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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 22:23
Mulholland Drive
«Mulholland Drive» è una lunga e vecchia strada di Los Angeles: nasce nel deserto, attraversa i quartieri ricchi e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Bisognerebbe ricordarsi di questa simbologia per cercare di dare un senso aII'onirico ed enigmatico film di David Lynch. Quella che il regista stesso ha definito come «una semplice storia d'amore nella città dei sogni» è in realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni '40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system.
Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze che la ospita nel proprio appartamento e se ne innamora. Le due protagoniste cercano di far luce sull'amnesia di Rita, per scoprire che in realtà niente è come sembra...
Film astratto, con una straordinaria potenza visiva, è nello stesso tempo affascinante e disturbante. Difficile trovare una chiave di lettura razionale. E' difficile descriverlo. Seguendo il linguaggio dei sogni voluto dal regista, bisognerebbe limitarsi a viverne le emozioni.
REGIA | David Lynch | |
INTERPRETI | Justin Theroux, Naomi Watts, Laura Harring, Ann Miller, Robert Forster | |
TITOLO ORIGINALE | Mulholland Dr. | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 145', colore | |
PRODUZIONE | Francia | |
ANNO | 2001 |
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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:54
L'esercito delle 12 scimmie
A metà tra fantascienza e thriller, narra la storia di James Cole (Bruce Willis) che dal 2035 viene inviato nel passato, nel 1996, dove a breve si sarebbe diffuso un virus micidiale che avrebbe ridotto la popolazione mondiale all'1%. In realtà il futuro non si può cambiare, la sua missione è solamente quella di trovare informazioni che permetteranno di trovare un vaccino in futuro.
Aiutato dalla psichiatra Kattryn Railly (Madeleine Sfowe), tra salti nel tempo sbagliati e frenetici inseguimenti con le forze dell'ordine, Cole scoprirà che tutto riconduce all'Esercito delle 12 scimmie, un gruppo di ambientalisti pronti a tutto capeggiati da Jeffrey (Brad Pitt), figlio non proprio sano di un famoso scienziato.
Ispirato al corto francese «La jetee» di Chris Marker, «L'esercito delle 12 scimmie» colpisce subto per una cosa: il regista conduce l'intera trama parallelamente nella realtà (fra l'altro paradossalmente verosimile) e nella mente di James.
I temi che tornano più frequentemente sono quelli della pazzia, della visione pessimistica del futuro e dei comportamenti dell'uomo in generale Sul primo tema risulta interessantissimo il discorso della relatività della pazzia tatto da Jeffrey durante una scena nel manicomio, da sentire e risentire per coglierne ogni minimo particolare.
Puntando un dito sui cerchi concentrici disegnati dai secoli nel tronco d'un grande albero, Madeleine/Judy tenta di «localizzare» il tempo della sua vita precedente: così faceva Kim Novak in «Vertigo». E così torna a fare in «L'esercito delle 12 scimmie», di nuovo inquietandoci. Come nel film di Alfred Hitchcock, anche in questo di Jerry Gillian l'occhio e la mente sono indotti a smarrirsi.
Prodotto con uno stanziamento di quasi 30 milioni di dollari, ha avuto vari elogi da parte della critica e ha incassato circa 169 milioni in tutto il mondo.
REGIA | Terry Gilliam | |
INTERPRETI | Brad Pitt, Madeleine Stowe, Christopher Plummer, Bruce Willis, Jon Seda | |
TITOLO ORIGINALE | Twelve Monkeys | |
GENERE | Fantastico | |
DURATA | 131', colore | |
PRODUZIONE | USA | |
ANNO | 1995 |
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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:31
Body Double - Omicidio a luci rosse
Jake, un attore di B-movies in crisi sia sul piano professionale, avendo perso il ruolo di vampiro in un horror a basso costo per colpa della sua claustrofobia, che su quello sentimentale, dopo aver pescato la sua ragazza a letto con un altro. L'amicizia con Sam, un simpatico collega, gli procura un domicilio provvisorio in un lussuoso attico, con vista nell'appartamento di una deliziosa sconosciuta che ogni giorno, alla stessa ora, si abbandona ad un conturbante strip-tease. All'iniziale compiacimento voyeuristico, Jake aggiunge ben presto una sensazione di profonda angoscia, scoprendo che la donna oggetto delle sue contemplazioni è pedinata da un losco figuro. Quando una notte il misterioso persecutore s'intrufola nell'appartamento di lei per ucciderla, Jake corre a salvarla. Ma la realtà si rivelerà molto più intricata dell'apparenza.
Prendete due gioielli del cinema come «La donna che visse due volte» e «La finestra sul cortile» di Alfred Hitchcock, aggiungeteci lo stile e il talento visionario di Brian De Palma e otterrete «Body Double». Al posto del volto ordinario (e insieme straordinario) di James Stewart, c'è quello più impaurito di Craig Wasson. Grande appassionato di Hitchcock, De Palma confeziona una storia che rende omaggio al maestro senza cadere nella trappola della sterile imitazione.
La colonna musicale è di Pino Donaggio. Ricco di suspense e tensione, con un cammeo del noto gruppo musicale Frankie Goes to Hollywood che interpreta la hit «Relax» che negli anni '80 ebbe un grande successo di scandalo. Melanie Griffith fu candidata ai Golden Globe per la sua interpretazione.
REGIA | Brian De Palma | |
INTERPRETI | Melanie Griffith, Craig Wasson, Gregg Henry, Guy Boyd, Dennis Franz | |
TITOLO ORIGINALE | Body Double | |
GENERE | Thriller | |
DURATA | 109', colore | |
PRODUZIONE | USA | |
ANNO | 1984 |
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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:19
La donna che visse due volte
Nel 1958 il pubblico americano accoglie male «La donna che visse due volte» ma negli anni la sua fama è cresciuta ed ha acquisito uno status quasi mitico tanto da essere decretato nel 2012, dalla rivista inglese Sight & Sound, miglior film di tutti i tempi.
Diventando un oggetto di culto - scrive il critico Serge Daney - questo film non ha soltanto conquistato il titolo in versione originale (sarebbe solo snob) ma qualcosa come un «nome di battesimo» segreto e affettuoso: vertigo parola latina che significa «vertigine» - di quelli che si danno agli esseri cari quando sono scomparsi (dico proprio «esseri», benché non ignori che si tratta solo di un mucchio di celluloide impressionata - only a film - ma i film non si limitano ad invecchiare, ci guardano anche invecchiare).
Nessuna grondaia, nessuna vestaglia rossa, nessuna sequoia, nessuno tailleur grigio, nessuna via di San Francisco sono veramente esistiti sullo schermo dopo «Vertigo». Nessun film in realtà gli somiglia. Sto forse scrivendo un ditirambo? Sì.
Ma sarà necessariamente strano come il film. Perché «Vertigo», a differenza della «Finestra sul cortile», non è affatto un film perfetto. E neppure divertente, contrariamente a «Intrigo internazionale». Né terrificante come lo è «Psyco». Né agghiacciante, come «Gli uccelli». Non si tratta nemmeno, per riprendere la bella espressione di Truffaut, di un «grande film malato» come «Marnie». No, «Vertigo» - conclude Daney - è soprattutto un film emozionante.
«La donna che visse due volte» è un film matrice, un film che ha prodotto (e continua a produrre) una serie di imitazioni, citazioni, distorsioni; perché in definitiva nel film si assiste ad una grande messa in scena in una perdita di punti di riferimento che creano, appunto, vertigine.
REGIA | Alfred Hitchcock | |
INTERPRETI | Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes | |
TITOLO ORIGINALE | Vertigo | |
GENERE | Giallo | |
DURATA | 128', colore | |
PRODUZIONE | USA | |
ANNO | 1958 |
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- Pubblicato Martedì, 19 Novembre 2013 19:10
L'anatra all'arancia
Livio e Lisa Stefani sono una coppia in crisi: in dieci anni di matrimonio non si sono mai fatti mancare storie extraconiugali, ma il loro rapporto sembra destinato a chiudersi definitivamente in quanto Lisa è innamorata di Jean-Claude, un francese ricco e affascinante, e intende andare a vivere in Francia con lui.
In tavola arriva proprio l'anatra all'arancia, leit motiv del loro viaggio di nozze, che Livio giura di aver preparato con il piticarmo, famosa spezia afrodisiaca...
ANATRA ALL'ARANCIA | ||||
1 anatra di 1,5 kg | 80 g di burro | 5 arance da agricoltura biologica | ||
1 linone | 10 g di zucchero | 2 dl di cognac | ||
1 cucchiaio di aceto di vino bianco | 1 dl di Grand Marnier | 0,5 dl di Curaçao | ||
sale e pepe q.b. |
Salate e pepate l'anatra dentro e fuori e fatela rosolare in metà del burro per 10 minuti. Sgocciolate, unite il resto del burro e proseguite la cottura per una mezz'ora. lntanto, togliete la scorza a 2 arance e spremetene il succo, spremete il limone e pelate al vivo gli spicchi delle altre tre arance.
Bagnate l'anatra con il cognac, dopo 5 minuti toglietela dal fuoco e tagliatela a pezzi lasciandola riposare, quindi filtrate il fondo di cottura. Fate caramellare lo zucchero e l'aceto in una casseruola, unite il fondo di cottura, gli altri liquori, la scorza, il succo degli agrumi e fate ridurre di un terzo.
In un altro tegame scaldate gli spicchi delle arance con tre cucchiai di salsa e usateli per guarnire i piatti.
REGIA | Luciano Salce | |
INTERPRETI | Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Barbara Bouchet, John Richardson | |
TITOLO ORIGINALE | L'anatra all'arancia | |
GENERE | Commedia | |
DURATA | 102', colore | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1975 |
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- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 20:34
L'eclisse
Ultimo capitolo della cosiddetta «trilogia dell'incomunicabilità» e punto di non ritorno di tutto il cinema, con «L'eclisse» Antonioni continua la sua ricognizione critica in una società caratterizzata da un crescente benessere materiale, grazie all'inarrestabile crescita economica, ma anche da una profonda crisi esistenziale.
Lo fa alternando sequenze di rumore e caos, ambientate nelle sale della Borsa di Roma, a lunghi silenzi e paesaggi di architetture fredde, geometriche (il quartiere dell'EUR), che riflettono l'incomunicabilità dei sentimenti e l'insuperabile senso di estraneità che caratterizza il rapporto trai personaggi.
«L'eclisse» è ancora una volta un ritratto di donna, ma di una donna propria di Antonioni, ormai destinata a identificarsi, nella memoria degli spettatori, con la personalità mutevole e perplessa di Monica Vitti.
Antonioni così si espresse riguardo a questo capolavoro: «1962. A Firenze per vedere e girare l'eclisse di sole. Gelo improvviso. Silenzio diverso da tutti gli altri silenzi. Luce terrea, diversa da tutte le altre luci. E poi buio, immobilità totale. Tutto quello che riesco a pensare è che durante l'eclisse probabilmente si fermeranno anche i sentimenti. È un'idea che ha vagamente a che fare con il film che stavo preparando, una sensazione più che un'idea, ma che definisce già il film quando ancora il film è ben lontano dall'essere definito».
Gli ultimi dieci minuti, ormai privi di personaggi, di una bellezza abbacinante sembrano usciti direttamente da quadri di De Chirico. Il film vinse il premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1962.
REGIA | Michelangelo Antonioni | |
INTERPRETI | Monica Vitti, Francisco Rabal, Alain Delon, Louis Seigner, Lilla Brignone, Rossana Rory | |
TITOLO ORIGINALE | L'eclisse | |
GENERE | Drammatico | |
DURATA | 125', bianco e nero | |
PRODUZIONE | Italia | |
ANNO | 1962 |
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