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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Venerdì, 23 Settembre 2016 08:00
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Le ali delle aquile (1957) di John Ford |
Nel 1919 l’ufficiale di marina e pilota Frank W. ”Spig” Wead (Wayne), ottimo elemento della marina americana, impara a volare, perché capisce che il futuro delle azioni navali dipende anche degli scontri aerei. Ma questo impegno intacca il matrimonio con Min (O’Hara). In seguito sacrifica la propria vita per l’aeronautica militare americana e pubblicizza il ruolo dell’aviazione all’interno della marina militare: paralizzato da un incidente capitato in famiglia (di cui si riprenderà solo parzialmente) si dedica alla scrittura, diventando lo sceneggiatore di Hollywood e poi consulente del governo, fino a quando la sua infermità lo spinge a ritirarsi.
Appassionante e commovente ritratto di una celebrità americana (nato nel 1895 e morto nel 1947), scrittore, giornalista e soprattutto sceneggiatore di Capra (“Dirigibile”), George Hill (“I demoni dell’aria”), Hawks (“Brume”), King Vidor (“La cittadella”) e Ford (“I sacrificati”).
Il film mescola melodramma e film di guerra per raccontare come Wead sacrifica la propria famiglia in nome di una più grande famiglia, che è l’esercito e il suo ideale patriottismo, e che raggiungerà solo dopo una lunga serie di fratture, abbandoni e rifiuti. John Dodge, il personaggio interpretato da Ward Bond, è di fatto una rappresentazione di Ford stesso. Uscì nelle sale il 22 febbraio 1957.
Da http://www.ciakhollywood.comit
Scheda film |
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TITOLO ORIGINALE | The Wing of Eagles | ||
PRODUZIONE | Stati Uniti | ||
ANNO | 1957 | ||
DURATA | 110' | ||
COLORE | Colore Metrocolor | ||
AUDIO | Mono (Westrex Recording System) | ||
RAPPORTO | 1,37 : 1 | ||
GENERE | Biografico | ||
REGIA | John Ford | ||
INTERPRETI E PERSONAGGI |
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DOPPIATORI ITALIANI |
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SOGGETTO | Frank Fenton, Frank Wead, William Wister Haines | ||
SCENEGGIATURA | Frank Fenton, Frank Wead, William Wister Haines | ||
PRODUZIONE | MGM | ||
FOTOGRAFIA | Paul Vogel | ||
MONTAGGIO | Gene Ruggiero | ||
MUSICHE | Jeff Alexander | ||
SCENOGRAFIA | Malcom Brown | ||
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- Pubblicato Venerdì, 23 Settembre 2016 07:00
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Il trapezio della vita (1958) di Douglas Sirk |
Burke, che è un giornalista, entra in contatto con un pilota pluridecorato della Prima Guerra Mondiale e con la sua famiglia. Pilota eroe di guerra si guadagna da vivere esibendosi in rischiose gare aeree, girando il paese insieme alla moglie e ad un meccanico, innamorato perso della donna.
Frequentando il pilota e sua moglie, Burke si innamora della donna e al contempo scopre la vera natura del rapporto fra i coniugi. Quando il pilota muore, nel corso dell'ennesimo volo spericolato, Burke non esiterà a intervenire a tutela della sua amata.
Dal romanzo "Oggi si vola" di William Faulkner (che lo considerava il miglior adattamento di un suo romanzo).
Originale e pessimista, cupo e profondo. Bellissime le ambientazioni, la spettacolarità di alcune sequenze, la fotografia in bianco e nero e le ricostruzioni dell'epoca della Grande Depressione.
Cast importante tra cui spiccano Rock Hudson, la bellezza folgorante di Dorothy Malone e anche Christopher Olsen, il bambino rapito nel capolavoro hitchcockiano L'uomo che sapeva troppo.
Il difetto principale della pellicola è l'eccesso di drammaticità, che aggiunge assurdità a una storia tutto sommato prevedibile. Il buono sta nella magica professionalità degli attori, che esplode in un finale "eroico" molto ben scritto, oltreché recitato.
Da <http://www.manualedivolo.it
Scheda film |
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TITOLO ORIGINALE | The Tarnished Angels | ||
PRODUZIONE | Stati Uniti | ||
ANNO | 1958 | ||
DURATA | 91' | ||
COLORE | Black and White | ||
AUDIO | Mono (Westrex Recording System) | ||
RAPPORTO | 2,25 : 1 | ||
GENERE | Drammatico | ||
REGIA | Douglas Sirk | ||
INTERPRETI E PERSONAGGI |
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DOPPIATORI ITALIANI |
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SOGGETTO | William Faulkner (dal romanzo "Pylon") | ||
SCENEGGIATURA | George Zuckerman | ||
PRODUZIONE | Albert Zugsmith per Universal-International | ||
FOTOGRAFIA | Irving Glassberg (CinemaScope) | ||
MUSICHE | Frank Skinner, Joseph Gershenson | ||
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- Pubblicato Venerdì, 23 Settembre 2016 06:30
Nuovomondo (2006) di Emanuele Crialese |
Nella Sicilia degli inizi del Novecento, Salvatore fa un voto e chiede un segno al cielo: vuole imbarcarsi per il nuovomondo e condurre in America i figli e l'anziana madre. Il segnale è una cartolina di propaganda che ritrae minuscoli contadini accanto a galline giganti o a carote sproporzionate. Venduta ogni cosa posseduta, Salvatore lascia la Sicilia alla volta dell'America. Durante la traversata oceanica incontra la bella Lucy, una young lady che indossa il cappello ed è più elegante della figlia del sindaco del paese. Luce parla la lingua dell'America e cerca un compagno da impalmare per ritornarci da signora. Salvatore, da vero galantuomo, accoglie la sua avance. Il lungo viaggio approderà ad Ellis Island, l'isola della quarantena dove si decideranno gli ingressi e i rimpatri.
Non poteva scegliere un tempo migliore di questo, Emanuele Crialese, per ripercorrere la storia della migrazione italiana, indagando sulla genesi del pregiudizio che accompagna da sempre i fenomeni migratori e le dinamiche dell'inserimento nella società di accoglienza. Proprio oggi che l'Italia è il "nuovomondo", una meta ambita di immigrazione. La ricerca di una storia individuale dentro la Storia migratoria era già contenuta nei film precedenti, nell'Once we were strangers del debutto, storia di un siciliano a New York che sogna il sogno americano, e nel premiato e prezioso Respiro, storia di una isolana di Lampedusa che il paese vuole internare in una clinica del nord Italia.
L'esperienza migratoria italiana, interna (da Sud a Nord) o transoceanica, si compie con Nuovomondo, la storia di un viaggio oltremare alla ricerca della terra promessa. Quel viaggio, chiuso nel profondo di una nave mai ripresa in campo lungo, è compreso fra due sequenze potenti fino a togliere il fiato: la partenza del bastimento dal porto siciliano e lo sbarco bianco in America. La nave si stacca dalla terra arcaica strappando la composizione dell'inquadratura come i cuori di chi abbandona il vecchiomondo e le origini. In mezzo, la traversata fisica e interiore di personaggi spiegati unicamente dalle immagini, fino al bagno candido, arrestato dall'affiche, da cui i protagonisti emergono al nuovomondo e di nuovoalmondo.
Prima degli alberi carichi di monete, dei fiumi di latte e di una scatola che sale e scende da case che grattano il cielo, bisogna superare i test psicoattitudinali, un esame a carattere medico e amministrativo dal cui esito dipendeva l'accesso alla golden door del titolo internazionale. Gli edifici di Ellis Island raccoglievano e raccolgono nel film di Crialese una popolazione agraria e prevalentemente analfabeta, che come Salvatore fuggiva la fame, il tramonto dei vecchi mestieri artigiani o l'aggravarsi delle imposte sulle campagne del meridione. Alternando campi medi a primi piani, disciplinando anche le scene più spettacolari, come quella della tempesta tutta implosa nel ventre della nave, seguendo le linee del profilmico e le visioni surreali dei protagonisti, Crialese crea una sua idea di cinema, bagnata perennemente dal mare di Sicilia o dagli oceani del Nuovomondo. Una lezione di cinema che diventa lezione di vita perché rivela allo spettatore l'indesiderabilità dei nuovi venuti.
Ancora una volta, come è stato per la Golino in Respiro, a illuminare fin dal nome la traversata della vita è una donna, Luce, una straordinaria Charlotte Gainsbourg, che col suo cappello, i capelli rossi e l'accento inglese è anticipatrice del nuovo femminismo americano del secondo dopo guerra. È lei a formulare la proposta di matrimonio a Salvatore, senza credere neanche un momento che la felicità femminile si esaurisca nel ruolo di moglie e di madre. Lei è la donna moderna, la cui razionalità si scontra con la superstizione e le credenze assurde di Donna Fortunata, la madre di Salvatore rimpatriata perché considerata scarsamente intelligente. Lei è la terra madre che qualcuno ha lasciato, come Crialese, per ritornare e per fare più bella. Non solo al cinema.
Da http://www.mymovies.it
Scheda film |
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PRODUZIONE | Italia, Francia | ||
LINGUA ORIGINALE | Italiano, siciliano, inglese | ||
ANNO | 2006 | ||
DURATA | 114' | ||
COLORE | Colore | ||
AUDIO | Sonoro | ||
RAPPORTO | 2,35 : 1 | ||
GENERE | Drammatico | ||
REGIA | Emanuele Crialese | ||
INTERPRETI E PERSONAGGI |
Vincenzo Amato: Salvatore Charlotte Gainsbourg: Lucy Aurora Quattrocchi: Donna Fortunata Francesco Casisa: Angelo Filippo Pucillo: Pietro Federica De Cola: Rita Isabella Ragonese: Rosa Vincent Schiavelli: Don Luigi Massimo Laguardia: Mangiapane Filippo Luna: Don Ercole Ernesto Mahieux: Dottor Zampino |
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SOGGETTO | Emanuele Crialese | ||
SCENEGGIATURA | Emanuele Crialese | ||
FOTOGRAFIA | Agnès Godard | ||
MONTAGGIO | Maryline Monthieux | ||
MUSICHE | Antonio Castrignanò | ||
SCENOGRAFIA | Carlos Conti | ||
COSTUMI | Mariano Tufano | ||
TRUCCO | Thomas Dowling | ||
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- Pubblicato Venerdì, 23 Settembre 2016 05:00
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Niente di grave, suo marito è incinto (1973) di Jaques Demy |
Nel 1971 esplode la passione tra Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, la grande attrice francese che darà a Marcello la figlia Chiara il 28 maggio 1972. Un mese e mezzo dopo, Mastroianni ritrova la Deneuve in “Niente di grave: suo marito è incinto”, di Jacques Demy, il regista che aveva lanciato Cathrine Deneuve nell’olimpo del grande cinema d’autore.
In questa divertente commedia grottesca, quasi a voler annullare la sua immagine da latin lover con un personaggio dalle caratteristiche esattamente contrarie a questo mito, Marcello incarna un piccolo borghese di origine italiane che rimane misteriosamente incinto.
Avvolto da un soggetto quanto meno originale, il film è una commedia di costume gradevole e delicata con diverse gag riuscite e un umorismo sottile. Se per Mastroianni recitare è un gioco, questo film è addirittura più gioco degli altri. Marcello è infatti strepitoso nell’ironizzare sui modelli comportamentali femminili che passano anche all’uomo ( Mastroianni, incinto, vuole farsi sposare dalla sua compagna, Deneuve, e quando ha partorito si preoccupa di non avere il latte ).
Resta nella sua filmografia come un film minore ma che mette in luce l’infinita varietà di interpretazioni che lo fanno passare, senza soluzione di continuità, a personaggi diversissimi tra di loro. Con l’abilità di mimetizzazione di un attore che vuole a tutti i costi uscire dai clichés, pronto anche a prendersi in giro, a mettersi ogni volta in discussione, non meravigliandosi mai di niente. La pellicola è forse una delle sue più gustose e autoironiche interpretazioni, un altro piccolo gioiellino poco conosciuto, da vedere assolutamente. E poi che bella Catherine Deneuve: una fata!
https://associazioneladolcevita.wordpress.com
Scheda film |
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TITOLO ORIGINALE | L'événement le plus important depuis que l'homme a marché sur la lune | ||
PRODUZIONE | Francia, Italia | ||
ANNO | 1973 | ||
DURATA | 87' | ||
COLORE | Color (Eastmancolor) | ||
AUDIO | Mono | ||
RAPPORTO | 1,66:1 | ||
GENERE | Commedia | ||
REGIA | Jacques Demy | ||
INTERPRETI E PERSONAGGI |
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DOPPIATORI ITALIANI |
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SCENEGGIATURA | Jacques Demy | ||
PRODUTTORE | Lira Films | ||
FOTOGRAFIA | Andréas Winding | ||
MONTAGGIO | Anne-Marie Cotret | ||
MUSICHE | Michel Legrand | ||
SCENOGRAFIA | Bernard Evein | ||
COSTUMI | Gitt Magrini | ||
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