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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:19
La donna che visse due volte
Nel 1958 il pubblico americano accoglie male «La donna che visse due volte» ma negli anni la sua fama è cresciuta ed ha acquisito uno status quasi mitico tanto da essere decretato nel 2012, dalla rivista inglese Sight & Sound, miglior film di tutti i tempi.
Diventando un oggetto di culto - scrive il critico Serge Daney - questo film non ha soltanto conquistato il titolo in versione originale (sarebbe solo snob) ma qualcosa come un «nome di battesimo» segreto e affettuoso: vertigo parola latina che significa «vertigine» - di quelli che si danno agli esseri cari quando sono scomparsi (dico proprio «esseri», benché non ignori che si tratta solo di un mucchio di celluloide impressionata - only a film - ma i film non si limitano ad invecchiare, ci guardano anche invecchiare).
Nessuna grondaia, nessuna vestaglia rossa, nessuna sequoia, nessuno tailleur grigio, nessuna via di San Francisco sono veramente esistiti sullo schermo dopo «Vertigo». Nessun film in realtà gli somiglia. Sto forse scrivendo un ditirambo? Sì.
Ma sarà necessariamente strano come il film. Perché «Vertigo», a differenza della «Finestra sul cortile», non è affatto un film perfetto. E neppure divertente, contrariamente a «Intrigo internazionale». Né terrificante come lo è «Psyco». Né agghiacciante, come «Gli uccelli». Non si tratta nemmeno, per riprendere la bella espressione di Truffaut, di un «grande film malato» come «Marnie». No, «Vertigo» - conclude Daney - è soprattutto un film emozionante.
«La donna che visse due volte» è un film matrice, un film che ha prodotto (e continua a produrre) una serie di imitazioni, citazioni, distorsioni; perché in definitiva nel film si assiste ad una grande messa in scena in una perdita di punti di riferimento che creano, appunto, vertigine.
REGIA | Alfred Hitchcock | |
INTERPRETI | Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes | |
TITOLO ORIGINALE | Vertigo | |
GENERE | Giallo | |
DURATA | 128', colore | |
PRODUZIONE | USA | |
ANNO | 1958 |
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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:10
L'anatra all'arancia
Livio e Lisa Stefani sono una coppia in crisi: in dieci anni di matrimonio non si sono mai fatti mancare storie extraconiugali, ma il loro rapporto sembra destinato a chiudersi definitivamente in quanto Lisa è innamorata di Jean-Claude, un francese ricco e affascinante, e intende andare a vivere in Francia con lui.
In tavola arriva proprio l'anatra all'arancia, leit motiv del loro viaggio di nozze, che Livio giura di aver preparato con il piticarmo, famosa spezia afrodisiaca...
ANATRA ALL'ARANCIA | ||||
1 anatra di 1,5 kg | 80 g di burro | 5 arance da agricoltura biologica | ||
1 linone | 10 g di zucchero | 2 dl di cognac | ||
1 cucchiaio di aceto di vino bianco | 1 dl di Grand Marnier | 0,5 dl di Curaçao | ||
sale e pepe q.b. |
Salate e pepate l'anatra dentro e fuori e fatela rosolare in metà del burro per 10 minuti. Sgocciolate, unite il resto del burro e proseguite la cottura per una mezz'ora. lntanto, togliete la scorza a 2 arance e spremetene il succo, spremete il limone e pelate al vivo gli spicchi delle altre tre arance.
Bagnate l'anatra con il cognac, dopo 5 minuti toglietela dal fuoco e tagliatela a pezzi lasciandola riposare, quindi filtrate il fondo di cottura. Fate caramellare lo zucchero e l'aceto in una casseruola, unite il fondo di cottura, gli altri liquori, la scorza, il succo degli agrumi e fate ridurre di un terzo.
In un altro tegame scaldate gli spicchi delle arance con tre cucchiai di salsa e usateli per guarnire i piatti.
REGIA | Luciano Salce | |
INTERPRETI | Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Barbara Bouchet, John Richardson | |
TITOLO ORIGINALE | L'anatra all'arancia | |
GENERE | Commedia | |
DURATA | 102', colore | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1975 |
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- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 20:34
L'eclisse
Ultimo capitolo della cosiddetta «trilogia dell'incomunicabilità» e punto di non ritorno di tutto il cinema, con «L'eclisse» Antonioni continua la sua ricognizione critica in una società caratterizzata da un crescente benessere materiale, grazie all'inarrestabile crescita economica, ma anche da una profonda crisi esistenziale.
Lo fa alternando sequenze di rumore e caos, ambientate nelle sale della Borsa di Roma, a lunghi silenzi e paesaggi di architetture fredde, geometriche (il quartiere dell'EUR), che riflettono l'incomunicabilità dei sentimenti e l'insuperabile senso di estraneità che caratterizza il rapporto trai personaggi.
«L'eclisse» è ancora una volta un ritratto di donna, ma di una donna propria di Antonioni, ormai destinata a identificarsi, nella memoria degli spettatori, con la personalità mutevole e perplessa di Monica Vitti.
Antonioni così si espresse riguardo a questo capolavoro: «1962. A Firenze per vedere e girare l'eclisse di sole. Gelo improvviso. Silenzio diverso da tutti gli altri silenzi. Luce terrea, diversa da tutte le altre luci. E poi buio, immobilità totale. Tutto quello che riesco a pensare è che durante l'eclisse probabilmente si fermeranno anche i sentimenti. È un'idea che ha vagamente a che fare con il film che stavo preparando, una sensazione più che un'idea, ma che definisce già il film quando ancora il film è ben lontano dall'essere definito».
Gli ultimi dieci minuti, ormai privi di personaggi, di una bellezza abbacinante sembrano usciti direttamente da quadri di De Chirico. Il film vinse il premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1962.
REGIA | Michelangelo Antonioni | |
INTERPRETI | Monica Vitti, Francisco Rabal, Alain Delon, Louis Seigner, Lilla Brignone, Rossana Rory | |
TITOLO ORIGINALE | L'eclisse | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 125', bianco e nero | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1962 |
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- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 19:35
La ragazza con la pistola
Assunta Patanè, una giovane siciliana, viene rapita per errore da Vincenzo Macaluso. Lei, segretamente innamorata di lui, si lascia sedurre senza opporre resistenza. ll giorno dopo lei si risveglia sola perché l'uomo è fuggito nel Regno Unito per evitare le conseguenze del suo gesto. Assunta, costretta a difendere l'onore di persona perché senza padre né fratelli, parte per l'Oltremanica armata di pistola, decisa ad uccidere il seduttore.
Fu questo il film che segnò una svolta nella carriera di Monica Vitti: fino ad allora infatti era stata impegnata solo in ruoli drammatici, ma Monicelli, che ne aveva intuito le capacità comiche (come aveva già fatto 10 anni prima con Vittorio Gassman), la lanciò come attrice brillante e ironica, tanto da farla diventare in seguito una delle colonne della commedia all'italiana.
Il film è ambientato tra l'Italia e la Gran Bretagna; tra una Sicilia in cui i costumi arretrati costringono a considerare il rispetto una personale vendetta, soprattutto nei rapporti sentimentali in assenza di figure maschili che possano rivendicarlo - come nel caso dell'impavida protagonista - ed un'Inghilterra emancipata che ha il volto vanitoso di un mondo nuovo e sconosciuto.
La bella Monica ci regala un valido ritratto di donna combattuta tra atavismo e modernità, al centro di un percorso formativo e di emancipazione, conquistando quest'ultima, guarda caso, lontano dagli italici confini, sapendo cogliere i vari fermenti di novità tipici di un ambiente sociale in totale trasformazione (siamo nel 1968), facendoli propri nell'affermazione definitiva della sua personalità ed autonomia, ovviamente non comprese e bistrattate dal redivivo Vincenzo, il quale non può fare altro che masticare amaro e consolarsi con uno stanco e maschilista refrain «bottana eri e bottana sei rimasta».
REGIA | Mario Monicelli | |
INTERPRETI | Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stanley Baker, Tiberio Murgia, Stefano Satta Flores | |
TITOLO ORIGINALE | La ragazza con la pistola | |
GENERE | Commedia | |
DURATA | 102', colore | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1968 |
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