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- Pubblicato Domenica, 15 Aprile 2012 00:00
La Messa è finita?
Il mondo clericale visto da grandi registi
Cinema e spiritualità. Un legame forte quello del cinema con la religione, spesso critico, ma sempre attento a cogliere i cambiamenti e i meccanismi della fede. I film proposti sono emblematici. Seppure nella loro diversità affrontano il tema con sensibilità ed intensità senza mai essere sopra le righe.
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Cineforum LunedìCinema: il pieghevole con il programma completo (file PDF)
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- Pubblicato Sabato, 14 Aprile 2012 20:58
Soltanto in sogno
Consonanze tra l'opera di Antonia Pozzi e i dipinti di Giovanni Segantini
21 aprile - 13 maggio 2012
Nell'anno del centenario della nascita della grande poetessa Antonia Pozzi, la galleria civica Craffonara ospita la mostra «Soltanto un sogno» che mette in evidenza, grazie a materiale in parte inedito, un aspetto ancora poco conosciuto di questa grande artista del Novecento italiano: la sua passione per la fotografia che richiama nelle inquadrature le opere del pittore Giovanni Segantini. Il 28 luglio 1937, in occasione del suo compleanno, regalava infatti all’amico e filosofo Dino Formaggio il libro di Raffaele Calzini «Segantini. Romanzo della montagna». La mostra, curata dal centro culturale La Firma e sostenuta dal Comune di Riva del Garda, s'inaugura sabato 21 aprile alle ore 18 e poi prosegue fino al 13 maggio con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Aperture straordinarie mercoledì 25 aprile, lunedì 30 aprile e martedì 1 maggio. L’ingresso è libero.
Nel 1930 Antonia Pozzi aveva visitato la tomba di Segantini al Maloja in Svizzera: il pittore di origine arcense appariva come l’unico artista capace di restituire alla montagna quel suo fascino di luogo del simbolo e di luogo della Rivelazione ed era sembrato ancor prima che un estetico, un eroe del popolo. Come Millet, (che anche la Pozzi conosceva: «l’Angelus» come titolo fu da lei utilizzato in qualche fotografia) che seppe tradurre in immagini la realtà contadina, dando inizio all’iconografia del lavoro dei campi e della pastorizia. Un artista che crederà a una pittura come espressione dell’anima, dei conflitti umani.
«…Perché amiamo perdutamente soltanto ciò che non avremo mai: e per me è la miseria, vecchi con lunghi mantelli….»; parole di Antonia Pozzi che proveniva invece da famiglia molto agiata milanese, figlia di Lina Cavagna Sangiuliani e dell'avvocato Roberto Pozzi.
La Pozzi, con un gesto intenzionale molto profondo, regalò a Dino Formaggio, suo amico e coetaneo, trecento sue fotografie, da lei scelte tra le tantissime altre, con queste motivazioni: «Caro Dino, l’altro giorno hai detto che nelle fotografie si vede la mia anima: e allora eccotele. Perché l’unico fratello della mia anima sei tu e tutte le cose che mi sono state più care le voglio lasciare in eredità a te, ora che la mia anima si avvia per una strada dove le occorre appannarsi, mascherarsi, amputarsi. Caro Dino, che tu almeno possa foggiare la tua vita come io sognavo che divenisse la mia: tutta nutrita dal di dentro e senza schiavitù. In ciascuna di queste immagini vedi ripetuto questo augurio, questa certezza». Erano entrambi, Antonia e Dino, allievi di Antonio Banfi il fondatore di un preciso filone interpretativo della filosofia estetica all’Università Statale di Milano e di cui Dino Formaggio fu il coerente successore e continuatore in quella cattedra.
Un'occasione unica quindi quella di Riva del Garda per rendere omaggio a questa grande artista, morta suicida a soli 26 anni, attraverso fotografie e documenti messi a disposizione dalla vedova di Dino Formaggio, Adriana Zeni, che sarà presente all’inaugurazione nel tardo pomeriggio del 21 aprile. A questo particolare aspetto della personalità dell'artista è stato dedicato recentemente un libro di Giuseppe Mandrini, «Soltanto in sogno», lettere e fotografie per Dino Formaggio, che verrà presentato dall'autore sempre in occasione dell'inaugurazione. Sarà presente anche Isabella Dilavello attrice e autrice teatrale che reciterà alcuni testi e poesie. In chiusura della mostra, sabato 12 maggio, Marina Spada presenterà il suo film «Poesia che mi guardi»: protagonisti sono Maria, una cineasta, e un gruppo di giovani che pratica la poesia da muro. Riflettendo sulla Pozzi, affrontano i temi dell’essere donna e artista, nella società di allora e di oggi. Da segnalare anche giovedì 10 maggio alle ore 18 nella biblioteca civica la presentazione del libro «Antonia Pozzi. Otto studi» di Matteo Mario Vecchio.
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Alcune immagini della mostra
Rassegna stampa:
Antonia Pozzi, non solo versi e rime (l'Adige 23 aprile 2012)
Da sabato in mostra le foto scattate da Antonia Pozzi (Trentino 19 aprile 2012)
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- Pubblicato Lunedì, 02 Aprile 2012 19:10
Lunedìcinema: Van Gogh e la «Brama di vivere»
Vincent Van Gogh è un giovane predicatore con una forte passione per l'arte e il disegno; nonostante sia considerato negato dalle autorità religiose, viene mandato ad officiare tra i minatori della regione belga del Borinage. Qui, tra mille difficoltà e vivendo la loro vita triste e durissima, scopre definitivamente la propria passione per la pittura e si getta a capofitto nell'impresa. Inizia così una delle carriere artistiche più importanti del Novecento, e inizia così «Brama di vivere», il film del 1956 di Vincent Minelli tratto dall'omonimo romanzo di Irving Stone (genere biografico-drammatico, durata 122 minuti, produzione Svezia 1956).
Il film, che ha ricevuto quattro nomination ai Premi Oscar 1957, vincendo il premio per il miglior attore non protagonista con Anthony Quinn (nella parte di Paul Gauguin; protagonista Kirk Douglas, nel cast anche Lionel Jeffries, James Donald e Pamela Brown), è proiettato lunedì 2 aprile all'auditorium del Conservatorio di Riva del Garda con inizio alle ore 21 e ingresso libero, per il ciclo «Lo schermo dipinto» che spaziando dal Barocco al Novecento affronta il tema dell'arte pittorica, scandito dalla biografia di pittori rappresentativi di momenti fondamentali della storia dell'arte dell'Occidente.
La proposta è nell'àmbito di «Lunedìcinema», il cineforum organizzato da AltoGardaCultura (il servizio attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda) assieme all'associazione ARCI Altogarda «Francesco Monti» e al centro culturale «La Firma»
Vincent Van Gogh è indirizzato alla pittura da uno zio che vive a L'Aia, Anton Mauve, il quale gli fornisce i primi colori e consigli tecnici. Vincent si getta nel lavoro con entusiasmo, producendo soprattutto disegni, e conosce anche le prime sofferenze amorose, innamorandosi della cugina Kee la quale lo respinge disgustata, nonostante egli si bruci la mano destra pur di vederla. Ferito, Vincent si ferma in una taverna dove conosce Christine, una lavandaia prostituta emarginata, alcolizzata e già madre di un bambino, che accetta di diventare la sua compagna e modella. Per breve tempo Vincent sogna di costruire una sua famiglia, ma le difficoltà economiche (non riesce a vendere niente) e la rottura con Mauve lo portano ad abbandonare Christine e a raggiungere la famiglia nel paesino di Nuenen, dove il padre predica.
A Nuenen Vincent prosegue nella propria attività, ritraendo soprattutto volti di contadini locali; ma il suo stile di vita e le sue abitudini (veste trasandato "come una bestia" e non rispetta gli orari) gli attirano ben presto il risentimento dei suoi -del padre in particolare- costringendolo quindi ad una nuova partenza, stavolta per Parigi, dove già vive e lavora suo fratello Theo, dal quale in poi verrà finanziato. A Parigi scopre i musei, e visita le mostre d'arte contemporanea: guardando i pittori impressionisti prova grande ammirazione ma, secondo il suo parere, non riesce ad eguagliarli. Nonostante tutto continua a lavorare, e successivamente incontra, grazie al fratello (col quale la convivenza è durissima a causa dei caratteri opposti), i maestri dell'avanguardia pittorica: Pissarro, Seurat, Bernard... ma soprattutto Gauguin, col quale stringe subito amicizia e che lo convince a trasferirsi al sud, per avere più luce nelle sue tele.
Vincent così si reca ad Arles, nel sud della Francia, dove dipinge sino allo stremo, arrivando a rimanere anche senza cibo e senza un tetto: viene sfrattato, e solo grazie all'interessamento del postino Roulin riesce a trovare a poco prezzo un nuovo alloggio più spazioso. Anche in questo periodo il fratello Theo lo sovvenziona, in quanto Vincent non riesce a vendere i suoi quadri. Dopo alcuni mesi Paul Gauguin raggiunge Van Gogh, dopo il soggiorno in Bretagna, ma la convivenza è oltremodo difficile, soprattutto a causa della diversità di vedute su arte e artisti e sugli stili di vita differenti. Dopo l'ennesimo litigio e le minacce di Van Gogh, Gauguin se ne va. Vincent, addolorato e di nuovo solo, in preda al dolore si recide l'orecchio sinistro e viene ricoverato in manicomio. Qui continua a dipingere, sia nell'ospedale che all'esterno accompagnato da un infermiere, ma è ancora insoddisfatto dei propri lavori. Nel frattempo, la critica sembra accorgersi di lui, e Theo (che intanto si è sposato e ha avuto un figlio) conosce un medico, il dottor Gachet, che potrebbe riuscire a curare il fratello.
Vincent dunque lascia il manicomio, e dopo una breve sosta a Parigi raggiunge il paesino di Auvers-sur-Oise dove vive il medico. Dopo un primo dialolgo edificante con lui, Van Gogh confida a Theo che nemmeno Gachet potrà alleviargli la malinconia. Nonostante tutto, egli continua a lavorare selvaggiamente, producendo una tela al giorno se non due. Ma in preda all'ennesima crisi nervosa, si spara mentre dipinge un campo di grano sorvolato da corvi minacciosi. Morirà due giorni dopo nel proprio letto e con la pipa in bocca, assistito dal disperato Theo.
Riva del Garda, 29 marzo 2012
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- Pubblicato Venerdì, 23 Marzo 2012 19:10
Lunedìcinema: Caravaggio e «Lo schermo dipinto»
Lo schermo dipinto
Inizia lunedì 26 marzo con la celebre pellicola di Derek Jarman dedicata alla vita, inquieta e tormentata, del grande Caravaggio – un complesso, raffinato lavoro sulla luce e sulle inquadrature che richiama le stesse tele caravaggesche – «Lo schermo dipinto», ciclo di quattro film che spaziando dal Barocco al Novecento affronta il tema dell'arte pittorica, scandito dalla biografia di quattro pittori – oltre a Caravaggio, Goya, Van Gogh e Klimt – rappresentativi di altrettanti momenti fondamentali della storia dell’arte dell’Occidente.
La proposta è nell’àmbito di «Lunedìcinema», il cineforum organizzato da AltoGardaCultura (il servizio attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda) assieme all’associazione ARCI Altogarda «Francesco Monti» e al centro culturale «La Firma». Il film (che nonostante l’irrisorio budget di 475 mila sterline è nella classifica delle migliori cento pellicole britanniche del Ventesimo secolo secondo il British Film Institute) ha una durata di 97 minuti (produzione Gran Bretagna, 1986). La proiezione è all’auditorium del Conservatorio di Riva del Garda con inizio alle ore 21; l'ingresso è libero.
Porto Ercole, 1610: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, sorvegliato dal giovane servo muto Jerusalem, è a letto agonizzante per la malaria, terreo e col volto ricoperto di cicatrici. Nell'agonia rivive le tappe fondamentali della sua vita: l'«acquisto» di Jerusalem, ancora bambino, dalla sua famiglia; l'arrivo a Roma, dove dipinge per strada e vende i suoi quadri, prostituendosi occasionalmente. Malato, riceve in ospedale la visita del cardinale Francesco Maria Del Monte che lo prende sotto la sua protezione, grazie alla quale riceve la sua prima commissione importante: il martirio di San Matteo. Per il ruolo del carnefice, Caravaggio ingaggia come modello il giovane Ranuccio, conosciuto in una taverna durante un combattimento organizzato: bello e affascinante, è fidanzato con Lena, prostituta, che presto inizia a posare per il pittore, dando vita ad una relazione a tre.
Passando da un successo (e uno scandalo) all'altro, tra taverne, palazzi e corti, Caravaggio conosce il barone Giustiniani, per l’intercessione del quale avrà altre commissioni importanti e sarà ricevuto direttamente dalla corte papale. È proprio durante una festa in Vaticano che Lena seduce il potente cardinale Borghese, nipote del papa; durante una seduta di posa, rivela di essere incinta di lui e che ha intenzione di lasciare Ranuccio e il pittore. Lena pochi giorni dopo sarà ritrovata annegata nel Tevere, e dell'assassinio sarà incolpato e arrestato Ranuccio. Caravaggio, addolorato, prima utilizza il cadavere della ragazza come modello per il quadro «La morte della Vergine»; poi, grazie ad uno stupendo ritratto del Papa, riesce a liberare l'amico. Non appena questi è scarcerato, rivela al pittore di aver ucciso Lena per amor suo. Caravaggio lo pugnala. Il film si chiude con la morte e le esequie del pittore.
Il film è interpretato da Nigel Terry (Caravaggio), Sean Bean (Ranuccio) e Tilda Swinton (Lena); nel cast anche Spencer Leigh, Robbie Coltrane, Nigel Davenport, Michael Gough, Noam Almaz, Dawn Archibald, Jack Birkett, Sadie Corre, Garry Cooper, Dexter Fletcher, Jonathan Hyde, Emile Nicolaou, Cindy Oswin, Simon Fisher-Turner.
Caravaggio di Derek Jarman mette in luce gli aspetti più tormentati della vita del grande pittore italiano. Il Van Gogh di Maurice Pialat tenta di mostrare il grande pittore togliendo quei cliché di «artista maledetto» che si sono accumulati negli anni sulla sua figura e di restituirlo al contesto sociale e artistico in cui sono nati i suoi capolavori. Klimt di Raul Ruiz vuole riproporre il mondo della Vienna della Secessione e dei grandi mutamenti epocali che stavano avvenendo sia in campo artistico che nelle altre discipline. Il cineforum si conclude con «L'ultimo inquisitore» di Milos Forman, che trattando della figura di Francisco Goya mostra la vita nella Spagna del Seicento.
Lunedìcinema
Il nuovo cineforum s'inserisce in modo complementare nell’offerta dell'Alto Garda: si tratta infatti di una rassegna tematica che sviluppa degli argomenti andando a ricercare film non necessariamente recenti, ma scelti per stimolare il confronto e il dibattito, in primo luogo sul cinema e sulla cinematografia. Un prodotto destinato all’approfondimento, alla formazione e all’incontro di chi è appassionato di cinematografia.
L’iniziativa è possibile grazie alla passione di due associazioni altogardesane, l’ARCI Alto Garda e il centro culturale La Firma di Riva del Garda, che hanno dimostrato grande passione per il cinema e il desiderio di collaborare per fornire al pubblico altogardesano questa nuova occasione di approfondimento culturale. Grazie al loro entusiasmo e alla loro disponibilità, è stata raggiunta un'intesa con il Servizio intercomunale e si è arrivati a proporre questo primo cartellone, che vedrà proposte tutti i lunedì (tranne nel periodo di Pasqua) dal 16 gennaio al 21 maggio.
Riva del Garda, 23 marzo 2012
Uff.stampa
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