Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015   Il fiore del mio segreto

 

Il fiore del mio segreto
Leocadia Marcia detta Leo che, con lo pseudonimo di Amanda Oris, scrive romanzi rosa di successo, sprofonda in una duplice crisi: sta per essere abbandonata dal marito amatissimo e non ne può più di scrivere romanzetti.

Tenta il suicidio, elabora il lutto, riscopre le proprie radici, raggiungendo la madre nel villaggio natio della Mancha (patria del regista e di Don Chisciotte).

Un Almodóvar più limpido del solito, come riconciliato, in una commedia spruzzata, invece che intinta, di grottesco che vive della sua dolorante eroina e dei suoi rapporti con gli altri personaggi, specialmente femminili, raccontati con affetto, tenera ironia, leggerezza.

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REGIA
  Pedro Almodóvar     Il fiore del mio segreto   
INTERPRETI

  Rossy De Palma, Marisa Paredes, Chus Lampreave, Juan Echanove, Jordi Molla  
TITOLO ORIGINALE   La fior de mi secreto  
GENERE   Commedia  
DURATA   111'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1995  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015   Cosa ho fatto io per meritare tutto questo?

 

 

Cosa ho fatto io per meritarmi questo?Anche questo film fa parte di tutte quelle opere «giovanili» di Almodovar recuperate dopo l'incredibile successo internazionale di Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Ma questo film è diverso dagli altri.

E' molto più cattivo nelle notazioni antiborghesi, è distillato di vetriolo ad alta gradazione, pur essendo cinematograficamente sgangherato come tante altre sue opere (forse qui la vicenda trattata è appena più lineare) quello che colpisce è quell'alone plumbeo e disperato che racchiude la protagonista Gloria (una Carmen Maura strepitosa) e quella parte di Madrid ridotta a un triste quartiere dormitorio.

I figli di Gloria stanno andando tutti incontro alle spine dell'età adulta mentre lei durante una discussione uccide con un osso di prosciutto Antonio, il marito. E riesce a farla franca così come succederà più di venti anni dopo in uno dei capolavori almodovariani, quel Volver sublime esempio stilistico in cui si riusciva a fare a meno della figura maschile in famiglia.

 






REGIA
  Pedro Almodóvar     Cosa ho fatto io per meritarmi questo?   
INTERPRETI
  Carmen Maura, Verónica Forqué, Ángel De Andrés López, Gonzalo Suarez, Luis Hostalot  
TITOLO ORIGINALE   ¿Qué he hecho yo para merecer esto?  
GENERE   Commedia  
DURATA   99'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1984  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015           Donne sull'orlo di una crisi di nervi 

 

 

Donne sull’orlo di una crisi di nerviStorie di donne abbandonate in un appartamento da affittare nella Madrid di oggi. Farsa degli equivoci con lacrime che ha il dinamismo di un vaudeville francese, l'eleganza di una commedia sofisticata made in USA e la cattiveria sorniona di Billy Wilder.

Il film si apre con 2 inquadrature significanti: il modellino del quartiere, primo evidente simbolo della finzione, e con la seguente sequenza della metafora del «doppiaggio». Almodovar inizia un gioco con lo spettatore, un gioco fatto di analogie e verosimiglianze: il doppiaggio sta a simboleggiare l'ambiguità per l'appunto le doppiezze nella vita della coppia moderna, in una società velatamente maschilista dove la donna è attanagliata da progressive nevrosi scatenate dall'infedeltà, dalle bugie dai tradimenti di un uomo sempre più vile ma irrinunciabile.

Oltre il carattere sociale, ciò che pare evidente sin dalle prime sequenze è la forte autoriflessività dell'opera, l'inserire il Cinema nel Cinema, la finzione nella finzione: il doppiaggio è un suadente inganno nel Cinema così come nella vita reale.

 






REGIA
  Pedro Almodóvar     Donne sull’orlo di una crisi di nervi   
INTERPRETI
  Carmen Maura, Antonio Banderas, Julieta Serrano, Rossy De Palma, Maria Barranco     
TITOLO ORIGINALE   Mujeres al borde de un ataque de nervios  
GENERE   Commedia  
DURATA   88'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1988  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015      Non per soldi... ma per denaro

 

Non per soldi... ma per denaroUn cameraman a bordo campo di una partita di football, durante un servizio, viene «investito» da un corpulento giocatore. Viene convinto dal cognato, avvocato senza scrupoli, a fingere una menomazione allo scopo di truffare l'assicurazione. Una commedia amara, come quasi tutte quelle di Billy Wilder.

Il primo film della coppia Matthau - Lemmon, che valse al primo un oscar come miglior attore non protagonista, premio del tutto meritato, con la sua ironia tagliente e la sua incredibile perspicacia e furbizia. Lemmon rappresenta invece l'uomo comune, con quella manciata di sogni, nel cuore e nella testa che gli permettono di sopravvivere in un mondo di squali. Un uomo onesto, che non ha mai pensato alla disonestà o alla scaltrezza come mezzo per ottenere ciò a cui aspira.

Un film che riflette una morale fluida, dove non esiste giusto o sbagliato, ma soltanto l'ottenibile, dove apparentemente non esistono valori saldi, ma solo una coscienza fastidiosa, richiamante e noiosa. La coscienza di tutti noi. Quella vocina, che poco prima di addormentarci ci sussurra, più forte la verità. Rispetto alle precedenti commedie di Wilder, lo sguardo del regista si fa ancor più feroce nei confronti della società americana.

Non sempre, tuttavia, i due registri (comico e drammatico) sono perfettamente controllati, come invece avveniva in «L'appartamento». Alla comunque ottima riuscita del film concorrono, in maniera determinante, alcune sequenze magistrali (come la partita finale nello stadio deserto) e la prova degli interpreti, soprattutto di Walter Matthau (premiato con l'Oscar), inarrivabile nella parte dell'avvocato imbroglione (Lincoln? Gran presidente, pessimo avvocato!»). Un gran film, assolutamente da vedere.

 






REGIA
  Billy Wilder     Non per soldi... ma per denaro   
INTERPRETI
  Jack Lemmon, Harry Davis, Judi West, Ron Rich, Harry Holcombe    
TITOLO ORIGINALE   The fortune cookie  
GENERE   Commedia  
DURATA   125'  
PRODUZIONE   USA  
ANNO
  1966