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- Pubblicato Domenica, 20 Novembre 2011 10:07
Yentl
E' un film diretto da Barbra Streisand ed è tratto dal racconto Yentl The Yeshiva Boy dello scrittore ebreo polacco Isaac Bashevis Singer (1904-91) contenuto nella raccolta "Gimpel l'idiota". Originalmente pubblicato in Yiddish verso il 1960, poi in inglese nel 1983.
Polonia, 1904. Yentl è una ragazza ebrea. Cresciuta solo con il padre (madre e fratello sono, infatti, morti da tempo), prova un forte interesse per i testi sacri ebraici che impara ogni giorno grazie al lavoro paterno, rabbino nella locale sinagoga. Non avverte, perciò, nessuna predisposizione per il ruolo precostituito di moglie, madre e casalinga sottomessa che la società prevede per lei. Nessun uomo l'ha mai attratta, forse anche per non averne mai incontrato uno colto.
Alla morte dell'amato genitore, rimasta sola, avverte immediatamente la pressione psicologica degli abitanti del villaggio, che intendono "ricondurla alla ragione". Quindi si traveste da ragazzo e fugge, incerta sul futuro ma decisa a studiare i testi sacri, all'epoca proibiti alle donne. Il caso la porta in una yeshiva, scuola religiosa ebraica, dove si presenta come Anshel, usando il nome del fratellino defunto. All'interno della scuola, stringe una forte amicizia con il compagno di studi Avigdor, ma presto si accorge di amarlo.
Quando lui si dispera per essere stato respinto dai futuri suoceri, che impongono la rottura del fidanzamento con la bella Hadass, Yentl, costretta dagli eventi e dall'amore per lui, accetta di coprire lo scandalo sposandone la fidanzata. Inizia così una strana situazione in cui ognuno ama l'altro e tutti sono infelici: Yentl ha sempre più difficoltà a giustificare il matrimonio non consumato e si strugge per Avigdor, la giovane moglie Hadass si rivela assai meno ingenua del previsto, Avigdor non sopporta di vedere l'ex fidanzata innamorarsi piano piano del marito.
Pressata da Hadass, triste per l'amato Avigdor, Yentl cede e svela all'amico di essere una donna e di amarlo profondamente. In un primo momento il giovane ha una reazione di rifiuto, persino violenta. Poi si intenerisce e sembra contraccambiare il suo amore dichiarando la sia disponibilità a fuggire e a sposarla. Yentl, però, si rivela più saggia e lungimirante. L'amico insostituibile, la mente illuminata che tanto l'ha attratta ha, nei confronti delle donne, una mentalita' ristretta, convenzionale. La stima che prova per l'inesistente ragazzo Anshel, per la donna Yentl svanirebbe in breve tempo, affogata nel bisogno di una "vera" donna: moglie, madre, cuoca, una compagna ignorante e incapace di pensieri autonomi. Così Yentl lascia la Polonia e si imbarca per gli Stati Uniti d'America, dove le donne sono più libere, lasciando libero Avigdor di sposare Hadass e di tornare felice al proprio destino.
Il film, curato in ogni particolare, è permeato da una certa ironia, mentre le parti romantiche sono scandite dalle canzoni, tuttora celebri, interpretate magistralmente dalla protagonista. La trama fa riflettere sulla diversità in genere e la difficoltà di accettarla. Appena accennata da alcune inquadrature (l'arrivo nella cittadina che ospita la yeshiva) la situazione di ghettizzazione vissuta dagli ebrei nella cattolicissima Polonia.
Alcune curiosità: il regista Steven Spielberg ha definito il film un capolavoro. Giudizio forse interessato visto che nel ruolo di Hadass vi recitava l'allora moglie Amy Irving.
L'attore Mandy Patinkin, che ricoprì il ruolo di Avigdor, è un pluripremiato cantante yiddish. Grazie alla sua possente voce di timbro tenorile ha partecipato a diversi musical e film musicali. Questa sua dote non è stata assolutamente utilizzata in Yentl, dove i brani musicali sono tutti affidati all'attrice-regista-produttrice Barbra Streisand.
In lizza per cinque premi Oscar, Yentl vinse solo la statuetta per la miglior colonna sonora e il fatto sollevò parecchie contestazioni.
L'importanza che questo film ebbe nel mondo ebraico statunitense fu anche per il momento particolarmente significativo nel quale uscì. Proprio nel 1983, infatti, il Jewish Theological Seminary, la più importante istituzione culturale dell'Ebraismo conservatore - gruppo maggioritario negli Stati Uniti - ha aperto le iscrizioni anche alle donne.
(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
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- Pubblicato Giovedì, 17 Novembre 2011 01:18
In occasione della mostra dedicata a Lele Luttazzi "Ricordi magici - Opere di mare e di terra edite e inedite" il Centro Culturale «La Firma» ha abbinato una rassegna cinematografica, progettata da Ludovico Maillet. «L'ebreo che ride» è il logico completamento dell'esposizione dedicata allo «Chagall italiano». E proprio al mondo magico di Chagall e di Luzzati si vuole rendere omaggio proiettando tre film legati all'ambiente e alla cultura ebraiche dell'est Europa (ashkenazita). Tre film che vogliono ricordare l'umorismo, le tradizioni, la vitalità di un mondo scomparso, spazzato via dalla barbarie del secondo conflitto mondiale: il mondo degli «shtetl», i piccoli villaggi ebraici di cui era costellato tutto l'est europeo.
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- Pubblicato Sabato, 12 Novembre 2011 14:52
Ricordi magici di Lele Luzzati - Opere di mare e di terra edite e inedite
19 novembre - 11 dicembre 2011
Il centro culturale «La Firma» in collaborazione con l’amministrazione comunale di Riva del Garda propone un’esposizione di opere che racconta gli aspetti meno conosciuti e più intimi del celebre artista genovese Emanuele Luzzati. L’esposizione, dal titolo «Magie e ricordi», è progettata da Natasha F. Pulitzer, legata con l’artista da una profonda amicizia fin dagli anni Cinquanta, cioè fin dal tempo in cui il grande maestro delle arti applicate collaborava con il padre, architetto, nel progettare gli interni dei saloni di prima classe del transatlantico «Conte Biancamano». La mostra, che s’inaugura sabato 19 novembre alle ore 17, prosegue fino all'11 dicembre nelle sale della galleria civica «Craffonara», proponendo inoltre una rassegna cinematografica di tre pellicole sul tema «L'ebreo che ride» che si proiettano al Conservatorio. L’iniziativa comprende anche una conferenza a cura della storica Maria Luisa Crosina, sabato 3 dicembre, sul tema «Le festività ebraiche», con la presentazione del libro «Fratture» di Irit Amiel (a cura di Roberto Keller); e la produzione di un video dal titolo «Era ebreo e genovese», curato da Franco Delli Guanti, in cui l'attore Paolo Poli racconta il suo rapporto professionale con l'artista ligure. L’ingresso a tutte le proposte è libero.
Riva del Garda celebra uno dei più grandi scenografi e illustratori italiani: Emanuele Luzzati. E lo fa con una mostra che intende raccontare gli aspetti meno conosciuti e più intimi di questo personaggio poliedrico, estroso e raffinato, che ha lasciato in regalo al mondo dell’arte e della cultura capolavori di un valore inestimabile.
Il titolo della mostra, «Magie e ricordi», ben rappresenta il fil rouge che esiste tra le opere esposte. Le magie: quelle nascoste in piccoli segnali che si sono presentati a Natasha F. Pulitzer e che sono stati il motore di questa iniziativa. Dopo aver letto il libro dei Tarocchi di Jodorowsky, per una pura casualità (o forse per magia) Natasha F. Pulitzer trova nascosti in un angolo alcuni mazzi di tarocchi disegnati da Luzzati, proprio quelli di Marsiglia, gli stessi studiati da quarant’anni da Jodorowsky. I ricordi: le immagini affidate alla memoria personale della stessa curatrice che svelano particolari inediti della vita privata di Emanuele Luzzati, immortalato in momenti familiari e quotidiani.
Noto soprattutto come scenografo e illustratore, maestro in ogni campo dell'arte applicata, Emanule Luzzati è nato a Genova nel 1921. Diplomato all'Ecole des Beaux Arts di Losanna, ha collaborato con registi, architetti, artisti e scrittori di fama internazionale. Espone nel '72 alla Biennale di Venezia; nel '75 è fondatore, con Aldo Trionfo e Tonino Conte, del Teatro della Tosse di Genova; autore di film di animazione con Giulio Gianini, otterrà due nomination all'Oscar. Luzzati è interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per arazzi all'incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali. La ricchezza del suo mondo fantastico, l'immediatezza ed espressività del suo stile personalissimo ne hanno fatto uno degli artisti più amati ed ammirati nel nostro tempo.
Completa le iniziative dedicate ad Emanuele Luzzati la produzione di un video, curato da Franco Delli Guanti, dove l'attore Paolo Poli racconta il suo rapporto professionale con l'artista ligure. «Era ebreo e genovese...» - questo il titolo del filmato - documenta la grande produzione scenografica teatrale di Luzzati.
Uff.stampa
Alcuni momenti della mostra: |
La studiosa di cultura ebraica, Maria Luisa Crosina tiene una conferenza sulle "Festività ebraiche" ispirandosi ai disegni di Lele Luzzati:
Rassegna stampa:
I ricordi e le magie di Luzzati (l'Adige 26 novembre 2011)
Fantastico mondo di Luzzati (Il Trentino 26 novembre 2011)
Le festività ebraiche con Luisa Crosina (Il Trentino 3 dicembre 2011)
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- Pubblicato Lunedì, 17 Ottobre 2011 22:06
Viva l'Italia!
Fra gli attori: Paolo Stoppa, Franco Interlenghi, Giovanna Ralli, Renzo Ricci, Oreste Lionello
Storico, durata 106 min. - Italia 1961
Narra le vicende della spedizione dei Mille. Nato da una coproduzione mista italo-francese è stato realizzato in due versioni per i due paesi, caratterizzate da notevoli differenze nel montaggio e nella durata.
La premiere si tenne al Teatro dell'Opera di Roma, il 27 gennaio 1961, nel corso di una serata di gala internazionale, organizzata con il patrocinio della Croce Rossa. Le proiezioni pubbliche ebbero inizio il successivo 2 febbraio per la versione italiana e il 2 maggio 1961 per quella francese, con il titolo Vive l'Italie. La versione italiana è stata anche doppiata in lingua spagnola e inglese, in quest'ultima pubblicata con il titolo Garibaldi.
In effetti il titolo fu oggetto di alcune polemiche e cambiato poco prima della presentazione. Originariamente Rossellini aveva titolato il film Paisà 1860, scelto dal regista per sottolineare il taglio neorealistico dell'opera che rappresenta un distacco dalla retorica risorgimentale per approdare al rigore storico nella narrazione. Il principale soggettista e sceneggiatore Sergio Amidei tracciò un significativo parallelismo tra la nuova opera e il precedente Paisà, evidenziando le analogie tra l'epopea garibaldina del 1860 e la guerra di liberazione alleata, dopo lo sbarco in Sicilia del 1943. In entrambi i film, secondo Amidei, ci si trova di fronte a «un esercito di liberatori che conquista paesi e popolazioni di cui non conosce i problemi reali».
La lettura data da Rossellini agli avvenimenti risorgimentali del 1860 suscitò il favore o la contrarietà dei vari critici cinematografici dell'epoca, ma al di là delle valutazioni sugli aspetti artistici e politici, il film offre una rara e pregevole ricostruzione storica d'immagine, essendo girato nei luoghi ove si svolsero i fatti, con centinaia di comparse e una notevole attenzione ai costumi.
Tra le molte scene interessanti, risultano particolarmente suggestive le riprese dall'alto della battaglia di Calatafimi che mostrano le posizioni e i movimenti delle truppe sul colle Pianto Romano e le ambientazioni dell'insurrezione di Palermo, in una città quasi spettrale che ancora portava i segni, piuttosto evidenti, del precedente conflitto mondiale.
Curiosità: Zeffiro Rossellini, prozio del regista, fu amico personale di Giuseppe Garibaldi, durante l'ultimo decennio di vita dell'eroe nizzardo.
(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
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