito, posto di fronte contemporaneamente a più dimensioni, a più strati delle cose. E l’assenza, l’orma, l’ombra sono paradossalmente più evidenti delle cose che scontornano, o meglio è il vuoto che “sorregge la pretesa positività degli oggetti”. Non un mondo all'incontrario, ma un mondo che non conosce fissazione, stabilità, confini.
Riva del Garda, 26 settembre 2011
Uff.stampa
Alcuni momenti dell'inaugurazione della mostra:
LUCA BRAGAJA COMMENTA LA SERIE FOTOGRAFICA “WAS HERE” DI PAOLO PARMA
Una stanza in penombra, dove la luce dell’alba filtra per tende arancio e i vestiti stanno abbandonati su una sedia, su un letto. Un faro come una luna che getta una luce dorata sulle pareti ai piedi di una scala, in un seminterrato. Un quadro elettrico bruciato che si staglia come una bandiera, un intonaco scrostato in figure fantastiche, tubature e graffi.
La voce di Luca Bragaja racconta e commenta il tempo di una nuova libertà delle cose che si dilata dalla fotografia di Paolo Parma, dalle immagini di oggetti segni luoghi anonimi che rivelandosi ci dicono “WAS HERE”.
Rassegna stampa:
Alla galleria civica Craffonara le fotografie di Paolo Parma (Trentino 25 settembre 2011)
Acrobazie - Circo e Dintorni
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- Pubblicato Sabato, 10 Settembre 2011 09:40
3 - 15 settembre 2011
Il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda inaugura la stagione autunnale proponendo le “Acrobazie” di tre artisti che si ritrovano sotto un immaginario chapiteau
Sarà il circo protagonista del nuovo evento “Acrobazie. Circo e dintorni” del Centro Culturale “La Firma” in programma dal 3 al 15 settembre prossimi presso la Galleria Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda. Tre gli artisti che si ritroveranno sotto l'immaginario chapiteau montato per l'occasione dalla presidente dell'associazione rivana, Anna Caser: Maurizio Gioco, Titou Vergier e Primo Cassol. Si tratta dell'evento che inaugura il corposo calendario autunnale dell'Associazione rivana che culminerà con un'esposizione di opere di Emanuele Luzzati che arriveranno in prevalenza dalla collezione privata di Natasha Pulitzer “Il lavoro di un felice Artigiano, di un poeta della manualità” come scrive Ermanno Olmi nel catalogo della mostra di Palazzo Agostinelli di Bassano del Grappa. Le iniziative sono realizzate con il patrocinio del Comune di Riva del Garda e la collaborazione di Incorniciarte e dell'Agraria di Riva del Garda.
Maurizio Gioco presenta le sue marionette, “Tipi da circo”, personaggi che popolano e rappresentano il mondo del circo, spettacolo sempre più spesso emarginato nelle periferie delle grandi città e che è alla ricerca di nuove forme espressive. Maurizio Gioco, artista veronese, crea personaggi-burattino, di taglio sghembo e improbabili, i suoi “Tipi” fanno parte di un universo in disarmonia con i tratti definiti delle facce quotidiane, è il circo sociale, antropologico che incontriamo per la strada, e che viene trasposto nella forma e nel colore. I personaggi di Maurizio Gioco nella mostra rivana dialogheranno con le figure in cartapesta dell'artista francese Titou Vergier, leggere pur nella rotondità delle loro forme, diafane e colorate, vivono nel ricordo, nel sogno, una reverie di un mondo infantile.
E poi ci sono le fotografie di Primo Cassol, origini venete, emigrato all'età di tre anni nell'Alto Garda trentino, professione tecnica alle spalle, da sempre appassionato di fotografia. Cassol con i suoi scatti rende omaggio al circo con un percorso onirico per celebrare un'arte oramai di Resistenza che sta scomparendo, che va fotografata per ricordare e non disperdere un'eredità carica di tradizioni ed incanto. Primo Cassol ha avvicinato gli Artisti d'un piccolo circo di provincia (il Circo do Brasil) che gli hanno aperto i recinti e le loro case sulle ruote, consentendogli di cogliere anche gli aspetti meno spettacolari, più intimi, veri ed umani.
Accanto alle opere in mostra dei tre artisti il Centro Culturale “La Firma” ha previsto anche due appuntamenti collaterali.
Il primo riguarda la proiezione del film “Questione di punti di vista” con Sergio Castellitto e Jane Birkin - domenica 11 settembre, ore 21.00, Rocca di Riva del Garda - ambientato nel sud della Francia in un circo che ha appena perso il suo proprietario. Anche con questo film si vuole dare una lettura inedita della vita circense, nell'immaginario cinematografico più che altro legata alla visione che ne ha dato Fellini talvolta grottesca ed eccessiva.
Giovedì 15 settembre, ore 18.30, Galleria Civica “G. Craffonara”, invece sarà la volta della presentazione di due libri, sempre legati al mondo circense.
Il primo è stato scritto a quattro mani da Paolo Leoni e Matteo Trenti. “Nez Rouge: il passaggio di un destino” è un breve romanzo tratto da una storia vera, quella dello stesso Trenti. Dopo essersi innamorato di una artista di strada parte per Parigi, con l'intento di frequentare la scuola di circo di Annie Fratellini. Sarà lì che il protagonista incrocerà lo sguardo di Emilie.
Il secondo volume sarà presentato dall'editore roveretano Roberto
Keller. Si tratta del libro “Lo scaffale degli ultimi respiri” della scrittrice Aglaja Veteranyi, figlia di circensi fuggiti dalla Romania e approdati in Svizzera dopo una vita di spettacoli in vari continenti. Pochi giorni prima dell'uscita del volume l'autrice si toglie la vita in riva al Lago di Zurigo a soli quarant'anni.
Alcune immagini dell'inaugurazione:
Rassegna stampa:
- Circo e dintorni alla Craffonara (Il Trentino 2 settembre 2011)
- Acrobazie (Il Fotografo settembre 2011)
- Circo e dintorni alla Craffonara (Trentino 2 settembre 2011)
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- Pubblicato Venerdì, 06 Maggio 2011 19:50
LIBRI EX LIBRIS
6-22 maggio 2011
Un viaggio attraverso la letteratura italiana ed europea attraverso gli ex libris. Miniature artistiche per ornare e definire la proprietà del libro.
In mostra oltre 150 ex libris d’autore provenienti dall’ Associazioe italiana ex libris. In mostra anche lavori realizzati dai ragazzi delle scuole di Riva ed Arco durante i laboratori fatti con con Roberto e Ilaria Piazza.
UN VIAGGIO NELLA LETTERATURA CON GLI EX LIBRIS
Un viaggio nel mondo della letteratura italiana e europea attraverso gli ex libris. E' l'itinerario che si può compiere dal 6 al 22 maggio presso la Galleria Civica “G. Craffonara” di Riva del Garda su iniziativa del Centro Culturale “La Firma”. Una nuova rassegna promossa dall'associazione rivana in collaborazione con la Biblioteca Civica, l'Associazione Amici dell'Arte e il patrocinio del Comune di Riva del Garda. In mostra oltre 150 ex libris d'autore provenienti dall'Assocazione Italiana Ex Libris presieduta da Mauro Mainardi. Ma non solo. L'esposizione vedrà la presenza anche di ex libris con incisioni di Remo Wolf messi a disposizione dalla storica Maria Luisa Crosina e una serie di lavori realizzati dai ragazzi delle scuole elementari e medie di Riva del Garda e Arco durante i laboratori condotti da Roberto e Ilaria Piazza. Il percorso tecnico artistico - avviato lo scorso gennaio - prevedeva l’arte della stampa in funzione della creazione di un ex-libris: dalla preparazione del disegno alla realizzazione della matrice per la tipografia.
L'espressione latina "ex libris", scritta su un libro, solitamente sul risvolto di copertina, e seguita dal nome di una persona o di un'istituzione, è un segno di proprietà del volume e precisa che proviene dalla biblioteca della persona o dell'istituzione indicati. Nel Quattrocento, dopo la scoperta della stampa, questi segni di proprietà, oltre che essere scritti a mano, sono stati stampati su piccoli fogli e applicati ai libri, con il nome del titolare isolato, oppure inserito in una illustrazione eseguita da artisti incisori di grande valore come Dürer. Nei secoli successivi, sono state applicate su alcuni incunaboli e su libri a stampa accrescendo con la loro presenza il pregio del libro e con esso sono conservate in prestigiose biblioteche, come preziose opere di arte libraria. Separate dal libro sono diventate, come grafiche d'arte, oggetto di conservazione nei musei e nelle collezioni private. Se l’ex libris intorno al quindicesimo secolo era legato al libro e alle biblioteche, a partire dall’inizio del ventesimo secolo questa connotazione cambia. Alla fine dell'Ottocento nasce il collezionismo che si diffonderà in modo particolare nel Novecento coinvolgendo l'opera di artisti di alto spessore nel realizzare opere tese a raccontare, attraverso la committenza, l’uomo, le sue professioni, le sue passioni, le sue fantasie trasformando l’ex libris in un oggetto da collezione. L'inaugurazione della mostra è in programma venerdì 6 maggio alle ore 11.00. Interverranno Federica Fanizza, Mauro Mainardi e Roberto Piazza. La mostra quindi proseguirà fino al 22 maggio con orario dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00, dal 17 al 22 maggio apertura anche mattutina dalle 10.00 alle 12.00. L'ingresso è libero.
Alcune immagini della presentazione
Rassegna stampa:
Ex libris alla galleria civica (Trentino 6 giugno 2011)
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- Pubblicato Sabato, 26 Marzo 2011 20:04
Doppio appuntamento con l'arte alla galleria civica Craffonara.
Da sabato scorso e fino al 10 aprile espone le sue opere Toni Buso: una pittura fatta di sogni e ricordi, una rielaborazione del mondo dei fanciulli ottenuta ruotando immagini, simboli e forme geometriche su sfondo biancbhi o pallidamente colorati.
Un artista che inserisce nelle sue opere la poetica del "fanciullino". È Toni Buso che rielabora a modo suo il mondo di quando eravamo piccoli, facendo ruotare immagini, simboli e forme geometriche su sfondi bianchi o pallidamente colorati.
Le opere dell'artista trevigiano saranno esposte a Riva del Garda su iniziativa del Centro Culturale "La Firma" dal 26 marzo al 10 aprile presso la Galleria Civica "G. Craffonara".
L'esperienza di Toni Buso ha inizio alle origini della propria esistenza approdando alla forza espressiva del fanciullo ma con la consapevolezza dell'adulto.
La pittura di Buso è fatta di sogni, di ricordi, di affetti, che affiorano dal profondo per rendersi visibili e tangibile attraverso l'arte: una pittura sognante nella quale nasce per prima la linea che traduce i ritmi della vita; essa diviene a volte parola-simbolo l'utilizzo di questi grafismi letterari assume, soprattutto nei lavori più recenti, l'aspetto di un arabesco che dà corpo allo sfondo e il senso di tale scrittura non è più narrativo ma radicato nell'interiorità. "Toni Buso - scrive Dino Formaggio - uscito dall'accademia di Venezia portandosi dentro le immagini e il fascino dell'opera astrattista, ha elaborato in proprio una particolare ed originale forma di pittura astratta, nata per immediatezza diretta dalla propria natura, senza mai risentire di scuole o di poetiche elaborate altrove.
Le sue opere su tela o su carte speciali, portano il segno di una straordinaria freschezza, quasi infantilmente mossa in una grande luce, dove una danza rarefatta di segni e di purissimi colori ritma felicemente la propria innocenza. Un'innocenza che conquista la sua apparente semplicità su cumuli di sapienti esperienze formali e sempre più preziose tecniche di esecuzione".
Nelle opere di Toni Buso si nota un'evoluzione lenta ma costante di forme e di giochi di colore che tendono a sconvolgere la superficie dipinta. Sono tratti veloci di pennellate rosse, gialle, qualche viola, un po' di nero e così via, in un astrattismo geometrico e informale, un equilibrio che a volte viene messo in discussione dalla poesia che vuole raccontare. Il suo è un linguaggio che vorrebbe essere "ingenuo" ma che in realtà è molto complesso e ripetitivo, un pretesto quello di ricorrere al mondo dei giochi d'infanzia (l'aquilone, la giostra, il girotondo, il trenino di legno), perchè la sua intenzione è nella ricerca cromatica, nei toni sempre diversi, nelle forme che solo lui riesce a modellare con il pennello.
Buso adopera una base che è quella che tutti noi abbiamo conosciuto: le squadre, la griglia, la carta di quaderno e ricompone su tela aggiungendovi quello che il pensiero lo rende "libero di infinite possibili manipolazioni" che a volte sembrano ripetersi quasi ossessivamente. Quello di Toni Buso è un viaggio alla ricerca dell'essenza più vera delle cose che perdono la connotazione naturalistica travalicando il dato oggettivo ed apparente per arrivare ad una dimensione narrativa dove i simboli e le immagini assumono la valenza di memoria, suggestione e forza identitaria. Buso riscopre il valore di una pittura vera, fatta di materiali sapientemente utilizzati e piegati al volere dell'artefice. Toni Buso è nato a Treviso nel 1954, ha iniziato ad esporre in manifestazioni collettive nel 1966.
Ha frequentato a Venezia il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti con Alberto Viani. Ha frequenti contatti con lo storico dell'arte Luigina Bortolatto e con il filosofo dell’arte Dino Formaggio. Opera e collabora con l'Associazione Triveneta per le Arti Visive "Le Venezie". Le sue opere sono nell’archivio del Museo di Arte Moderna "Ca' Pesaro" (Venezia); esposte nel Museo d’Arte Moderna "Dino Formaggio" di Teolo (Padova), saranno esposte nel Museo d'Arte Moderna del Palazzo Sarcinelli di Conegliano (Treviso). Le sue mostre personali sono state realizzate in Italia e all'estero, fra le più importanti: Galleria Civica d'Arte Moderna Palazzo dei Diamanti di Ferrara; Opera Bevilacqua La Masa di Venezia; Galleria Municipale di Chamaliéres (Francia). Premiato tre volte alle manifestazioni dell'Opera Bevilacqua La Masa di Venezia, X Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma; "Tre generazioni a confronto" Museo Pushkin di Mosca, Galleria d'Arte Moderna di Alma Ata, Museo de l'Hermitage di Leningrado; "34 giovani grafici veneti" Museo dell'immagine e del suono di S. Paolo del Brasile; Triennale mondiale di grafica presso le Gallerie Municipali di Chamalierés (Francia), Strasbourg (Francia), Stavanger (Norvegia).
da Exibart.com
Alcune immagini dell'inaugurazione:
Rassegna stampa:
Toni Buso, la poetica del fanciullino (l'Adige il 9 aprile 2011)
D'amore e altre follie - Omaggio ad Alda Merini
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- Pubblicato Sabato, 05 Febbraio 2011 20:25
5-6 febbraio 2011
Da anni presente sul territorio di Riva del Garda, il Centro culturale "La Firma", associazione senza scopo di lucro, contribuisce ad arricchire e vivacizzare l'ambiente artistico e intellettuale con mostre, eventi e dibattiti, divenendo così nel tempo un centro culturale di riferimento importante. Il 2011 si apre con una mostra all'interno della Sala Craffonara il 5 e 6 febbraio dedicata ad Alda Merini, intitolata "D'amore e altre follie".
La grande poetessa era stata ospite a Riva del Garda nel 2001, invitata proprio dal centro culturale "La Firma". Un evento, quello del prossimo week end, legato al concetto di come l'arte, anche in momenti di difficoltà psichica e di disabilità, riesce ad esprimersi creando opere meravigliose.
Il centro culturale «La Firma» con il sostegno del Comune di Riva del Garda propone una mostra alla galleria Craffonara dedicata al proprio fondatore, Arrigo Colorio: una selezione di opere di Fritz Fröhlich visitabile gratuitamente il 5 e 6 febbraio dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Evento introduttivo è un omaggio ad Alda Merini, la grande poetessa che fu ospite in città esattamente dieci anni or sono, invitata proprio da «La Firma». Intitolato «D’amore e altre follie», l'evento – sabato 5 febbraio alle ore 17, alla presenza dell'assessore alla cultura Maria Flavia Brunelli – è condotto da Clara Lotti, con la voce di Isabella Dilavello e il sax di Paolo Ballini ad accompagnare la recitazione degli aforismi di Alda Merini, e con la storica Maria Luisa Crosina che legge la poesia «Io non ho bisogno di denaro». Durante la mostra è proiettato un video realizzato per l'occasione da Ludovico Maillet. L'ingresso è libero.
Alda Merini
Alcune immagini dell'inaugurazione:
Omaggio del Centro Culturale "La Firma" ad Alda Merini e alla sua presenza a Riva del Garda.
Rassegna stampa:
Omaggio a Colorio e Alda Merini (l'Adige il 2 febbraio 2011)
Il centro La Firma rende omaggio ad Alda Merini (Trentino 1 febbraio 2012)
Progetti d'artista
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- Pubblicato Domenica, 24 Ottobre 2010 20:27
24 ottobre - 14 novembre 2010
La mostra prosegue fino a domenica 14 novembre.
Riva del Garda, 18 ottobre 2010
Uff.st.
AMARANTA DE FRANCISCI
Lo spazio di Amaranta De Francisci, da anni presente nel panorama artistico italiano e internazionale, è quello del colore. Ma non si tratta di un arcobaleno rassicurante che annuncia la fine della pioggia. E' il colore della poesia, di un momento fermo nel tempo che acceca e che illumina, della delicatezza e del mistero delle favole. Sia nei suoi lavori figurativi, dove racconta di posti e città e scorci di un ricordo, che in quelli astratti dove ci si imbatte quasi in un suono, in un ritmo, è il colore a dominare a partire dal giallo. Il giallo dei girasoli di Van Gogh, verrebbe da dire, fosse anche perché è carico di una simile dolce passione. Anche se non di solo giallo Amaranta vive. In un ogni favola, in ogni poesia, in ogni ricordo c'è il lato d'ombra.
Isabella Di lavello ottobre 2010
PUCCIO PUCCI
L’artista ispeziona le sponde solitarie dell’Arno per recuperare ogni tipo di materiale trasportato dal fiume; miseri avanzi decomposti di oggetti destinati alla totale distruzione sono così trasformati in soggetto artistico e dotati dell’alone magico proprio di ogni opera d'arte. Pucci è architetto, scultore e pittore; le differenti competenze di questo artista si integrano in una interdisciplinarietà che gli serve per creare le sue opere. Si afferma nel 1996 con esposizioni in Italia, a Mantova e a Firenze e, già dal 1998, all’estero: un padiglione all’Expò di Lisbona, poi anche Parigi, Beirut, Hong Kong, Nürnberg, Barcellona, Madrid, Miami, Berlino, San Francisco e Nairobi. Continuando a divulgare la sua arte in varie città italiane, riscuote ovunque ampi successi di critica e di pubblico. Nel 2007 interviene al restyling degli uffici UMS (United Medical Software) di San Casciano (Fi), dove ogni singolo elemento ideato diviene parte dell’architettura preesistente e realizza, in un progetto globale, la rinascita del luogo. Figlio ideale di quel filone d’arte povera scaturito in Italia per opera di Burri, Pucci investe la sua inesauribile curiosità a ispezionare le sponde solitarie dell’Arno per recuperare ogni tipo di materiale trasportato dal fiume: pezzi arrugginiti e informi di lamiera, tavole di legno macerate ed erose, congegni meccanici, bulloni, utensili vari. Miseri avanzi decomposti di oggetti destinati alla totale distruzione sono così trasformati in soggetto artistico, sottratti all’annientamento e dotati dell’alone magico proprio di ogni opera d’arte. «Il suo campo di ricerca è il territorio dove sono presenti le forme della natura e i manufatti dell’uomo che però sono stati usati e abbandonati:non interessano più e si lasciano. Diventano “cose”. Cose interessanti per qualità insospettate, per colori, dove la vista e il tatto percepiscono i segni del degrado sulla loro superficie, segni che ne generano altri, cose che suscitano piccole o grandi emozioni, che la mente riorganizza e le mani riassemblano mediante pinze, martelli, chiodi, saldature, pennelli. Cose recuperate dalla quotidianità della loro funzione abituale ne assumono altre» (John F. Reed).
TITOU VERGIER
Vi sono dei volumi nel cuore di Titou, vi sono delle curve e delle rotondità, dei ripari uterini, dei ventri, delle mammelle, dei sederi impertinenti. Vi è qualcosa dell'infanzia, nei donnoni, nei nomi, qualcosa che ci parla, che ci rassicura come un bagno caldo, tutta una scia di generosità. Non cercate le sirene della moda, le sinuosità dell'ombra, la distanza della fierezza, l'arroganza di ciò che è sofisticato, le matrone di mostrano, trasparenti, grasse e libere, leggere con le braccia spalancate, emancipate. Come le sue creature, intuitivamente, con una solida tenacità e creatività, con temperamento, Titou ritaglia, strappa, incolla e modella il suo rapporto franco e diretto con la vita, mediante un appetito gioioso per le squinzie del quotidiano, le saltimbanche del circo, le dive dell'arena, le osserva, inventa, navigando sull'equilibrio dei materiali e traccia il suo cammino traboccante di donnoni, tra carta, fil di ferro e cartone. Così, nel tessuto di questa abbondanza spensierata, Titou ci offre un universo senza peso, poiché ciò che ci da da vedere è lo spazio dell'interiorità.
C.Dessis
Alcune immagini dell'inaugurazione:
Art Donna Project
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- Pubblicato Sabato, 07 Agosto 2010 10:27
Art Donna Project
7 agosto- 30 settembre 2010
BRUNA CARNIO
Dopo un percorso di studi indirizzato alla creatività di gruppo, vedi liceo artistico sez. architettura e diploma accademia di belle arti in scenografia, nonché esperienze in laboratori di scenotecnica e teatri dal 1990 si dedica ad una ricerca piu individuale e introspettiva che ha il suo sbocco nella pratica della pittura.
Partecipa così a mostre collettive e concorsi da cui trae rinforzo e fiducia perla sua ricerca (Bolzano, Venezia, Verona, Treviso, Reggio Emilia, Longarone, Salisburgo, Barcellona, Malta, Shanghai, Slovenia, ....)
Vengono anche mostre personali e riconoscimenti da Istituzioni e privati, nazionali ed esteri.
Dal 2005 vive, insieme ad altri 4 artisti, l'esperienza di gestire una galleria a Venezia (FORl\/lED'ARTE - VENEZIA) in cui esporre i propri lavori e confrontarsi con altri.
Sempre con le galleriste di Fabrika XX.9.12 partecipa a diversi progetti.
LIA FRANZIA
Nata a Savona, è vissuta anche a Boma, a Verona e a Siena; ha frequentato l'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova e tenuto la cattedra di discipline pittoriche prima al Liceo Artistico di Savona e poi di Verona.
Ha sempre operato anche nel campo del design, dell'arredamento, dell'illustrazione, collaborando con studi professionali, enti e case editrici. Ha istituito corsi di disegno, educazione alla visione, tecniche pittoriche, e ha ideato e pubblicato testi di espressione grafica consapevole per l'infanzia.
Terminato nel 2000 l'impegno di docenza, si dedica ora soprattutto alla pittura, alla grafica, all'interior design e allo scrivere, partecipando piu attivamente a mostre e rassegne.
www.artmajeur.com/liafranzia
MARIA GRAZIA NICOLODI
In California, all'inizio degli anni 90, si riavvcina alla pittura, alla ceramica ed inizia ad esplorare altri mezzi come il vetro e il bronzo. La necessita di raccorciare le distanze fisiche, di evitare problemi di dogana e di trasporto la ispirano anche a creare nuove immagini usando il computer.
Maria Grazia Nicolodi Bomeo vive nella baia di San Francisco, dove insegna arte, disegno e pittura.
MARIA LUISE SCHWIENBACHER
E' nata a Waltrop/Germania. Psicologa e pittrice.
lnizia nel 1973 gli studi di pittura a Verona, dove per cinque anni frequenta l'Accademia di Belle Arti “G.B.Cignaroli”. Si specializza con corsi presso l'Accademia internazionale Estiva di Brunico, al Museo delle Donne a Bonn/Germania, alla lntensiv Akademie/Galerie VITA di Berna (Svizzera) ed altri.
Nel 1979 pubblica “Come si dipinge con colori acrilici” in collaborazione con T. Battaglini per le “Collane tecniche ll Castello” Edizione di Milano.
Dal 1999 è membro del direttivo della Societa Belle Arti di Verona.
Numerose le sue partecipazioni a mostre collettive e le sue mostre personali in Italia e all'estero. l suoi dipinti sono presenti in collezioni private in Italia, Germania, Austria, Francia, Lussemburgo, Spagna, Grecia, Svezia, Inghilterra, USA, Panama e Venezuela
www.sbav.it
HANA SILBERSTEIN
Nasce nel 1951 a Tel Aviv in Israele da genitori polacchi sopravvissuti all'Olocausto.
A Tel Aviv frequenta contemporaneamente il liceo e il conservatorio diplomandosi in pianoforte.
Giunta nel 1970 in Italia frequenta a Bologna l'Accademia di Belle Arti studiando con Walter Lazzaro e diplomandosi nel 1975.
Dopo aver cominciato la sua carriera espositiva con una collettiva al Circolo Artistico di Bologna partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia (Bologna, Pisa, Mantova, Milano,Merano, Venezia, Verona, Volterra, Torino, Trieste, Ferrara, Parma, Ancona, Frascati, Brindisi, Lecce, Livorno, Latina) e all'estero (Barcellona - Spagna, Ginevra - Svizzera, Gent - Belgio, Amburgo, Hannover, Colonia - Germania, Strasburgo - Francia, Klagenfurt, Salisburgo - Austria).
Sue opere sono conservate presso istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia e all'estero.
e-mail:
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Alcune immagini delle opere esposte: