Pasolini prossimo nostro

un film di Giuseppe Bertolucci

 

Pier Paolo Pasolini - Prossimo nostroSi conclude lunedì 27 agosto con la proiezione del documentario storico di Giuseppe Bertolucci «Pasolini prossimo nostro» la mostra «Cinema di poesia», allestita nella galleria civica «Craffonara» a cura del centro culturale «La Firma» con il sostegno del Comune di Riva del Garda. La proiezione si svolge nel passaggio San Giuseppe (con ingresso da via Disciplini o via Dante) a partire dalle ore 21; l’ingresso è libero.

Filmati d'archivio, foto di scena e un'inedita intervista per un documentario di circa sessanta minuti su uno dei film più contestati, amati e discussi del secolo scorso. C'è un solo termine - macabro - per definire «Salò o le 120 giornate di Sodoma», terminato nel 1975 e ancora in fase di montaggio quando Pasolini fu assassinato all'Idroscalo. Ispirato al romanzo di Sade e ambientato nella cittadina protagonista dell'ultimo scampolo di guerra mondiale, la Salò di Pasolini è un mondo devastato dall'omologazione culturale, dai soprusi anarchici del potere, un ritratto cinico di partigiani inermi e giovani illibate costrette a ogni sorta di barbarie dai loro aguzzini. 

L'intervista raccolta da Giuseppe Bertolucci, scomparso nei mesi scorsi, integra le tematiche del film unendole al pensiero del suo autore, rassegnato e spento. Uno sguardo al di là della cinepresa verso un mondo confuso dalle ideologie e distrutto dalla speranza, meccanismo perverso per nascondere il peso insopportabile della realtà, tramutando il sentire comune in un'attesa estenuante e senza vie d'uscita. 

Pier Paolo PasoliniPasolini parla a ruota libera del suo film, del concetto d'autore, della fiducia demagogica riposta nella fede, in un ideale ecclesiastico trasformatosi improvvisamente - e in maniera impercettibile - in un bazar del libero consumo. La fine delle ideologie (che avrebbero dovuto portare alla trilogia Porno Teo Kolossal, scritta per l'interpretazione di Ninetto Davoli ed Eduardo De Filippo) o la loro trasformazione, diventano il terreno di guerra su cui scontrarsi. Un sentiero che Pasolini riassume nelle ultime scene del suo film: il rappresentante del potere - essere sadico e impunito - guarda attraverso la sua finestra, binocolo alla mano, le torture inflitte ai corpi delle giovani vittime. Uno specchio della nostra società filtrato dall'espressione artistica di un intellettuale punito dal suo stesso (pre)vedere.

 

Riva del Garda, 26 agosto 2012
Uff.st.

Pasolini, prossimo nostro  Prossimo Nostro - Galleria San Giuseppe