NItrato d'argento - Il cinema che non c'è più
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- Pubblicato Domenica, 14 Ottobre 2012 19:02
Il cinema nel cinema: «Nitrato d'argento»
Con il film «Nitrato d'argento», presentato come evento speciale al festival di Venezia del 1996 (con Iaia Forte, Sabrina La Loggia, Marc Berman, Eric Berger; durata 88 minuti; produzione Italia 1996) Marco Ferreri (Milano, 11 maggio 1928 – Parigi, 9 maggio 1997) ripercorre la storia e l'evoluzione tecnica e artistica del cinema.
La pellicola, la cui proiezione è lunedì 15 ottobre a Palazzo dei Panni ad Arco – chiude la rassegna «Il cinema nel cinema», evento collaterale di Old Cinema curato dall’associazione culturale La Firma e da Arci Alto Garda. La proiezione inizia alle ore 21; con introduzione di Ludovico Maillet; l’ingresso è libero.
Una lezione di storia del cinema raccontata dalla parte dello spettatore, della sala; una lezione sul cinema che non c'è più. Il film – un racconto per immagini, con pochi ma significativi inserti di fiction – propone una rassegna dei vari progressi tecnologici (il cinema muto, l'avvento del sonoro, l'uso del colore) e dei generi (dal classico western ai primi grandi comici, dalla commedia ai film d'autore fino ai film sociali, ai film di guerra, ai film politici, ai documentari, al film musicale, alla lirica, alla fantascienza), con numerosi accenni ai cambiamenti culturali nel corso del ventesimo secolo. Il titolo fa riferimento ai composti chimici presenti un tempo nelle pellicole.
La rassegna è un evento collaterale di Old Cinema, progetto nazionale di documentazione e recupero delle sale da cinema «dimenticate», promossa dalla Provincia autonoma di Trento, da AMSA (Azienda municipale Sviluppo Arco), da Alto Garda Cultura (il Servizio Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda).
Riva del Garda, 12 ottobre 2012
Uff.st.
Il cinema nel cinema: Via Paradiso
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- Pubblicato Martedì, 02 Ottobre 2012 20:50
Il cinema nel cinema: «Via Paradiso»
In via Paradiso, a Chieti, c'è l'Eden, un vecchio cinema fatiscente. Il proprietario, Francesco, sposato e con un figlio, lo deve vendere agli americani che ne vogliono fare una multisala. Inizia così «Via Paradiso», film del 1988 di Luciano Odorisio con Guido Celano, Michele Placido, Angela Molina, Silverio Blasi che si proietta lunedì 8 ottobre a Palazzo dei Panni ad Arco, nell’àmbito della rassegna «Il cinema nel cinema», evento collaterale di Old Cinema curato dall’associazione culturale La Firma e da Arci Alto Garda. Genere drammatico, durata 105 minuti, produzione Italia. La proiezione inizia alle ore 21; introduce Ludovico Maillet; l’ingresso è libero.
Francesco, proprietario del cinema insieme al nonno Andrea, è deciso a vendere e, con il ricavato, ad aprire, insieme all'amico Salvatore, un supermercato. Francesco ha una moglie, Anna, con cui è in un momento di crisi, e un bambino, ma non è felice. Quando arrivano gli americani, tra loro, in qualità di interprete, Francesco vede Giulia, sua amica d'infanzia e suo primo amore, fuggita improvvisamente da Chieti anni prima senza dare spiegazioni e senza lasciare tracce. Nell'uomo i ricordi tornano vivi: i due si incontrano e trascorrono insieme la notte, poi Francesco viene a sapere da Marcello, un suo amico, che Giulia, più che l'interprete dei futuri acquirenti del cinema, è l'amante dell'anziano capo del gruppetto. Francesco le chiede furiosamente quale sia la verità, lei cede e conferma quello che gli è stato riferito.
Francesco però non demorde e quando si calma le propone di fuggire insieme con il ricavato della vendita dell'Eden. Al momento della firma del contratto, però Francesco capisce che Giulia ripartirà con gli ospiti, e allora straccia le carte con grande gioia del nonno, contrario alla vendita. Qualche ora più tardi una bambina consegna a Francesco una lettera che Giulia aveva lasciato anni prima ad Anna perché gliela consegnasse. Nelle poche righe Giulia spiegava il perché della sua fuga e gli chiedeva di raggiungerla perché lo amava sinceramente. Ma Anna, innamorata anche lei di Francesco, non aveva mai aveva consegnato la lettera. Ormai è troppo tardi: Giulia è partita e Francesco resta a Chieti con i suoi, e si darà da fare per ristrutturare il cinema Eden, nella vecchia via Paradiso dei sogni e dei ricordi di un tempo.
La rassegna è un evento collaterale di Old Cinema, progetto nazionale di documentazione e recupero delle sale da cinema «dimenticate», promossa dalla Provincia autonoma di Trento, da AMSA (Azienda municipale Sviluppo Arco), da Alto Garda Cultura (il Servizio Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda).
Riva del Garda, 5 ottobre 2012Uff.st.
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- Pubblicato Mercoledì, 26 Settembre 2012 10:17
Il cinema nel cinema: «L’ultimo spettacolo»
Nel 1951 il vecchio proprietario del cinema muore e lascia il locale al giovane Sonny che si trascina annoiato tra un'amante quarantenne e l'amicizia protettiva con un ritardato mentale: la metafora della fine del cinema e di una generazione. Il film (in bianco e nero) di Peter Bogdanovich «L’ultimo spettacolo» - che nel 1972 valse a Cloris Leachman e Ben Johnson l’Oscar come migliori attrice e attore non protagonista - è proposto lunedì primo ottobre a Palazzo dei Panni ad Arco nell’àmbito della rassegna «Il cinema nel cinema», evento collaterale di Old Cinema curato dall’associazione culturale La Firma e da Arci Alto Garda. La proiezione inizia alle ore 21; l’ingresso è libero.
Riva del Garda, 26 settembre 2012
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- Pubblicato Venerdì, 21 Settembre 2012 23:39
Il cinema nel cinema: «Splendor»
Jordan (Marcello Mastroianni) è un vecchio appassionato del grande schermo nonché proprietario di una sala cinematografica ad Arpino, lo Splendor. Sin da bambino Jordan accompagnava suo padre e il suo cinematografo itinerante, durante il ventennio, in giro per l'Italia. Il film esprime un sentimento di nostalgia per i film del passato e per una stagione ormai conclusa, di cui è metafora la chiusura della sala. Jordan, Chantal (Marina Vlady, sua compagna e maschera del cinema) e Luigi (Massimo Troisi, il proiezionista della sala) intrecciano i propri ricordi fino alla chiusura e al momento in cui gli operai stanno per demolire tutto.
Interessante tra l’altro il riferimento a tutto il miglior cinema d’autore del periodo dagli anni Quaranta ai Settanta, con le immagini di capolavori come La Dolce Vita di Fellini, Il Sorpasso di Dino Risi, Il posto delle fragole di Ingmar Bergman.
La rassegna è un evento collaterale di Old Cinema, progetto nazionale di documentazione e recupero delle sale da cinema «dimenticate», promossa dalla Provincia autonoma di Trento, da AMSA (Azienda municipale Sviluppo Arco), da Alto Garda Cultura (il Servizio Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda).
Riva del Garda, 21 settembre 2012
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- Creato Venerdì, 14 Settembre 2012 20:48
- Pubblicato Venerdì, 14 Settembre 2012 20:48
«Old Cinema»: grande interesse all'inaugurazione
Oltre 200 gli spettatori, venerdì 14 settembre, a gremire l'ex cinema Iris, oggi salone delle feste, al Casinò municipale, per la prima nazionale del docufilm «Alla ricerca delle sale perdute» (già anticipato da un trailer alla 69ª Mostra del Cinema di Venezia): un viaggio in 35 sale trentine «dimenticate», con testimonianze dei protagonisti dell'epoca cui si aggiungono i ricordi di Giuseppe Tornatore (presente alla proiezione), Ennio Morricone, Ettore Scola, Liliana Cavani, Lina Wertmüller, Erri De Luca, Giordano Bruno Guerri, Paolo Mereghetti e Isabella Bossi Fedrigotti. E poi la conversazione con l'ospite d'onore, il regista di «Nuovo Cinema Paradiso», film la cui proiezione (in pellicola) ha poi chiuso la giornata.
Nel lungometraggio, Arco rivela i segni di una straordinaria vitalità della sala da cinema, con gli «old cinemas» Impero e Iris, ma anche con la sua realtà di Kurort, dei suoi 34 sanatori che hanno dato vita a tante sale polivalenti, oggi perlopiù perdute. Ma sono tante le storie: dallo schermo-pulpito del cinema-chiesa di Lodrone, alla spettatrice dello Smeraldo di Tione che porta sottobraccio la legna per la stufa in sala; dal cercatore d'oro Nicolini, che fonda il cinema Dante a Strada, fino al gelataio che da ragazzino faceva l'ambulante col carretto all'Astra di Mori, e che poi ha salvato il «suo» old cinema trasformandolo in laboratorio.
La proiezione è stata preceduta da una cerimonia d’inaugurazione, all’ex cinema Impero (oggi sala consiliare, all’altro capo del Casinò municipale), e da alcune conferenze: il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi ha presentato la ricerca «Old Cinema» svolta in Trentino; l’assessore del Comune di Milano Stefano Boeri in collegamento video ha raccontato del progetto di recupero del cinema Orchidea; Alessandra Possamai Vita, storica dell’arte, del cinema Altino di Padova; e la giovane regista Francesca Ciammiti ha presentato il suo cortometraggio sul cinema Metropolitan di Roma. Sono intervenuti il sindaco di Arco Paolo Mattei, gli assessori alla cultura di Arco Massimiliano Floriani e di Riva del Garda Maria Flavia Brunelli, il presidente di Amsa – Azienda municipale Sviluppo Arco Stefano Tamburini, presenti le ideatrici e curatrici del progetto Roberta Bonazza e Ambra Craighero.
Dopo il docufilm, la conversazione con Giuseppe Tornatore, condotta dal giornalista e scrittore Paolo Ghezzi, alla cui conclusione è partita la proiezione del film che ha ispirato l’intero progetto: «Nuovo cinema Paradiso».
Riva del Garda, 17 settembre 2012
Il video con intervista realizzato da Davide Pivetti
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- Pubblicato Martedì, 11 Settembre 2012 00:08
«Old Cinema»: venerdì l’inaugurazione con Giuseppe Tornatore
Venerdì 14 settembre Giuseppe Tornatore è ospite di Arco per l’inaugurazione di «Old Cinema», piattaforma nazionale pilota di documentazione e recupero delle sale da cinema «dimenticate»: alle ore 16 la cerimonia ufficiale d’apertura, quindi una serie di proposte e incontri fino alle 20.30, quando si svolge la conversazione pubblica con Giuseppe Tornatore, chiusa alle 21 dalla proiezione (in pellicola) di «Nuovo cinema Paradiso», il film che ha ispirato il progetto. E poi fino al 15 ottobre proiezioni, mostre e incontri al Mart di Rovereto e al Mag di Riva del Garda. Tutte le proposte sono ad ingresso libero.
La conferenza stampa di presentazione si è svolta nella tarda mattina di martedì 11 settembre nel Casinò municipale di Arco, presenti per AMSA – Azienda municipale Sviluppo Arco il presidente Stefano Tamburini e il consigliere d’amministrazione Mario Matteotti; per il Comune di Arco il sindaco Paolo Mattei e l’assessore alla cultura Massimiliano Floriani; per Alto Garda Cultura la responsabile Giancarla Tognoni; per la Cassa Rurale Alto Garda il presidente Enzo Zampiccoli.
Il loggione intatto, una platea raccolta, la singolare facciata da tempietto, identica a quella del 1912: un cinema antico che riaffiora. È l’ex cinema Impero di Arco, edificio in stile liberty perfettamente conservato all’interno del Casinò municipale, che racconta la longeva vocazione della cittadina mitteleuropea per la sala cinematografica. Oggi, dopo sessant’anni, questa affascinante sala chiusa nel 1952 rivive grazie alle istituzioni locali e a «Old Cinema», primo progetto nazionale sui cinema perduti, nato proprio all’Impero nel 2011. Il progetto fa di questo cinema un «lab» sperimentale, una sala cinematografica «tematica» e la cornice di «Old Cinema. Alla ricerca delle sale perdute». La prima rassegna dedicata ai cinema dormienti, abbandonati e trasformati del Trentino, si svolge dal 14 settembre al 14 ottobre.
Ad inaugurare qui la kermesse, venerdì 14 settembre, è proprio Giuseppe Tornatore, con un incontro su «Nuovo Cinema Paradiso» all’Impero e la proiezione del suo capolavoro su pellicola, nell’ex Cinema Iris, magnificente sala asburgica che fu un cinema dal 1948 al 1967, e che comunica con l’Impero all’interno del Casinò municipale.
Cuore della rassegna è il docufilm inedito «Alla ricerca delle sale perdute», già anticipato da un trailer alla 69ª Mostra del Cinema di Venezia e ora proiettato integralmente nei due ex cinema arcensi: un viaggio «on the road» di Roberta Bonazza e Ambra Craighero (accompagnate dal videomaker Luciano Stoffella) in 35 sale trentine dimenticate. Nel lungometraggio, Arco rivela i segni di una straordinaria vitalità della sala da cinema, con gli old cinemas Impero e Iris, ma anche con la sua realtà di Kurort, dei suoi 34 sanatori che hanno dato vita a tante sale “polivalenti” oggi perlopiù perdute. Ma tutte le storie sono uniche. Dallo schermo-pulpito del cinema-chiesa di Lodrone, alla spettatrice dello Smeraldo di Tione, che porta sottobraccio la legna per la stufa in sala. Dal cercatore d’oro Nicolini, che fonda il cinema Dante a Strada fino al gelataio che da ragazzino faceva l’ambulante col carretto all’Astra di Mori, e che poi ha salvato il “suo” old cinema trasformandolo in laboratorio. Tra i ricordi trentini, si avvicendano i cammeo di Giuseppe Tornatore, Ennio Morricone, Ettore Scola, Liliana Cavani, Lina Wertmüller, Erri De Luca, Giordano Bruno Guerri, Paolo Mereghetti e della giornalista trentina Isabella Bossi Fedrigotti.
«Old Cinema»: la brochure degli eventi trentini (file Pdf)
Pasolini prossimo nostro
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- Pubblicato Lunedì, 27 Agosto 2012 00:00
Pasolini prossimo nostro
un film di Giuseppe Bertolucci
Si conclude lunedì 27 agosto con la proiezione del documentario storico di Giuseppe Bertolucci «Pasolini prossimo nostro» la mostra «Cinema di poesia», allestita nella galleria civica «Craffonara» a cura del centro culturale «La Firma» con il sostegno del Comune di Riva del Garda. La proiezione si svolge nel passaggio San Giuseppe (con ingresso da via Disciplini o via Dante) a partire dalle ore 21; l’ingresso è libero.
Filmati d'archivio, foto di scena e un'inedita intervista per un documentario di circa sessanta minuti su uno dei film più contestati, amati e discussi del secolo scorso. C'è un solo termine - macabro - per definire «Salò o le 120 giornate di Sodoma», terminato nel 1975 e ancora in fase di montaggio quando Pasolini fu assassinato all'Idroscalo. Ispirato al romanzo di Sade e ambientato nella cittadina protagonista dell'ultimo scampolo di guerra mondiale, la Salò di Pasolini è un mondo devastato dall'omologazione culturale, dai soprusi anarchici del potere, un ritratto cinico di partigiani inermi e giovani illibate costrette a ogni sorta di barbarie dai loro aguzzini.
L'intervista raccolta da Giuseppe Bertolucci, scomparso nei mesi scorsi, integra le tematiche del film unendole al pensiero del suo autore, rassegnato e spento. Uno sguardo al di là della cinepresa verso un mondo confuso dalle ideologie e distrutto dalla speranza, meccanismo perverso per nascondere il peso insopportabile della realtà, tramutando il sentire comune in un'attesa estenuante e senza vie d'uscita.
Pasolini parla a ruota libera del suo film, del concetto d'autore, della fiducia demagogica riposta nella fede, in un ideale ecclesiastico trasformatosi improvvisamente - e in maniera impercettibile - in un bazar del libero consumo. La fine delle ideologie (che avrebbero dovuto portare alla trilogia Porno Teo Kolossal, scritta per l'interpretazione di Ninetto Davoli ed Eduardo De Filippo) o la loro trasformazione, diventano il terreno di guerra su cui scontrarsi. Un sentiero che Pasolini riassume nelle ultime scene del suo film: il rappresentante del potere - essere sadico e impunito - guarda attraverso la sua finestra, binocolo alla mano, le torture inflitte ai corpi delle giovani vittime. Uno specchio della nostra società filtrato dall'espressione artistica di un intellettuale punito dal suo stesso (pre)vedere.
Riva del Garda, 26 agosto 2012
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- Pubblicato Venerdì, 29 Giugno 2012 18:49
L'uomo che verrà
L'eccidio di Marzabotto ripercorso con gli occhi della piccola Martina che da quando ha visto morire il fratello neonato fra le sue braccia, ha smesso di parlare e vive unicamente nell'attesa che arrivi un nuovo fratellino. Il film di Giorgio Diritti «L'uomo che verrà» - presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma 2009, ha vinto il Marc'Aurelio d'Oro del pubblico al miglior film e il Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'Argento, ha ottenuto sedici candidature ai David di Donatello 2010, vincendo tre premi, fra cui quello per miglior film, e sette candidature ai Nastri d'argento 2010, vincendo tre premi - racconta quella strage degli ultimi giorni del nazifascismo, nella quale furono uccisi circa 770 paesani radunati nelle case, nei cimiteri e sui sagrati delle chiese. Il film (durata 117 minuti, produzione Italia 2009, con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi) è proiettato lunedì 2 luglio nel cortile interno della Rocca a Riva del Garda, nell'àmbito delle celebrazioni dell'eccidio avvenuto il 28 giugno 1944 nel Basso Sarca e in Trentino. La proiezione inizia alle ore 20.30, con presentazione di Ludovic Maillet; l'ingresso è libero (in caso di pioggia nella sala conferenze).
Nell'inverno 1943-1944 sull'appennino emiliano la piccola Martina, di otto anni, vive con i genitori e con la numerosa famiglia contadina, che fatica ogni giorno per sopravvivere. Dalla morte del fratello più piccolo Martina ha smesso di parlare e questo la rende oggetto di scherno da parte dei coetanei; tuttavia il suo sguardo sul mondo che la circonda è molto profondo. La seconda guerra mondiale arriva anche sulle sue colline ricoperte di neve, con la presenza sempre più invadente di soldati tedeschi e squadre di partigiani. Lena, la madre della bambina, resta nuovamente incinta e Martina segue con attenzione i nove mesi della gestazione, mentre le complesse vicende della guerra si intersecano con la quotidianità della vita contadina: il bucato, le ceste intrecciate nella stalla, la macellazione del maiale, gli amoreggiamenti dei giovani, la Prima Comunione.
Il fratellino di Martina nasce in casa, a fine settembre del 1944. Allo spuntar del giorno le SS, appoggiati da reparti di soldati dell'esercito, arrivano nelle campagne bolognesi, mettendo in atto un feroce rastrellamento, che verrà ricordato come strage di Marzabotto: vecchi, donne e bambini vengono trucidati, dopo esser stati raccolti nei cimiteri, nelle chiese e nei casolari. Martina, che era riuscita a fuggire, viene scoperta e rinchiusa in una piccola chiesa insieme a decine di altre persone e, dopo avere chiuso le porte, attraverso le finestre i soldati lanciano all'interno delle granate che fanno strage. La bambina resta miracolosamente illesa e torna a casa, trovando solo stanze vuote e silenzio: prende la cesta con il fratellino e si rifugia nella canonica di don Fornasini, uno dei parroci della zona, e, dopo che la strage si è compiuta, fa ritorno al casolare di famiglia, dove si prende cura del fratellino intonando per lui una ninna nanna, e riacquistando l'uso della parola.
Riva del Garda, 29 giugno 2012
Uff.stampa
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