Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015

La donna del ritratto 

  

La donna del ritrattoL'attempato criminologo Richard Wanley (Edward G. Robinson), rimasto solo in città mentre la famiglia è in vacanza, viene colpito dal ritratto di una donna, che finirà poi per incontrare casualmente. Suo malgrado verrà coinvolto dalla donna (Joan Bennett) nell'omicidio del suo amante, tanto da subire il ricatto di un uomo che minaccia di denunciarlo alla polizia. Disperato, l'involontario omicida sta per togliersi la vita con del veleno, quando si risveglia nella sua poltrona: la contorta vicenda di delitti e misteri era solo un incubo. 

Uno dei più celebri noir del periodo americano di Fritz Lang, tratto da un romanzo di J.H. Wallis, che il regista tedesco utilizza per riprendere i temi a lui cari dello sdoppiamento tra realtà e apparenza, del confine spesso labile tra innocenza e colpevolezza. 

Thriller inesorabile con Edward G. Robinson superlativo nel rendere la paura di un maturo borghese coinvolto in una passione che si rivelerà rovinosa, il film venne criticato per il finale apparentemente sbrigativo, in realtà fulminante, perché concentrato su di un'unica inquadratura.

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REGIA
  Fritz Lang        La donna del ritratto
INTERPRETI
  Edward G. Robinson, Dan Duryea, Joan Bennett  
TITOLO ORIGINALE   The woman in the window  
GENERE   Giallo  
DURATA   99'  
PRODUZIONE   USA  
ANNO
  1944  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015

La signora di Shanghai

 

La signora di Shanghai

Michael O'Hara, marinaio irlandese, salva Mrs. Elsa Bannister, da un'aggressione in Central Park a New York e viene ingaggiato dal suo zoppo marito, avvocato di gran nome, perché li porti lui, la moglie e il suo socio in affari (Anders) su uno yacht a San Francisco con tappa ad Acapulco. Il buon O'Hara si accorge presto di essere capitato in un nido di vipere e di squali, il peggiore dei quali è proprio lei, l'angelo biondo dal cuore nerissimo.

Tratto dal romanzo If I Die Before I Wake di Sherwood King e girato nel 1946, fu tenuto in magazzino per 2 anni da Harry Cohn, ras della Columbia, scandalizzato e sconvolto da quel che Welles aveva combinato ai danni della star n. 1 della sua scuderia. Difficile da classificare, il film spiazzò critici e pubblico. La materia è da film noir, a mezza strada tra Gilda e Il mistero del falco, ma con bizzarre e sardoniche anticipazioni di Il tesoro dell'Africa di Huston.

Fecero impressione alcune sequenze che lo resero un cult movie: il corteggiamento nell'acquario, il teatro cinese, il taboga, la sparatoria finale nella sala degli specchi. Il barocchismo stilistico di Welles conferma quali e quanti fossero i debiti del noir hollywoodiano con l'espressionismo. Ridotta R. Hayworth a una statua di ghiaccio e piuttosto debole il marinaio O'Hara, l'attore che domina il film è E. Sloane. Fu girato a bordo dello yacht Zaca di Errol Flynn, che seguì la lavorazione. La sua vera storia aveva avuto per primo l'idea di filmare il romanzo di King.

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REGIA
  Orson Welles        La signora di Shanghai
INTERPRETI

  Everett Sloane, Rita Hayworth, Orson Welles, Glenn Anders, Ted De Corsia  
TITOLO ORIGINALE   The Lady from Shanghai  
GENERE   Drammatico  
DURATA   87'  
PRODUZIONE   USA  
ANNO
  1948  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015   Il fiore del mio segreto

 

Il fiore del mio segreto
Leocadia Marcia detta Leo che, con lo pseudonimo di Amanda Oris, scrive romanzi rosa di successo, sprofonda in una duplice crisi: sta per essere abbandonata dal marito amatissimo e non ne può più di scrivere romanzetti.

Tenta il suicidio, elabora il lutto, riscopre le proprie radici, raggiungendo la madre nel villaggio natio della Mancha (patria del regista e di Don Chisciotte).

Un Almodóvar più limpido del solito, come riconciliato, in una commedia spruzzata, invece che intinta, di grottesco che vive della sua dolorante eroina e dei suoi rapporti con gli altri personaggi, specialmente femminili, raccontati con affetto, tenera ironia, leggerezza.

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REGIA
  Pedro Almodóvar     Il fiore del mio segreto   
INTERPRETI

  Rossy De Palma, Marisa Paredes, Chus Lampreave, Juan Echanove, Jordi Molla  
TITOLO ORIGINALE   La fior de mi secreto  
GENERE   Commedia  
DURATA   111'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1995  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015   Cosa ho fatto io per meritare tutto questo?

 

 

Cosa ho fatto io per meritarmi questo?Anche questo film fa parte di tutte quelle opere «giovanili» di Almodovar recuperate dopo l'incredibile successo internazionale di Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Ma questo film è diverso dagli altri.

E' molto più cattivo nelle notazioni antiborghesi, è distillato di vetriolo ad alta gradazione, pur essendo cinematograficamente sgangherato come tante altre sue opere (forse qui la vicenda trattata è appena più lineare) quello che colpisce è quell'alone plumbeo e disperato che racchiude la protagonista Gloria (una Carmen Maura strepitosa) e quella parte di Madrid ridotta a un triste quartiere dormitorio.

I figli di Gloria stanno andando tutti incontro alle spine dell'età adulta mentre lei durante una discussione uccide con un osso di prosciutto Antonio, il marito. E riesce a farla franca così come succederà più di venti anni dopo in uno dei capolavori almodovariani, quel Volver sublime esempio stilistico in cui si riusciva a fare a meno della figura maschile in famiglia.

 






REGIA
  Pedro Almodóvar     Cosa ho fatto io per meritarmi questo?   
INTERPRETI
  Carmen Maura, Verónica Forqué, Ángel De Andrés López, Gonzalo Suarez, Luis Hostalot  
TITOLO ORIGINALE   ¿Qué he hecho yo para merecer esto?  
GENERE   Commedia  
DURATA   99'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1984  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015           Donne sull'orlo di una crisi di nervi 

 

 

Donne sull’orlo di una crisi di nerviStorie di donne abbandonate in un appartamento da affittare nella Madrid di oggi. Farsa degli equivoci con lacrime che ha il dinamismo di un vaudeville francese, l'eleganza di una commedia sofisticata made in USA e la cattiveria sorniona di Billy Wilder.

Il film si apre con 2 inquadrature significanti: il modellino del quartiere, primo evidente simbolo della finzione, e con la seguente sequenza della metafora del «doppiaggio». Almodovar inizia un gioco con lo spettatore, un gioco fatto di analogie e verosimiglianze: il doppiaggio sta a simboleggiare l'ambiguità per l'appunto le doppiezze nella vita della coppia moderna, in una società velatamente maschilista dove la donna è attanagliata da progressive nevrosi scatenate dall'infedeltà, dalle bugie dai tradimenti di un uomo sempre più vile ma irrinunciabile.

Oltre il carattere sociale, ciò che pare evidente sin dalle prime sequenze è la forte autoriflessività dell'opera, l'inserire il Cinema nel Cinema, la finzione nella finzione: il doppiaggio è un suadente inganno nel Cinema così come nella vita reale.

 






REGIA
  Pedro Almodóvar     Donne sull’orlo di una crisi di nervi   
INTERPRETI
  Carmen Maura, Antonio Banderas, Julieta Serrano, Rossy De Palma, Maria Barranco     
TITOLO ORIGINALE   Mujeres al borde de un ataque de nervios  
GENERE   Commedia  
DURATA   88'  
PRODUZIONE   Spagna  
ANNO
  1988  
 



   

 

Lunedì Cinema | Cineforum 2014 -2015      Non per soldi... ma per denaro

 

Non per soldi... ma per denaroUn cameraman a bordo campo di una partita di football, durante un servizio, viene «investito» da un corpulento giocatore. Viene convinto dal cognato, avvocato senza scrupoli, a fingere una menomazione allo scopo di truffare l'assicurazione. Una commedia amara, come quasi tutte quelle di Billy Wilder.

Il primo film della coppia Matthau - Lemmon, che valse al primo un oscar come miglior attore non protagonista, premio del tutto meritato, con la sua ironia tagliente e la sua incredibile perspicacia e furbizia. Lemmon rappresenta invece l'uomo comune, con quella manciata di sogni, nel cuore e nella testa che gli permettono di sopravvivere in un mondo di squali. Un uomo onesto, che non ha mai pensato alla disonestà o alla scaltrezza come mezzo per ottenere ciò a cui aspira.

Un film che riflette una morale fluida, dove non esiste giusto o sbagliato, ma soltanto l'ottenibile, dove apparentemente non esistono valori saldi, ma solo una coscienza fastidiosa, richiamante e noiosa. La coscienza di tutti noi. Quella vocina, che poco prima di addormentarci ci sussurra, più forte la verità. Rispetto alle precedenti commedie di Wilder, lo sguardo del regista si fa ancor più feroce nei confronti della società americana.

Non sempre, tuttavia, i due registri (comico e drammatico) sono perfettamente controllati, come invece avveniva in «L'appartamento». Alla comunque ottima riuscita del film concorrono, in maniera determinante, alcune sequenze magistrali (come la partita finale nello stadio deserto) e la prova degli interpreti, soprattutto di Walter Matthau (premiato con l'Oscar), inarrivabile nella parte dell'avvocato imbroglione (Lincoln? Gran presidente, pessimo avvocato!»). Un gran film, assolutamente da vedere.

 






REGIA
  Billy Wilder     Non per soldi... ma per denaro   
INTERPRETI
  Jack Lemmon, Harry Davis, Judi West, Ron Rich, Harry Holcombe    
TITOLO ORIGINALE   The fortune cookie  
GENERE   Commedia  
DURATA   125'  
PRODUZIONE   USA  
ANNO
  1966